lunedì 30 maggio 2011

A TUTTO GAS

NELL'INCONTRO DI GIOVEDI , TRA LE TANTE COSE ( ATTENDIAMO REPORT) SI E' DECISO DI SPERIMENTARE UNA RIPRESA DELLA SPESA SOLIDALE DEL GAS FLEGREO UTILIZZANDO L'APPUNTAMENTO DI CORTOCIRCUITO FLEGREO DEL 19 GIUGNO PER UN PANIERE PER ORA LIMITATO MA RAPPRESENTATIVO ( PANE, FARINA, UOVA, LATTE, PASTA, FRUTTA E ORTAGGI, LEGUMI?) . CHIEDIAMO SIA AI NOSTRI PRODUTTORI CHE A NOSTRI CONSUM-ATTORI DI SEGNALARE INANZITUTTO UNA DISPONIBILITA' ALL'ORDINE ( SOL O DISPONIBILITA') CHE AVVERRA' ATTRAVERSO CORTOCIRCUITO FLEGREO . SE LE DISPONIBILITA' SARANNO RAPPRESENTATIVE PASSERREMO AGLI ORDINI DETTAGLIATI COINVOLGENDO SOLO COLORO CHE AVRANNO MANIFESTATO DISPONIBILITA'. E' SCONTATO CHE I PRODOTTI CHE DISTRIBUIREMO SONO ESCLUSIVAMENTE QUELLI INTERNI A CORTOCIRCUITO.

MI RACCOMANDO,,, A TUTTO GAS

SBARCO GAS A L'AQUILA 24-26 GIUGNO

Il mondo dell’economia solidale nazionale si dà appuntamento a L’Aquila. Qui, a seguito del terremoto del 6 aprile 2009, persone singole e associate hanno sentito l’esigenza di creare una rete di economia solidale che coinvolgesse tutte le realtà abruzzesi che lavorano in quest’ambito: gruppi d’acquisto solidali, botteghe del commercio equo, produttori biologici, associazioni culturali, cooperative sociali e singole persone. La neonata Rete di economia solidale Abruzzo ha proposto alla rete nazionale dei Gas di organizzare all’Aquila una doppia iniziativa: lo Sbarco Gas 2011 e l’annuale Convegno nazionale Gas - Des. Anche l’obiettivo è duplice: creare un evento importante per la città e per l’agricoltura regionale in primis, e riportare inoltre l’attenzione dell’opinione pubblica nazionale sull’area colpita dal sisma, dove a distanza di quasi due anni il tessuto sociale ed economico del territorio risulta ancora disgregato. Ma questa è l’occasione -paradossale-, in cui l’economia solidale può dimostrare di saper fare le giuste domande e dare risposte importanti per una ricostruzione economica che sia anche etica e sociale. Proprio in quest’ottica è stato proposto alla Rete nazionale dei Gas di organizzare un momento di incontro che dia il “la” alla realizzazione di un concorso di “idee di nuova economia sostenibile”, come tangibile contributo alla ricostruzione socio-economica della città e del territorio. Oltre ai partecipanti al Convegno nazionale dei Gas saranno presenti le reti nazionali dei “Comuni virtuosi” e delle “Città di transizione”, oltre alle reti che hanno come obiettivo la crescita di una “nuova ruralità”. Lo Sbarco Gas dell’Aquila e il convegno hanno dunque tutte le caratteristiche per divenire un appuntamento di rilevanza nazionale, per fare il punto su tutte le iniziative concrete di economia sostenibile, solidale ed etica. L’aspettativa è di una entusiasta partecipazione: anche per questo si è deciso di arricchire il programma con momenti culturali, visite guidate nella città e nel territorio, spettacoli, laboratori, animazione per bambini. Un mercato contadino con i produttori agricoli locali e regionali e con i produttori di artigianato rurale sarà una ulteriore testimonianza che non tutto è andato perso col terremoto del 6 aprile 2009, anzi. Appuntamento dal 24 al 26 giugno a L’Aquila: tre giornate di riflessione e convivialità, msica, cultura, cammini, decrescita, buon cibo e buone pratiche.

