martedì 28 agosto 2012

Buon Compleanno CRISI


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Buon compleanno, crisi! Sono già passati cinque anni, e sembra ieri. Sembra ieri che i mutui subprime iniziavano a incrinare il sistema finanziario statunitense. Svelando definitivamente la pericolosità del sistema finanziario globale.

di Pietro Raitano - 21 agosto 2012

Nel novembre 2007 pubblicavamo un dossier dal titolo “La resa dei conti”. Leggete qua: “L’attacco al lavoro è un fenomeno mondiale, come mondiale è il fenomeno della crescita delle Borse e delle banche, l’altra faccia della stessa medaglia. […] È una costante: quando la distribuzione della ricchezza si fa più iniqua, l’economia si avvia verso la finanziarizzazione. Le banche oggi stanno privilegiando il finanziamento alle operazioni speculative. […] Il piano perfetto di un sistema deviato: prima impoverisce la gente e allaga le banche con soldi dei ricchi, poi spinge gli impoveriti a indebitarsi per evitare che il sistema si inceppi. Cerchiamo una soluzione prima che sia troppo tardi”.
Lo scriveva Francuccio Gesualdi su questa rivista, cinque anni fa.
E adesso -siamo nello stesso periodo- leggete qui: “Quella in atto è una correzione, come ce ne sono state altre. No, non vedo in arrivo lo scoppio di una bolla come quella della new economy. Ultimamente si era esagerato un po’ a prestare denaro, ora è in atto una forte correzione, tutto qui”. E ancora: “Finora non è accaduto nulla di catastrofico, né a mio parere accadrà”. Parole dell’economista Alberto Alesina. Faceva eco il collega Francesco Giavazzi: “La crisi del mercato ipotecario americano è seria, ma difficilmente si trasformerà in una crisi finanziaria generalizzata. Nel mondo l’economia continua a crescere rapidamente. La crescita consente agli investitori di assorbire le perdite ed evita che il contagio si diffonda”.
Sempre il 2007. Nel settembre 2008, dopo il fallimento della Lehman, Giavazzi scrive “Ieri è stata una buona giornata per il capitalismo”.

Sappiamo quasi tutto di ciò che -da 5 anni- sta accadendo, cause ed effetti. Sappiamo anche che non ne usciremo finché saremo governati (politicamente, economicamente, culturalmente) da un gruppo di persone che -nel 2012!- parla del sistema economico come se fossimo alla ricerca del Bosone di Higgs: un sistema naturale autoregolamentato.
Parlano di lunedì nero, dicono che la speculazione colpisce di più ad agosto come se si trattasse di incendi causati dalla siccità, ci spiegano che il contagio è iniziato e che siamo nella tempesta.
Salvo forse far finta di niente quando -nel frattempo- vengono fuori gli scandali del tasso Libor manipolato (il prossimo sarà l’Euribor), dei derivati venduti ai Comuni dalla banche (condannate), delle agenzie di rating pilotate, dei 93 milioni di sterline che la lobby della City di Londra spende per convincere i politici. Oppure, glissare sui 4.700 miliardi di euro che, a partire dalla “buona giornata per il capitalismo”, i contribuenti europei e statunitensi hanno versato per salvare il sistema bancario. Sempre bene tenere aggiornato questo dato: i conti li ha fatti Mediobanca, e per l’Italia stiamo parlando di 4,1 miliardi fino al novembre 2011, cui nel frattempo andrebbero forse aggiunti i 2 miliardi di Tremonti bond chiesti da Mps a giugno.
Mentre tutte queste persone parlano, la gente comune fa i conti con la precarietà, la disoccupazione, il taglio dei diritti e un ambiente sempre più deteriorato. E per questo cerca l’alternativa, non nei libri di fisica ma nella prassi, nelle relazioni.
Sull’alternativa noi abbiamo un suggerimento: impariamola dalla filiera del cibo. Quando è virtuosa, è in grado di trasformare tutto: diritti, sicurezza, tutela dell’ambiente, efficienza, recupero, benessere, socialità. E finanza, anche, ma utile allo sviluppo e non “marcia”, per citare l’Economist. Il cibo cambia il mondo.
“I poveri -scrive John Steinbeck in Furore- accorrono con le reti per pescare le patate nel fiume, e le guardie li respingono: accorrono nei loro veicoli sgangherati per cogliere le arance, e le trovano imbevute di petrolio. E restano lì, a veder scorrere le patate nel fiume, a sentire gli strilli dei maiali sgozzati nei fossi e sepolti sotto la calce, a osservare le montagne d’oro liquefarsi in putrida broda. E gli occhi dei poveri riflettono, con la tristezza della sconfitta, un crescente furore. Nei cuori degli umili maturano i frutti del furore e s’avvicina l’epoca della vendemmia”.

