Una giornata di seminario sul compostaggio domestico.
Il 14 aprile a
Pozzuoli oppure il 15 aprile a Napoli, il professore Federico Valerio,
chimico ambientale, ci spiegherà come trasformare l'umido in compost.
Si può fare dal vaso sul terrazzo al giardino condominiale, in
completa autonomia, anche laddove l'amministrazione comunale non
dimostri la volontà di organizzarsi.
Finchè i comuni dovranno pagare
circa 200 euro a tonnellata per smaltire la frazione organica in
Sicilia o in comuni lontani, non ci sarà MAI un vero recupero di
questa preziosa risorsa.
E', inoltre, una frazione considerevole dei
rifiuti domestici, ossia il 35/ 40 %.
In allegato la locandina dell'evento.
Un caro saluto Doriana
sabato 31 marzo 2012
martedì 27 marzo 2012
PASQUA IN CILENTO
PASQUA IN CILENTO
5 / 9 APRILE 2012
A Pruno, come un tempo, la Settimana Santa è dedicata alla
preparazione della festa in spirito di armonia e collaborazione. Per
questo proponiamo l'opportunità di partecipare alle attività
quotidiane che caratterizzano l’attesa della Pasqua.
domenica 25 marzo 2012
non siamo in-CLINI agli OGM
Per un Bando Mondiale degli OGM (di qualsiasi in-natura)
OGM: Piante (?!) Transgeniche e Coltivazioni Mutanti Clearfields (resistenti ai diserbanti), Nanizzate (Allergizzanti)... e affini
Caro Ministro, in Italia non siamo in...Clini
PRIMA IL PANE
I Gas contro la Tangenziale Est esterna di Milano
Sabato 24 marzo la Retina dei gruppi d'acquisto solidali della Brianza aiuterà Franco Viganò al lavoro nei campi. E il modo che hanno scelto per manifestare la propria contrarietà contro la grande opera da 2 miliardi i cui lavori potrebbero partire entro fine mese, cancellando per sempre (anche) i terreni agricoli del progetto di filiera corta "Spiga&madia" (vedi Ae 127)
di Luca Martinelli - 21 marzo 2012
“L’apertura dei cantieri necessari per realizzare la Tangenziale Est esterna di Milano è, ormai, imminente dal momento che avverrà a partire dall’ultima settimana di marzo, si svilupperà dal campo-base approntato lungo la Rivoltana e verrà, inizialmente, finanziata da un prestito-ponte di 120 milioni di euro”.
Lo ha annunciato, con un comunicato stampa diffuso martedì 6 marzo, Tangenziale Esterna SpA. I cantieri verranno aperti, dunque, nonostante manchino all'appello oltre l'80% delle risorse necessarie per completare l'opera. Il conto, infatti, ammonta a quasi due miliardi gli investimenti complessivi previsti per la realizzazione dell'opera.
Non c'è una data certa per la chiusura dell'accordo con le banche, che saranno le grandi finanziatrici dell'opera, ma Tem spa ha deciso di dare comunque il via al primo lotto dei lavori. Ciò significa che la realizzazione dell'opera parte, che non è certo che i lavori arrivino a compimento, mentre l'unica certezza -vista anche la localizzazione scelta per il primo campo base- è che la Tangenziale Est esterna rischia di cancellare il progetto “Spiga & madia”: la rotonda che collegherà la Tangenziale all'A4 sorgerà, infatti, sui terreni agricoli dove 600 famiglie dei gruppi di acquisto solidali della Brianza coltivano da anni il grano per il loro pane. Un progetto di “filiera corta”, realizzato su un terreno convertito all'agricoltura biologica dalla sapienza contadina e con il sostegno dell'economia solidale brianzola, nella Provincia più cementificata d'Italia.
"Chi semina strade, raccoglie traffico" è lo slogan scelto per promuovere l'assemblea generale dei movimento No Tem, che domenica 18 marzo ha riunito centinaia di persone al Presidio permanente Martesana di Pessano con Bornago.
Il prossimo 24 marzo 2012, invece, i Gas aderenti a “Spiga & madia” si danno appuntamento a Caponago, per aiutare nella propria attività Franco Viganò, l'agricoltore che lavora il terreno per conto dei gruppi d'acquisto.
"Ancora una volta -scrive la Retina in un comunicato- facciamo appello alle istituzioni coinvolte (Provincia di Milano, Provincia di Monza e Brianza e i Comuni interessati dall'opera) affinché non barattino presunte esigenze di mobilità con il diritto delle comunità alla sovranità alimentare"www.altreconomia.it/site/fr_rivista_detail.php.
Lo ha annunciato, con un comunicato stampa diffuso martedì 6 marzo, Tangenziale Esterna SpA. I cantieri verranno aperti, dunque, nonostante manchino all'appello oltre l'80% delle risorse necessarie per completare l'opera. Il conto, infatti, ammonta a quasi due miliardi gli investimenti complessivi previsti per la realizzazione dell'opera.
Non c'è una data certa per la chiusura dell'accordo con le banche, che saranno le grandi finanziatrici dell'opera, ma Tem spa ha deciso di dare comunque il via al primo lotto dei lavori. Ciò significa che la realizzazione dell'opera parte, che non è certo che i lavori arrivino a compimento, mentre l'unica certezza -vista anche la localizzazione scelta per il primo campo base- è che la Tangenziale Est esterna rischia di cancellare il progetto “Spiga & madia”: la rotonda che collegherà la Tangenziale all'A4 sorgerà, infatti, sui terreni agricoli dove 600 famiglie dei gruppi di acquisto solidali della Brianza coltivano da anni il grano per il loro pane. Un progetto di “filiera corta”, realizzato su un terreno convertito all'agricoltura biologica dalla sapienza contadina e con il sostegno dell'economia solidale brianzola, nella Provincia più cementificata d'Italia.