L'uomo che piantava gli alberi

«Un contadino senza terra non è più un uomo». Sono parole di Ndogou Fall, presidente del Roppa, rete delle organizzazioni contadine e dei produttori dell’ Africa occidentale [alla quale aderiscono oltre 30 milioni di contadini] scomparso di recente. A lui è stato dedicato il Festival delle Terre, ottava edizione del Festival Internazionale Audiovisivo della Biodiversità, la rassegna di cinema e non solo, promossa da Crocevia e Mediateca delle Terre. Quattro giorni alla Città dell’Altra Economia di Roma, a Testaccio, dal 19 al 22 maggio, per raccontare attraverso proiezioni, ma anche convegni e tavole rotonde come i piccoli produttori di cibo stanno resistendo, da una parte all’altra del pianeta, dal Sahel alla Siberia, dalle Langhe all’Amazzonia, alla devastazione delle risorse naturali e all’appropriazione e all’accaparramento da parte dei grandi soggetti industriali delle loro terre.

Ne è risultato un racconto corale di storie di resistenza e di lotta per il pane e la dignità, dove protagonisti sono stati i contadini che, come ricordato da Antonio Onorati, presidente del Centro Internazionale Crocevia, «se da un lato sono i primi difensori dell’agrobiodiversità, dall’altro sono coloro che più soffrono la crisi alimentare e più subiscono i danni ecologici. Laddove di fronte all’aumento delle povertà e dell’insicurezza alimentare i governi ripropongono le stesse inefficaci ricette e si rendono complici della distruzione del pianeta».

La rassegna di cinema proposta, 29 opere tra documentari, film d’inchiesta e reportage, suddivisa nelle tre categorie: Doc Italia, Indigeni!Racconti di dignità e Terre Resistenti, ha portato le testimonianza delle lotte e delle esperienze di coloro – organizzazioni di contadini, popoli indigeni, pescatori, artigiani, giovani, donne – che si battono in difesa della terra in cui vivono e della biodiversità, laddove le battaglie si somigliano da un capo all’altro del pianeta, come del resto i soprusi e le violazioni dei diritti umani. Ma è proprio dai piccoli produttori di cibo che arrivano anche la soluzioni e le alternative per la salvaguardia del pianeta.

A vincere il Premio Bioversity dell’ottava edizione del Festival Internazionale Audiovisivo della Biodiversità è stato The Man Who Stopped the Desert di Mark Dodd, l’incredibile storia di Yacouba Sawadogo, un contadino che da solo in Burkina Faso ha difeso la terra dall’avanzata del deserto piantando centinaia di alberi. Yacouba Sawadogo, la versione reale del protagonista del libro di Jean Giono [«L'uomo che piantava gli alberi», Salani], ha strenuamente evitato la tragedia ed è diventato un pioniere dell’agricoltura. Vince dunque la storia di un uomo coraggioso e visionario che ha salvato da solo la vita a centinaia di persone dell’Africa occidentale. A giudicare i film in concorso una giuria di esperti: Italo Spinelli, docente, regista ed esperto di cinema e teatro, fondatore e direttore di Asiaticafilmmediale; Lucas Caravia, documentarista e curatore di rassegne in Italia e in Uruguay; Jeremy Cherfas, biologo di Bioversity International.