sabato 25 agosto 2012

CORTO&FIENO

A settembre torna Corto e Fieno

The Rural Film Festival

Dal: 14 settembre 2012 al: 16 settembre 2012
Ameno - Miasino - Pettenasco
A settembre torna Corto e Fieno
Dal 14 al 16 settembre torna CORTO E FIENO - Il Festival dedicato al Cinema Rurale!
Sabato 8 settembre anteprima a Romagnano Sesia.
Corto e Fieno guarda non solo alla ruralità italiana, ma anche e soprattutto alla ruralità e al rapporto con la terra in altri paesi d’Europa e del mondo: una ruralità che ci lega a luoghi vicini e lontani.
In concorso ci saranno film dal Brasile, dalla Francia, dall’Irlanda, dalla Svizzera, dall’Olanda, dalla Spagna e da tutta l’Italia. Per di più, moltissimi di questi film guardano e documentano un altro paese ancora: il Kosovo, il Burkina Faso, l’Etiopia, la Bosnia-Erzegovina, il Marocco.

La sezione Sempreverde è dedicata alla figura delle mondine: il riso viene coltivato poco lontano dai luoghi di Corto e Fieno e molti di noi sono cresciuti con i racconti di nonne e zie che hanno lavorato una vita con le gambe immerse nell’acqua e la schiena abbassata.

Sarà una tre giorni davvero ricca: ci accompagneremo a supereroi, galline, allevatori, maiali, raccoglitori di mirtilli, punk, cavalli, polente, pescatori, bergamottari, capre, bufale e mozzarelle, distese di menta, olivi, orti, vigneti, vini, pozzi e pascoli. Naturalmente anche quest’anno è confermata l’ormai mitica proiezione in stalla.

Scarica il PROGRAMMA!
Scarica il Comunicato Stampa 
On line il sito ufficiale cortoefieno.it 
Ulteriori informazioniAssociazione Asilo Bianco
info@asilobianco.it 
http://www.cortoefieno.it/ ùGrazie per i commenti.

venerdì 24 agosto 2012

LO SPREAD DEL CIBO


Lo spread del cibo


— 23 agosto 2012 1
di PIERLUIGI SULLO

Rubrica “Democrazia km zero” dal manifesto di giovedì 23 agosto.


Ieri era “la giornata più calda dell’anno”. Ed era uno dei due titoli principali dei quotidiani (l’altro era: “L’Italia salva nel 2013”, parola di Fitch e Moody’s, le agenzie di rating più odiate al mondo). Qui sul lago di Bolsena, dove mi trovo, non piove da un paio di mesi e quando vado a fare il bagno c’è gente che indica sconsolata quanto basso sia il livello dell’acqua. Un amico, che lavora per l’acquedotto, racconta che perfino in una zona che pare una spugna, tanta acqua c’è, ci sono difficoltà di approvvigionamento: “E’ che c’è molta gente è scappata dalla città e adesso deve annaffiare il suo prato e riempire la sua piscina”. Meno male che, secondo le previsioni, sabato prossimo pioverà. Quindi è tutto a posto.


