AGRICOLTURA / CONSUMO DI SUOLO / DISSESTO IDROGEOLOGICO
L’Italia non è un più un Paese per agricoltori
by SALVIAMOILPAESAGGIO on giu 26, 2013
Cemento, burocrazia e costi alle stelle allontanano i giovani dalla terra. Mentre aumenta la nostra dipendenza alimentare da Cina ed Est Europa
Nel mainstream mediatico sono molti i casi raccontati di operai lasciati in cassa integrazione, lavoratori licenziati da aziende in crisi, di suicidi fra imprenditori ma c’è un aspetto di questo impasse economico che viene poco trattato: la strage silenziosa delle aziende agricole di cui non si hanno stime numeriche affidabili.
venerdì 28 giugno 2013
venerdì 14 giugno 2013
martedì 11 giugno 2013
giovedì 6 giugno 2013
la passion du pain
“la
passion du pain”
un
appuntamento imperdibile!
prima
volta al sud
Martedì
11 Giugno
dalle 10°° alle
18°° c/o Terra &
Libertà –
Montella (AV)
i
CONTADINI FORNAI di Terra & Libertà
incontrano
i
CONTADINI FORNAI
FRANCESI
una
“lezione magistrale” con
NICHOLAS
SUPIOT
tradotta
in italiano, in cui verranno mostrate tutte le fasi della
panificazione con pasta madre,
su
come ”PANIFICARE I GRANI ANTICHI” un’occasione unica d’imparare
perché e come panificare grani deboli in glutine e ricchi di
nutrienti
Fondatore
del movimento dei Paysans Boulangers e protagonista del video “Les
Blés d’or”, ha salvato centinaia di varietà di grano che
coltiva e panifica nella sua fattoria in bretagna con un metodo
speciale per valorizzare i nutrienti. Grazie al suo approccio
sistematico ed olistico alla panificazione, è in grado di fornire
strumenti per migliorare il proprio pane e/o adattare il metodo di
panificazione ai grani locali antichi.
è
gradito un contributo di 25€ per sostenere l’iniziativa
in
giornata durante le pause condividiamo cibo genuino, noi facciamo
pizze contadine con grani antichi e quello che ci passa per la testa…
possibilità
di ospitalità con sacco a pelo in stanza comune per chi volesse
arrivare il giorno prima.
Accoglienza
Rurale “Terra&Libertà”
Sp
386 n. 66, Loc S.Francesco a Folloni, Montella (AV)
martedì 4 giugno 2013
NE' PRIVATA NE' DI STATO -SENZA SOLDI
La recensione di Sandro Medici – candidato indipendente a sindaco di Roma – di “Senza soldi”, il libro edito da Intra Moenia con Democraziakmzero e Altramente (http://www.democraziakmzero.org/2013/05/03/senza-soldi-il-libro/). La recensione è stata pubblicata dal manifesto del 16 maggio 2013.
Ecco l’articolo.
Sopravvivere alla crisi non è solo una necessità. Non riguarda solo dove cercare occasioni di reddito, cosa progettare per promuovere lavori e attività produttive. Quel che sta affiorando nel mondo, tra le mille e mille esperienze «ostinate e contrarie», è anche (in alcuni casi, soprattutto) inaugurare pratiche di relazione libere dall’ossessione del profitto e dalla ferocia dello sfruttamento. Un’insorgenza di nuovi itinerari che sfuggono all’angustia mortifera di un capitalismo che debilita popoli e territori. Un processo diffuso e multiforme che introietta l’asprezza della crisi come bisogno di soluzioni alternative da sperimentare nel concreto. Siamo infatti nel pieno di un collasso finanziario che scompensa e devasta l’economia planetaria e che nessuno sembra in grado di sanare. la posta in gioco è come uscire dalla crisi prefigurando modalità e pratiche che si discostino dai modelli speculativi all’origine della crisi stessa. Per esempio, collaudando un’economia che faccia a meno dell’intermediazione monetaria.
