VERSO
LA…. CIUCCIOPOLITANA!
Il
germe della Ciucciopolitana si annida
nella progettualità partecipata che si iniziò a sperimentare a Pruno di Laurino
nell’ambito di un intervento di sistema integrato che riguardava l’omonima
valle.
L’Associazione L.O.S.A.P. (LUDO-LABO
OSSERVATORIO SOCIO AMBIENTALE PRUNO) in partenariato con Ente Parco, nello
specifico con il Prof. Pasquale Persico, allora redattore del piano di sviluppo
socio-economico del territorio, ed in
collaborazione con le istituzioni locali, fu animatrice e promotrice di una serie di interventi che riguardavano la
salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio culturale ed
architettonico della Valle di Pruno.
Fu quindi da quel momento, agli albori
del nuovo millennio che si inizio a parlare di ‘Valle degli asini’. Si pensò, a sostegno di questa azione, di liberare
nella valle un determinato numero di asini e garantire loro una esistenza contemporanea svincolata dagli stereotipi che
accompagnano i nostri amati ciucciarielli.
Questa
scommessa artistico-concettuale partorita dalla collaborazione tra
l’economista illuminato, l’eclettico artista contemporaneo Ugo Marano e gli
“attori locali nuovi monaci del terzo millennio”, voleva sperimentare che tipo
di interesse ed inevitabile ricaduta avesse avuto la forza di innescare una
tale provocazione “liberatoria”……
“ATTACCA LU PATRONE ADDO VOLE/A LU
CIUCCIO” fu la naturale evoluzione della vicenda e la genesi del ‘Progetto Ciucciopolitana’
che vedeva luce e voleva essere una occasione per coniugare la tradizione contadina
e pastorale con i temi della ruralità
contemporanea che già da tempo venivano portati avanti dall’associazione e
dalla pratica quotidiana di decrescita lenta e felice esperita in Tempa del
Fico.
La Ciucciopolitana fu immaginata da Angelo
Avagliano come una infrastruttura fondamentale che servisse a mettere in rete e
connessione i nodi ed i frammenti della “Certosa esplosa” e ricaduti sul
territorio del Cilento.
Il tutto inserito nella rivoluzionaria
idea “Città del Parco” che era la stella polare della ri-nascita di un
territorio ricchissimo e che aveva il pregio di “essere in ritardo”…
I
ciucci, ingegneri naturalistici della
scuola fondamentale, dovevano diventare facilitatori e mediatori di comunicazione
all’interno di una dialettica di solidarietà tra le situazioni di biodiversità
antropologiche, naturalistiche e colturali presenti e disseminate nel
territorio del Parco del Cilento.
Un viaggio lento che permettesse di
incontrate lo spirito del posto, le acque sonanti la cultura musicale popolare
e le tante eccellenze alimentari sopravvissute grazie alla lungimirante e
caparbia r-esistenza dei contadini e pastori la cui sapienza comportamentale rappresenta e aspira a rappresentare, un
baluardo alla deriva dei rapporti umani
che caratterizzano l’attuale momento storico.
Si propone così una interazione con l’asino alla pari, senza cioè considerarlo come uno
strumento di lavoro su cui montare per farci portare ma come un compagno di
viaggio che può anche aiutarci ad alleggerirci pesi ma che soprattutto ci
regala e ci suggerisce un punto di vista
di interpretazione e di fruizione della realtà più umile e allo stesso tempo
più integrata e sostenibile, punto di vista che nella corsa al progresso abbiamo
da tempo smarrito.
Nello specifico, il tratto distintivo che anima il progetto della Ciucciopolitana
consiste nel desiderio di generare e porre in essere una infrastruttura sociale
che consente pratiche e colture di sane relazioni tra le persone piuttosto che
non una sterile via di transito fine a se stessa; è in questo senso che il
progetto è rivolto ad un Cilento ‘interiore’, nella doppia accezione di
‘interno geografico’ (privilegiando un punto di vista non consumistico e spesso
soltanto balneare del territorio salernitano) e di ‘interno intimo’, dove i
percorsi in compagnia degli asini sono percorsi dell’animo e della condivisione
di valori semplici e di amicizia tra le genti e le terre attraversate. Riscoprire
le vecchie strade, tratte anche
abbandonate, attraverso il percorso con l’asino è inoltre consente di manutenerle e di reimpostare una fruizione del territorio
a misura d’uomo, valorizzativa e non consumistica, privilegiando il punto di
vista lento del procedere a piedi a passo d’asino e non in vetture e treni che
spesso tagliano i territori attraversandoli velocemente ovvero mortificandoli e
non consentendo al viaggiatore di viverli come essi meritano.
Il
‘Progetto Ciucciopolitana’ finalmente parte: il trasferimento di uno dei ciucci, Austino, da Pruno a Vibonati è
l’occasione per l’Inaugurazione simbolica e quanto prima operativa della Prima
‘Tratta-Madre’ che nel novembre scorso per due lunghi giorni di marcia nel
Cilento ha visto attori (col patrocinio della Fondazione Alario di Ascea), l’Associazione
LOSAP presso la Tempa
del Fico a Pruno di Laurino di Angelo Avagliano (partenza), l’Associazione
Terramadre di Caselle in Pittari di Antonio Pellegrino (transito) e l’Ateneo
Nomade Triangolare presso Casale Il Sughero a Vibonati di Amedeo Trezza
(arrivo).
Stato
di fatto: ad oggi, sia l’origine del
Progetto, che nacque a Pruno di Laurino presso l’Ass. LOSAP, che la nuova
stazione terminale di Vibonati a Casale Il Sughero, che accoglie la scommessa
della Ciucciopolitana dando man forte
agli ideatori, stanno lavorando per consolidare la ‘Tratta-Madre’
Pruno-Vibonati in due direzioni:
1)
Necessario infittimento e consolidamento lungo il
percorso compreso tra i due terminali;
2)
Auspicato allungamento della ‘Tratta-Madre’ in
entrambi i sensi, cercando collaborazioni e forze nuove da impegnare in tal
senso.
Un
ringraziamento al PROFESSOR VINCENZO DE GALLINIS ,esperto infrastrutture
leggere ed urbanistica immaginifica per l’estensione della prima “mappina”….
Grazie per i commenti.
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