Ma ne siamo certi? Negli Stati uniti questa estate vi è stata la peggiore siccità da più di mezzo secolo, che ha provocato un brusco aumento dei prezzi alimentari nel mercato mondiale. Quattro o cinque anni fa, un fenomeno simile provocò rivolte per il cibo in una trentina di paesi. Così che la Fao ha ufficialmente chiesto che la si smetta di usare i cereali per produrre etanolo da mescolare alla benzina: negli Usa, il 40 per cento del mais viene usato così. La Fao avrebbe dovuto aggiungere altro: che concentrare la produzione di cibo di base in due o tre posti nel mondo significa creare una enorme dipendenza di tutti gli altri. O che bisognerebbe smetterla con l’allevamento intensivo per produrre carne (consumando enormi quantità d’acqua). O, ancora, quel che spiega, sul sito (www.outraspalavras.net) del mio amico Antonio Martins, brasiliano e uno dei fondatori del Forum sociale mondiale, una ricercatrice londinese, Amy Horton. La quale cita tale Peter Sorrentino, amministratore statunitense di hedge funds: grazie alla siccità “si è aperto il rubinetto dei soldi”.


In giugno, racconta Horton citando la Barklays Bank, “i mercati dei derivati agricoli sono stati inondati da 89 miliardi di dollari di denaro speculativo”: forse spinti da Monti a cambiare bersaglio. Questo significa, dice sempre l’articolo citando questa volta una ricerca del New England complex systems institute, che nei mercati mondiali degli alimenti si creerà una bolla speculativa che provocherà “un inevitabile picco dei prezzi nel 2013”: fenomeno che la siccità sta accelerando. La speculazione gioca sul fatto che il sistema agricolo “dipende sempre di più dalle negoziazioni volatili di un pugno di cereali-chiave”.

“I movimenti per la sicurezza alimentare – conclude Horton – rivendicano diversità di coltivazioni più resistenti ai mutamenti climatici e controllate localmente”. Infatti, il 19 settembre arriverà a Bruxelles, per esigere un cambiamnento delle politiche agricole europee, la “Good food march”, promossa da Slow Food, Via Campesina, e altri: agricoltori, cittadini, giovani, ci arriveranno in bici, con i trattori, ecc. Si parte il prossimo 25 agosto da Monaco di Baviera, dove si svolgerà Teller Statt Tonne (“Piatto, non rifiuto”): si cucineranno cose buone con la verdura scartata dai supermercati. In Europa si getta via la metà del cibo.



Grazie per i commenti.

giovedì 23 agosto 2012

E' TEMPO DI BILANCI DI GIUSTIZIA



Campagne Appuntamento dal 23 al 26 agosto a Fanano, sull'Appennino modenese
Un mondo diverso già esiste, parola di "Bilanci di giustizia" Le famiglie aderenti alla rete dedicano il loro incontro annuale al tema "Vogliamo crescere decrescendo". A partire dai numeri, quello dei "bilanci" familiari mensili analizzati dalla segreteria, è possibile scoprire che ci sono in Italia persone in grado di aiutare il governo a capire "come uscire dalla crisi", cambiando stile di vita
 