E proprio “Senza soldi” è il titolo di un libro edito da Intra Moenia, in collaborazione con AltraMente e «Democrazia Km Zero», a cura di Roberto Musacchio, Anna Pizzo, Patrizia Sentinelli, Pierluigi Sullo, che raccoglie e racconta le storie di «chi e come riesce a fare a meno del denaro». Baratto, mutualismo, monete locali, autoaiuto, riciclaggio, cooperazione, riuso, consumo critico, produzione culturale indipendente, autogestione dei servizi, welfare comunitario, autosussistenza, donazioni, condivisione scientifica e tecnologica, agricoltura sociale, municipalismo partecipato, acquisti solidali, coworking, autocostruzione, valorizzazione ambientale. Da Napoli a Rieti, da Torino a L’Aquila, a Cesena, a Rozzano, a Follonica. «Questo libro non vi mostra che una punta dell’iceberg – spiega Pierluigi Sullo nella prefazione – nel mondo, l’economia detta “informale” è sempre più la sola via di salvezza non di milioni ma di miliardi di persone».
È già successo che nei cicli critici del capitalismo maturassero forme economiche alternative, con cui le comunità sociali riuscivano a difendersi dall’impoverimento, trovando via via gli antidoti con cui riassestare la propria condizione materiale. Ma di questi tempi, fors’anche per la natura strutturale della crisi, l’impressione è che si stia componendo un modello destinato a cambiare profondamente sia i processi produttivi, sia le coordinate sociali del consumo e dello scambio. Una nuova cultura economica, insomma. Una trasformazione che riattualizza antiche modalità di mutuo soccorso e promuove, allo stesso tempo, un’inedita gestione delle risorse, rispettosa dell’esigenza redistributiva. Se non fosse una definizione inflazionata, si potrebbe parlare di economia come bene comune. Né privata né pubblica: un’autoproduzione di alimenti e merci, servizi e opere immateriali, frutto di consapevolezza culturale e autorganizzazione politica.
Grazie per i commenti.
L'ITALIA DESNUDA
L’Italia desnuda
— 3 giugno 2013
Cinquant’anni fa accadevano casualmente dei fatti che rendono il 1963 un anno cruciale per la storia del rapporto tra esseri umani e ambiente nel nostro paese. Il 9 ottobre il monte Toc franava sull’invaso idroelettrico del Vajont provocando la morte di 1910 persone. Giusto un mese prima, Le mani sulla città di Francesco Rosi veniva premiato con il Leone d’oro alla Mostra del cinema di Venezia. Nella primavera, la segreteria nazionale della Dc sconfessava e affossava definitivamente la proposta di riforma di nuova legge urbanistica dell’ex ministro Fiorentino Sullo che prevedeva la possibilità di esproprio delle aree edificabili, separando diritto di proprietà dal diritto di edificazione. Sempre quell’anno, per merito della casa editrice Feltrinelli, usciva in italiano Silent Spring di Rachel Carson, il libro capostipite dell’ambientalismo scientifico, che raccontava gli effetti persistenti del Ddt sugli ecosistemi. Insomma, eventi apocalittici rivelatori e conflitti politici dirimenti aiutavano l’Italia ad uscire dall’ubriacatura collettiva degli anni del miracolo economico postbellico e ci facevano prendere coscienza delle ingiustificabili follie devastatrici di un non-modello di sviluppo “estrattivista” – diremmo oggi – asservito agli interessi della rendita. Tra speranze di cambiamento (il centro-sinistra) e successivi disastri (la frana di Agrigento e le alluvioni di Firenze e Venezia nel 1966, ad esempio), nulla cambierà fino ai nostri giorni. Anzi, gran parte della finanziarizzazione dell’economia iper-neo-liberista ha come unico “sottostante” il mattone e le grandi opere. Il nostro era e resterà “il paese della metastasi cementizia”, dello sprawl urbano, della città diffusa, dell’“espansione per adduzione continua”… tanto da finire per essere governato dal più noto immobiliarista formatosi nella Milano da bere, Berlusconi.
Iscriviti a:
Post (Atom)