Il primo premio della Categoria Doc. Italia è stato assegnato a A tutto Tonno di Antonio Bellia che racconta una delle pratiche di pesca più diffuse nel Mar Mediterraneo ma anche una delle più crudeli. La Giuria ha assegnato a Langhe doc – Storie di eretici nell’Italia dei Capannoni di Paolo Casalis la menzione speciale. Nel documentario il racconto di una porzione di territorio italiano, che diventa simbolo della resistenza a forme di sfruttamento intensivo delle risorse. Per la Categoria Indigeni! Racconti di Dignità! ha vinto il primo premio Terras di Maya Da-Rin, un documentario sulla presenza e l’influenza della frontiera sulla vita delle persone che vivono tra il Brasile, la Colombia e il Perù. Sempre dal Brasile il documentario che ha ricevuto la menzione speciale: «Battle for Xingu» di Iara Lee, che racconta l’importanza del fiume Xingu per la sopravvivenza di diecimila indigeni minacciata dalla costruzione di una diga, che il governo brasiliano porta avanti nonostante la resistenza della popolazione. A Farmer’s Struggle di Zhao Liang vince nella sezione Terre Resistenti. Anche in questo film la storia della lotta di uomo in un’area colpita dalla desertificazione in Cina. All’uzbecko Dimitri Udovicki con Aral- Death of Sea la menzione speciale assieme ad Antonio Pacor per il documentario La Via Campesina in movimento. Di particolare importanza la sezione fuori concorso: La terra è di chi la lavora, una serie di proiezioni video prodotte da Promedios, un’ associazione che dal 1998 lavora in stretta collaborazione con le comunità autonome zapatiste.

Tante piccole grandi storie che fanno viaggiare attraverso i cinque continenti per dare voce alle popolazioni che si fanno carico di produrre il cibo per noi tutti: i piccoli produttori che meriterebbero una maggiore attenzione perché mai come oggi le questioni agricole ed alimentari sono fondamentali per la sopravvivenza del pianeta e di chi lo abita.

venerdì 20 maggio 2011

Sostegno allo SBARCO GAS AQUILA 2011

Abbiamo deciso di sostenere anche finanziariamente lo sbarco.
oggi abbiamo effettuato il bonifico di 70 euro da parte di altromodo flegreo, gas flegreo " terra di fuoco" e cortocircuito.
Chi volesse seguire la scia vada su
http://www.sbarcogaslaquila.it/

lunedì 16 maggio 2011

E' finita. La musica dei REIN

Carta e la Città dell’altra economia di Roma, promuovono un incontro con la musica dei Rein per domenica 15 maggio, alle ore 12, per conoscere il loro ultimo splendido lavoro, «E’ finita», è un viaggio musicale in buona parte tra i temi decrescita [il disco è esplicitamente dedicato al pensiero di Serge Latouche]. Appuntamento alla Città dell’altra economia [largo Dino Frisullo snc, ex mattatoio di Testaccio].

Il 2 aprile i Rein hanno suonato sul palco della manifestazione nazionale per l’acqua, mentre il 20 aprile hanno aperto il concerto di una certa Patti Smith in occasione dell’Earth Day.

«E’ finita» è il terzo album per i romani Rein, che uniscono la spontaneità della musica del folk alle composizioni della musica d’autore. I Rein si definiscono un «collettivo musicale». Sanno di trovarsi sul crinale di una nuova era, anche per quanto riguarda la distribuzione della musica. Il filo conduttore del disco è la fine della civiltà del consumismo: la band è molto attenta ai temi della decrescita e dell’ambientalismo e rovescia l’immaginario pop [nel senso di musica ma non solo] detournando la celebre scatoletta di zuppa Campbell che Andy Wharol trasformò in icona della produzione di massa. La title track è tutt’un programma una canzone che parte come una ballata e diventa un pezzo arrabbiato contro gli «abbonati alla calma» che «fucilano gli ostaggi in nome dell’amore». In «La notte e la benzina» Rino Gaetano incontra il combat rock e l’organo hammond:
«Vorrebbero farmi firmare una resa non mia», canta la voce di Gianluca Bernardo [che è anche l’autore di tutti i pezzi].

La tromba di «Sul tetto» suona l’adunata della protesta contro la colonizzazione delle nostre città. Il giro di basso ammiccante di «Ave Maria» scandisce una pregiera amara alla mediocrità del nostro pane quotidiano. I tamburi di guerra di oltre le linee nemiche ci portano nel campo minato con tanto di esplosioni musicali – dell’amore rivoluzionario di «noi, romantici in esubero». «Hiroshima take away» sembra Edoardo Bennato dei bei tempi d’oro. Sul palco e nelle loro esibizioni in strada, spessoi Rein utilizzano la bandiera clandestina di Carta. E noi ne siamo orgogliosi.