Estate, tempo di vacanze, ma anche di pensieri e riflessioni. E se in una nota località balneare della costa adriatico romagnola, qualche migliaio di persone si ritroveranno come sempre in un meeting per discutere di politica, affari e forse pure delle variopinte camicie del loro discusso leader, nella stessa regione, al centro della penisola e precisamente sulle montagne dell’Appennino, qualche centinaio di altre persone, sicuramente ben diverse dalle precedenti, si incontreranno per confrontarsi sul loro stile di vita. E questa, sì, è buona politica.
Si tratta, infatti, dell’incontro nazionale delle famiglie aderenti alla Campagna “Bilanci di Giustizia”, che si terrà a Fanano, sull’Appennino modenese, dal 23 al 26 agosto. Il tema di quest’anno sarà “Vogliamo crescere decrescendo”, e in un momento come questo -in cui la crisi profonda dell’economia sta disarticolando un po’ tutto e tutti- il titolo dato al loro incontro è già tutto un programma.
Giunta al suo diciannovesimo anno di età, la Campagna mostra che un diverso stile di vita è possibile e assolutamente necessario, anche alla luce della grave crisi economica che attraversiamo.
Infatti dopo i precedenti incontri in cui sono stati approfonditi temi concreti, quali il consumo sostenibile, l’acqua, la finanza, l’energia, il lavoro, la politica e la Costituzione, quest’anno i “bilancisti” vogliono dimostrare che a loro questa crisi non mette paura, perché hanno tutti gli strumenti per affrontarla e superarla.
Continuano a porsi domande, a modificare il loro stile di vita e il loro modo di consumare per ricercare un nuovo equilibrio con la natura e con le cose, svincolandosi dalle regole di questo mercato, che produce, da un lato benessere e ricchezza per alcuni e dall’altro, povertà e miseria per tanti. E di tutto ciò non vogliono essere più complici.
Nella loro sete di giustizia nei rapporti Nord-Sud, le famiglie aderenti alla Campagna, avendo sempre presente il loro prezioso strumento di lavoro quotidiano, che è la scheda di bilancio mensile, approfondiranno in questo loro incontro nazionale, il tema della decrescita, che ben si lega con un altro aspetto che da sempre li contraddistingue, la sobrietà.
“In questo tempo di profonda trasformazione economica e culturale -dice il loro coordinatore nazionale, don Gianni Fazzini– un migliaio di famiglie 'bilanciste' hanno attuato, nei 36 gruppi locali sparsi in tutta la penisola, percorsi di revisione dei consumi inseriti nelle diverse realtà territoriali. Questi percorsi hanno in comune la metodica revisione del bilancio familiare attuata innanzitutto in famiglia e condivisa e confrontata poi mensilmente nel gruppo locale. La riproposta dell’autoproduzione, in tutti i campi del quotidiano, il reinserirsi nei ritmi naturali, la ricostruzione del tessuto sociale a partire da iniziative locali, sono alcune delle piste di ricerca maggiormente sperimentate. La segreteria nazionale, a Venezia Marghera, coordina la Campagna e promuove i contatti tra tutti i partecipanti. L’incontro di Fanano sarà per noi lo spazio per condividere ciò che si sta vivendo e per prendere consapevolezza del valore esistenziale e politico di questo movimento unico in Europa.
La scelta del luogo dell’incontro non è stata casuale, bensì legata al desiderio di rendere visibile uno stile in sintonia con la campagna e con il tema scelto  questo anno”.
Ospiti e relatori dell’incontro, che avranno anche il compito di stimolare la discussione, saranno: Emanuela D’Angelo (coautrice del libro “Gli alberi non crescono fino al cielo”), Maurizio Pallante del movimento per la decrescita, Francuccio Gesualdi del Centro nuovo modello di sviluppo di Vecchiano (Pisa) e un rappresentante di Sbilanciamoci.
Antonella Valer, insegnante di Economia e diritto presso le scuole superiori, nonché storica aderente alla Campagna, relazionerà sul recente simposio organizzato dal Wuppertal Institute dal titolo: “L’economia della sufficienza: ciò che manca all’agenda di Rio…”.
Anche quest’anno non mancheranno gli utili laboratori pratico teorici e totalmente autogestiti, nei quali si potranno apprendere le buone pratiche e il saper fare. Inoltre saranno organizzate attività e iniziative a tema per i più piccoli suddivisi per fasce di età e per gli adolescenti riuniti nel gruppo “Fuorirotta”.
L’ultimo giorno sarà presentato il rapporto annuale, che contiene i dati informativi ed economici inviati mensilmente alla segreteria nazionale da ogni famiglia aderente che, una volta sapientemente assemblati, sono un ottimo indicatore statistico e di confronto con i dati della “famiglia tipo” italiana studiata dall’Istat. L’esempio fornito da ogni famiglia fa comprendere che, con un po’ di impegno e sobrietà, è possibile modificare il nostro stile di vita secondo criteri di giustizia. E che un mondo diverso è possibile e necessario, e già esiste da 19 anni.
 


Grazie per i commenti.

lunedì 13 agosto 2012

TERRE FUTURE

Aggiornamenti su “Terre Future”a cura di Sabrina Menestrina








Un primo articolo sulla fondazione Terre Future era comparso sul primo notiziario 2012 scaricabile da www.biodinamica.org



La terra come bene comune è un tema sempre più rilevante nei pubblici dibattiti. L’Associazione Terre Future sta proprio in questi giorni sperimentando che alleanze allargate sono non solo più efficienti di uno stretto corporativismo, ma imprescindibili nel momento in cui si vuole cambiare qualcosa nel mondo. Il 22 giugno l’Associazione ha allargato la propria compagine sociale e il consiglio direttivo tra cui spiccano Sefea, Ass. Agricoltura Biodinamica, Cooperativa “Primavera”, Federbio, Fondazione Iris, Terre dell’Oasi WWF, Aiab e altri, in arrivo. Ricordo brevemente che lo scopo dell’associazione è la promozione di un utilizzo socialmente ed ecologicamente sostenibile della terra tramite un rapporto equilibrato tra uomo e natura, che rispetti il paesaggio e gli ecosistemi. Tale scopo verrà in particolare articolato su tre fronti:



1. promuovere e sostenere le attività in ambito rurale dedicate all’agricoltura biologica e biodinamica; 2. favorire la creazione di reti ampie di supporto alle iniziative di cui sopra (tra generazioni, tra città e campagna, tra agricoltori e consumatori, tra agricoltori e pianificatori, etc.);



3. sensibilizzare la collettività sul tema della terra e della sua corretta gestione.



In particolare, si vuole creare, nel contesto italiano, un’iniziativa che permetta nel lungo termine di sviluppare attività economiche in ambito rurale, costruendo attorno ad esse una rete di supporto che possa offrire servizi adeguati (finanziari, commerciali, formativi di accompagnamento, etc.) arrivando ad influenzare anche il dibattito politico sul tema agricolo.







La situazione italiana (si veda tabella riferita al 2010) parla di una perdita del 10% della superficie agricola in 10 anni e del 30 – 40% delle aziende agricole. In Italia, inoltre, il costo della terra per ettaro e 8 – 15 volte superiore rispetto alla Francia, per esempio.







Adattandosi alle necessità del contesto agricolo nazionale, l’iniziativa italiana vuole concentrarsi in particolare su 2 di queste:



1. difficoltà di accesso al credito



2. difficoltà di accesso alla terra



L’obiettivo è quello di individuare ed utilizzare uno o più strumenti adatti a dare una risposta a tali problematicità, attraverso la raccolta di risorse da poter impegnare su questi due fronti (donazioni – prestiti infruttiferi a lungo termine – raccolta di risparmio per acquisizione di terreni e erogazione di finanziamenti agevolati).



Questa iniziativa mira a sostenere gli agricoltori biologici/biodinamici in percorsi trasparenti che consentano la loro sopravvivenza. Tutte le fattorie saranno affittate agli agricoltori per lunghi periodi, con criteri e con regole speciali e non sarà prevista solo un’agricoltura biologica o biodinamica, ma anche la cura e manutenzione del territorio con le sue siepi, i suoi alberi, le vecchie strutture murarie, etc. Si sta ideando un nuovo contratto civile affinché gli agricoltori e gli “azionisti” di questo progetto si uniscano per creare un paesaggio orientato al futuro creando aree statutariamente vincolate all’agricoltura biologica e biodinamica. Questo è un progetto per salvare l’Italia e costruire il futuro del Paese e verrà ufficialmente presentato a fine ottobre al salone Terra Madre a Torino.