BAND: www.rein99.it info@rein99.it

«E’ finita», uscito in sei mesi fa, è il terzo disco dei Rein; un CD dedicato, dunque, ad una critica dura e poetica della societa? del consumo. Dopo aver speso un anno della loro vita a bordo di un furgone, attraversando piu? volte tutta l’Italia con una tourne?e di circa 100 date, i Rein sono tornati in studio. Il loro progetto prosegue il percorso di un collettivo che da sempre studia e sviluppa le possibilita? di fusione della tradizione folk-popolare con la musica contemporanea.
In linea con i contenuti dei dieci brani che compongono «E’ finita», i Rein hanno scelto di realizzare un disco ecologico, sposando il programma Impatto Zero promosso da Lifegate Radio. Questo ha permesso alla band di compensare le emissioni di CO2 causate dalla produzione del lavoro attraverso la creazione e la tutela di foreste in crescita in Madagascar.

Inoltre, dopo gli incoraggianti successi del loro ultimo disco «Occidente», che per oltre un anno e? stato tra i 100 LP piu? ascoltati e scaricati a livello mondiale sul portale Jamendo, il gruppo romano ripropone la scelta di pubblicare le proprie canzoni con licenze Copyleft, cosi? da permetterne la libera circolazione nella rete. Anche «E’ finita» viene lanciato in esclusiva in free-download sul web. Gli stessi presupposti legati all’ecologismo e alla sostenibilita? hanno spinto i Rein a rinunciare ad una classica distribuzione nei negozi di dischi. «E? finita» può essere scaricato dal web. In questo modo le uniche copie che lasceranno i magazzini saranno quelle realmente destinate alla vendita, in questo modo saranno contenuti gli sprechi e gli inquinamenti addizionali legati ad una normale distribuzione.
Il disco «E’ finita», e? stato anticipato dall’uscita del videoclip del brano «Sul tetto», realizzato da Marcello Saurino ed Enrico Barile. La giuria del PVI 2010 ha giudicato il video tra i migliori lavori realizzati nell’ultimo anno. Il nuovo CD sara? presentato con un lungo tour italiano ed europeo, organizzato con OTRlive in Italia e con Patchanka-Booking Agency in Germania.

I Rein sono composti da Gianluca Bernardo [voce e chitarra acustica], Luca De Giuliani [chitarra elettrica], Claudio Mancini [chitarre e organo] e Pierluigi Toni [basso e contrabbasso], cresciuti insieme sul finire degli anni ’90.

martedì 10 maggio 2011

Moduli per adesione a Cortocircuito Flegreo

Amici di seguito La carta dei principi condivisi e il modulo di adesione scaricabili Vi preghiamo di leggere la Carta e di completare il modulo in modo da facilitarci i lavori al desk di accoglienza Domenica   




lunedì 9 maggio 2011

Sul sentiero degli asini - Domencia 8 maggio Alvignano da gino&nanà














Pronti per la partenza - si gioca - inizia un nuovo viaggio

domenica 8 maggio 2011

Domenica 15 Maggio Corto circuito flegreo in festa al Giardino dell'Orco

Domenica 15 Maggio Corto Circuito Flegreo torna al Giardino dell'Orco e festeggia insieme a voi il suo primo compleanno fino al tramonto con musiche e danze

Ecco la descrizione gli eventi che ospiteremo dalle 10.30 in poi, altri dettagli in allegato sulla locandina che spero spargerete a destra e a manca:

- I produttori dell'Appennino Beneventano località Puglianello presenteranno il progetto-prodotto del latte nobile Campano con degustazione per tutti.
Questa la descrizione del produttore che ce lo presenterà:
"Produciamo il miglior latte del mondo,e non siamo esagerati,per
diversi motivi:è un prodotto interamente campano,gli allevatori e le vacche
si trovano in piccole stalle dell'appennino beneventano,esattamente intorno
a Puglianello.All'analisi chimica il latte risulta avere,naturalmente e poi
spiegherò perchè,il più alto contenuto(almeno 6 volte in più)di omega 3 e
omega 6,contiene cla(acido linoleico coniugato)vitamina e in quantità
superiori,calcio lo stesso,ed infine un sapore che sfiora la perfezione.Ciò
è possibile perchè le vacche vengono alimentate con le erbe fresche
locali,(4 varietà)che conferiscono al latte un sapore unico.Il latte è
fresco,intero e pastorizzato,ne vengono prodotti 400 litri a settimana.Agli
allevatori viene riconosciuto il triplo del ricavo a litro,e le vacche
vengono usate per la metà della loro lattazione naturale.Il disciplinare di
produzione di questo latte è stato stilato dall'Anfosc.Non viene posto in
vendita nei negozi piuttosto che nella gdo,ma solo a gas,gruppi
organizzati,associazioni.E' il latte della legalità,in quanto sfugge ad
ogni"camurria".

- Progetto Scec La solidarietà che cammina, avremo occasione di conoscere meglio il progetto napoletano della moneta complementare all'euro:
"Dal maggio del 2007 a Napoli, provincia e oltre, è nato un progetto di economia diversa, nuova, a misura di dignità di uomo, donna e bambino, che nella sua semplicità è disarmante.
Si chiama SCEC che significa “Solidarietà ChE Cammina” e funziona come uno Sconto, come uno “Sconto Che Cammina”. Visitate il sito:www.progettoscec.com. Gli SCEC si ricevono gratuitamente e possono essere spesi insieme agli €uro.
Lo SCEC è buono locale. Gli SCEC sono pezzi di carta. Gli SCEC non valgono nulla, sono le persone che li usano che hanno un valore.
Consultate l’elenco dei commercianti e professionisti che accettano anche lo SCEC come parte della propria parcella. Scoprirete che anche il Dott. Luca Vannetiello, accetta lo SCEC nella misura del 10%.
Lo SCEC è una cosa seria, travestita da gioco.
Inoltre lo SCEC ora sta circolando in tutta Italia, è nato arcipelagoSCEC e dalla Toscana alla Calabria gli SCEC possono essere spesi e accettati.
Dr. Luca Vannetiello
www.progettoscec.com
www.arcipelagoscec.org/

- La Coop. Sociale “Altri Orizzonti” di Casal di Principe presenta il laboratorio artigianale sociale per l’inserimento e l’integrazione di soggetti svantaggiati, con un manufatto pilota: la borsa riutilizzabile di Corto Circuito Flegreo
LA COOPERATIVA NASCE DA UN GRUPPO DI VOLONTARI DELLA JERRY ESSAN MASSLO,NASCE PER DARE ANCORA PIU RISPOSTE SUL TERRITORIO DI CASTEL VOLTURNO CON UN LABORATORIO SOCIALE

MISSIONE:
INTEGRAZIONE SOCIALE,LOTTA ALL'UGUAGLIAZA DEI POPOLI E E SVILUPPO PROFESSIONALE PER PERSONE CHE VIVONO IN SITUAZIONI DI DISAGIO

http://www.facebook.com/pages/COOP-Sociale-Altri-Orizzonti/148327511895019?sk=info


- Gruppo Biodanza dimostrazione pubblica: celebriamo la gioia di esser vivi con musiche, danze ed emozioni


- banchetto: 2SI per l'acqua bene comune

http://www.acquabenecomune.org/raccoltafirme/


Grazie per i commenti.