Per informazioni:



g.pinaffo@sefea.org ;



fabi.ion@gmail.com



Grazie per i commenti.

giovedì 9 agosto 2012

inizia la svendita: fermiamola

NAPOLI 09/08/2012  - La Campania trasferibile, secondo l’Agenzia del Demanio, offre molto di meno di Napoli e provincia. Solo Salerno cede tanto: 284 beni. Per Caserta l’elenco comprende 101 immobili, 56 per Avellino, appena 21 per Benevento (in gran parte fondi agricoli tra il capoluogo, Buonalbergo e Sant’Agata dei Goti). Nella provincia più grande della regione si potrebbe, teoricamente , comprare di tutto. Il Cilento è la zona sulla quale puntare la lente d’ingrandimento. Ma lo Stato vuole disfarsi anche di un appezzamento ad Altavilla Silentina nella tenuta di Persano e di un terreno nell’ex alveo della Valle dei Mulini a Positano.

A Camerota bisogna accontentarsi di un «terreno incolto sterile», ma a Ravello c’è un’area in località Sambuco (strada statale per Chiunzi). Di Corbara vengono offerti varie fette del bosco, mentre di Capaccio diversi arenili, ma pure una scuola elementare, una materna e due camping. Poco più lontano a Battipaglia vendesi un bar ristorante come a Sapri. Tantissimi i fabbricati e i fondi di Sala Consilina da immettere sulla piazza.

A Mercato San Severino, invece, si può comprare il Casello di Ciorani e a Eboli un ex-tabacchificio. Arenili pure ad Ascea e ad Amalfi il suolo per la caserma dei carabinieri. E poi numerosi pezzi dell’ex sede ferroviaria di Atena Lucana e a Nocera Inferiore il Rione Popolare Municipio. A Caserta, oltre a due scuole, risulta trasferibile il Cimitero militare alleato (poco meno di 50mila euro). Ma nella provincia tra i pezzi pregiati c’è il Convitto Giordano Bruno di Maddaloni.

Ad Aversa potreste diventare i proprietari dell’ex campo profughi di Carinaro e del fabbricato dei padri Celestini, mentre a Capua si può scegliere tra l’ex caserma Panatica, un bastione o un fondo del poligono di Triflisco. A Santa Maria Capua Vetere il Demanio venderebbe il nuovo deposito stalloni (cavalli, certo) e quello delle munizioni. Un poligono di tiro è trasferibile pure ad Ariano Irpino, in provincia di Avellino, mentre a Mercogliano si può optare per un rifugio montano.
 

dal IL MATTINO
Grazie per i commenti.

martedì 7 agosto 2012

PODERE AL POPOLO


Appello per creare una rete a sostegno dell’accesso alla terra

 
Nell’ambito delle iniziative utili per concretizzare la campagna per l accesso alla terra, vorremmo costituire un gruppo di lavoro composto da figure professionali con diverse competenze.
Un nuovo insediamento contadino può realizzarsi se chi ha ottenuto l’accesso alla terra – come proprietario o affittuario per almeno 10 anni – è in seguito in grado di proporre un progetto credibile e realizzabile di coltivazioni. Questo consentirà di chiedere il permesso di costruire un’abitazione e, di pari passo, la nuova attività dovrà poter effettuare la vendita della produzione agricola in modo trasparente adeguandosi alla normativa fiscale vigente.
Alla luce di quanto detto sono necessari: 
Un commercialista (aspetti fiscali burocratici legati alla figura dell’imprenditore agricolo)
Un agronomo (piano di miglioramento o di sviluppo)
Un geometra e/o architetto (progettazione dell’abitazione) in grado di proporre un tipo di abitazione “leggera” dal punto di vista ambientale (legno, paglia, terra cruda..) .
I costi attuali delle consulenze di questi professionisti sono in genere tanto alti da impedire sul nascere l’ingresso nel mondo rurale di tutti quelli che, pur dotati di buona volontà e passione, non dispongono di capitali. Per questo abbiamo pensato di diffondere questo appello collegandolo alla Campagna per l’Accesso alla Terra e rivolgerlo a tutto il composito mondo di associazioni di volontariato, onlus, gruppi di acquisto solidale, a tutti quelli che in qualsiasi forma sostengono il mondo rurale, per trovare chi, in modo volontario e quindi gratuito, voglia mettere le proprie capacità a disposizione dei nuovi-futuri contadini..
Per scongiurare qualsiasi possibilità di speculazione immobiliare, i nuovi insediamenti, con le annesse abitazioni, saranno vincolati all’attività agricola e non sganciabili da questa neppure in un futuro remoto.
Una volta costituitosi, il gruppo affiancato da agricoltori già con esperienza ed anch’essi volontari – potrà esere consultato gratuitamente da quanti avranno dichiarato in modo chiaro la propria intenzione di diventare contadini..
 Le adesioni possono essere inviate a

Grazie per i commenti.

che succede a ROMA ?

7 agosto 2012
AIAB E COOP 29 GIUGNO SGOMBERANO LA CITTA' DELL'ALTRA ECONOMIA
Questa mattina alle ore 6 le forze dell'ordine hanno compiuto un blitz
entrando di forza nei locali della CAE, presidiata da giorni da
cittadini e cittadine, attivisti, rappresentanti di organizzazioni
sociali, sindacati e associazioni  che lavorano da oltre un anno e
mezzo per ridare nuova vita alla Citta' dell'Altra Economia.
Questa azione avviene all'indomani di un incontro tra gli occupanti e
tre rappresentanti della cordata vincitrice del bando: Salvatore Buzzi
della coop. 29 giugno, Enrico Erba e Andrea Ferrante dell'AIAB.
L'incontro era stato favorito dal consigliere Andrea Alzetta ed era
volto a iniziare un percorso di dialogo con gli occupanti.
Durante questo incontro è stata riconosciuta agli occupanti la
legittimità a proseguire le attività e le progettualità portate avanti
in questi anni alla CAE. Questa apertura ha portato a definire un
ulteriore incontro per oggi per continuare una eventuale trattativa.
Nonostante questo percorso, oggi siamo stati buttati fuori dal
presidio e dieci persone sono state denunciate per occupazione
abusiva.
Dopo neanche un'ora si sono presentati alla CAE, Francesco Coccia
(Comune di Roma), Enrico Erba (AIAB), Andrea Ferrante (AIAB) e Carlo
Patacconi (Agricoltura Nuova) che con aria tronfia hanno preso
possesso dei locali.
L'azione di questa mattina dimostra la connivenza tra realtà che si
dichiarano altroeconomiche e pratiche aggressive ed antidemocratiche
che nulla hanno a che vedere con il dialogo e la mediazione.
Ribadiamo che la CAE appartiene a tutti i cittadini e le cittadine di
Roma come spazi, esperienza e portato, e chiediamo una volta di piu'
che ci sia garantito di proseguire il percorso avviato da tempo, che
restituirebbe alla citta' un luogo di socialita', economia altra,
elaborazione, formazione.
Denunciamo all'opinione pubblica cittadina, alla forze politiche e
alle forze sociali quanto sta avvenendo e affermiamo che continueremo
nella battaglia per la costruzione di spazi di progettazione di
altreconomia vera, partecipata e democratica.
La mobilitazione proseguirà per veder garantita a questa città un
luogo per l'economia solidale vero. Roma non ha bisogno di un altro
centro commerciale della green economy.
Appuntamento per tutte e tutti alle ore 09.00 alla CAE.

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Monica Di Sisto - Vice presidente
[FairWatch] Commercio Equo, Sostenibilità, Comunicazione
 
Grazie per i commenti.