martedì 3 maggio 2011

Non buttiamo a mare l'osso

Non buttiamo a mare l’osso del Mezzogiorno
18/04/2011 Tonino Perna
Manlio Rossi Doria, un valente economista agrario, alla fine degli anni Cinquanta del secolo scorso analizzando le aree interne e collinari del Mezzogiorno rispetto a quelle di pianura, coniò l’espressione «osso»[aree interne] e «polpa»[pianure] per denunciare la profonda divaricazione – sul piano socio/economico – che le due aree andavano assumendo. Cogliendo i primi effetti della Riforma Agraria e, soprattutto, degli interventi della Cassa del Mezzogiorno che si erano concentrati sulle aree di pianura, Rossi Doria vide lontano, ma la sua denuncia restò inascoltata. Dopo oltre mezzo secolo la divaricazione tra «osso» e «polpa» nel territorio meridionale è diventata un abisso. Le aree interne si sono spopolate, le terre abbandonate e colline e montagne scendono a mare , ogni anno, con le prime piogge. L’osso del Mezzogiorno oggi sta finendo in mare con le sue colline e montagne che franano continuamente. Si tratta, infatti, di una grande area [pari a più di un terzo dell’intera superficie meridionale] che per via dell’abbandono è soggetta a frane, smottamenti, erosioni del suolo e, in alcune aree della Calabria e Sicilia, a processi di desertificazione. Un’area in gran parte spopolata con diversi paesi scomparsi [più di venti nella sola regione calabrese], prive di servizi [poste,scuole, trasporti pubblici] e abbandonate ad un inarrestabile oblio.
Oggi questo scenario desolante delle aree interne può essere modificato per due ragioni fondamentali. La prima è legata al fatto che a livello planetario la carenza di cibo comincia a farsi sentire sia per la perdita di fertilità dei suoli supersfruttati, sia per i mutamenti climatici che producono con sempre maggiore frequenza piogge intense, uragani/tifoni/tornadi, insieme a persistenti periodi di siccità in tante e vaste aree del pianeta. La speculazione finanziaria gioca la sua parte portando alle stelle prodotti primari – grano, mais, riso,ma anche cipolle ed altri beni alimentari- ed affamando le popolazioni del sud del mondo. La sovranità alimentare sta diventando un obiettivo primario, di sicurezza nazionale, in tanti paesi ed aree tanto da portare alcuni governi [India, Argentina, ecc.] a bloccare le esportazioni di alcuni cereali.

Se il cibo, i beni alimentari stanno diventando beni «strategici» c’è una ragione forte per mettere a cultura le terre abbandonate dell’osso meridionale. Ma, finora mancavano i soggetti di questo cambiamento. Oggi, cominciamo ad intravedere un altro scenario possibile grazie alla presenza di migranti provenienti da regioni agricole [etipi, eritrei, afgani,ecc.] che quando trovano un’opportunità rimangono nelle aree interne del Mezzogiorno. Diventano i soggetti della rinascita delle aree interne. E’ il caso di Badolato, Riace, Caulonia, comuni calabresi che hanno fatto dell’accoglienza degli immigrati e profughi la loro carta vincente per rinascere, per recuperare vecchi mestieri, per mettere a cultura terre abbandonate. Anche alcuni giovani stanno ritornando sulla terra con un altro animo rispetto ai loro padri e nonni.
Ma, come sappiamo, non basta che qualcuno riprenda a coltivare perché possa vivere di produzione agricola. E’ necessario che questi prodotti vengano inseriti nella rete dell’economia solidale perché abbiano un giusto prezzo e permettano a chi ha scommesso su queste attività di viverci dignitosamente. Se la rete dell’altra economia farà il salto di qualità che le nuove coordinate globali e locali richiedono, allora potremo dire che «l’osso» del Mezzogiorno ha cominciato a mettere su carne, che la vita ritorna nelle nostre aree interne per troppo dimenticate dalla politica e dalla società urbana. Ed avremo dato, come meridionali, anche un grande contributo al nostro paese che ha una strutturale bilancia alimentare in deficit.
[Questo articolo è stato scritto per favorire la nascita della rete di economia solidale Sudsud che ha cominciato a muovere i suoi primi passi e si incontrerà all'assemblea nazionale dei Gas in programma in giugno a L'Aquila; per informazioni: gennaro altromodoflegreo@libero.it