"Chi semina strade, raccoglie traffico" è lo slogan scelto per promuovere l'assemblea generale dei movimento No Tem, che domenica 18 marzo ha riunito centinaia di persone al Presidio permanente Martesana di Pessano con Bornago.
Il prossimo 24 marzo 2012, invece, i Gas aderenti a “Spiga & madia” si danno appuntamento a Caponago, per aiutare nella propria attività Franco Viganò, l'agricoltore che lavora il terreno per conto dei gruppi d'acquisto.
"Ancora una volta -scrive la Retina in un comunicato- facciamo appello alle istituzioni coinvolte (Provincia di Milano, Provincia di Monza e Brianza e i Comuni interessati dall'opera) affinché non barattino presunte esigenze di mobilità con il diritto delle comunità alla sovranità alimentare"www.altreconomia.it/site/fr_rivista_detail.php.
Grazie per i commenti.
martedì 20 marzo 2012
Proteggiamo il SUOLO
Appello a Monti per varare una legge quadro sul suolo
Vogliamo segnalare e dare visibilità a un autorevole appello di pedologi e agronomi sulla difesa del suolo.
Oltre 300 scienziati ed esperti italiani di suolo agrario e forestale hanno sottoscritto un appello al Presidente del Consiglio Monti perché si faccia promotore e garante di un’iniziativa parlamentare per varare una legge quadro sul suolo.
_______________________________________________________
Senatore Mario Monti
Presidenza del Consiglio dei Ministri
Palazzo Chigi, Piazza Colonna 370
00187 Roma 22 febbraio 2012
Signor Presidente, il degrado ed il consumo del suolo hanno raggiunto livelli drammatici con cui la nostra comunità nazionale e la stessa Unione Europea devono fare i conti.
Questa lettera è un grido di allarme lanciato da scienziati ed esperti di suolo agrario e forestale che assistono impotenti ad un costante degrado e ad una perdita irreversibile e transgenerazionale di una risorsa ambientale fragile ed essenzialmente non rinnovabile.
Risorsa al contempo assolutamente preziosa per il benessere sociale, ambientale ed economico del nostro Paese.
Il suolo produce beni e servizi non sostituibili: è risorsa fondamentale per la vita sulla Terra, è il supporto alla produzione agraria e forestale fornendo cibo, biomasse e materie prime, è riserva di patrimonio genetico, filtra e conserva l’acqua delle precipitazioni, è custode della memoria storica, nonchè elemento essenziale del paesaggio. È il principale deposito di carbonio delle terre emerse.
Nella società italiana l’importanza del suolo è poco percepita ed esso è sottoposto a pressioni ambientali crescenti determinate, e talvolta acuite, da uno sviluppo urbano non più sostenibile, da pratiche agricole e forestali inadeguate, da attività industriali. Tutto ciò sta degradando continuativamente, e spesso in maniera irreversibile, le insostituibili funzioni produttive ed ambientali del suolo. Il censimento ISTAT indica che dal 2000 al 2010 si sono persi oltre 300.000 ettari di superfici agricole. Riteniamo che l’attuale tasso di consumo e di degrado dei suoli determini conseguenze economiche gravissime per le nostre generazioni e ancora di più per quelle future.
Signor Presidente, ogni anno il degrado del suolo costa almeno 80 euro a ciascun abitante dell’Unione Europea. A livello comunitario, i costi annui per la società, quando quantificabili, ammontano a 3 miliardi di euro (fino a 6) per declino della materia organica, a 2 miliardi (fino a 17!) per contaminazione, a 1 miliardo (fino a 14!) per erosione, a circa 0,3 miliardi per salinizzazione. Per frane, compattazione, riduzione della biodiversità, impermeabilizzazione e consumo di suolo da urbanizzazione non sono disponibili stime attendibili, ma risulta evidente come i costi siano altissimi.
Stimato Presidente, noi riteniamo che sia imperativo intervenire urgentemente per proteggere i suoli del nostro Paese.
In Italia, dove il suolo è normato quasi esclusivamente per gli aspetti di difesa idrogeologica, solo alcuni anni fa si è iniziato a discutere di normative senza raggiungere, fino ad oggi, alcun risultato concreto. Noi ci rivolgiamo a Lei perchè si faccia promotore e garante di un’iniziativa parlamentare per varare una Legge Quadro sul Suolo. Ciò consentirebbe di implementare i contenuti della Strategia Tematica del Suolo dell’Unione Europea, garantendo le funzioni sociali, economiche ed ambientali del suolo, salvaguardandolo come risorsa per le generazioni future.
Il testo della lettera e tutta la documentazione ad essa collegata si trova sul sito: http://www.proteggiamoilsuolo.it/
Su questo sito sono ora aperte le sottoscrizioni a qualunque cittadino che, avendo a cuore la protezione del suolo agrario e forestale, intenda supportare questa iniziativa.
Vogliamo segnalare e dare visibilità a un autorevole appello di pedologi e agronomi sulla difesa del suolo.
Oltre 300 scienziati ed esperti italiani di suolo agrario e forestale hanno sottoscritto un appello al Presidente del Consiglio Monti perché si faccia promotore e garante di un’iniziativa parlamentare per varare una legge quadro sul suolo.
_______________________________________________________
Senatore Mario Monti
Presidenza del Consiglio dei Ministri
Palazzo Chigi, Piazza Colonna 370
00187 Roma 22 febbraio 2012
Signor Presidente, il degrado ed il consumo del suolo hanno raggiunto livelli drammatici con cui la nostra comunità nazionale e la stessa Unione Europea devono fare i conti.
Questa lettera è un grido di allarme lanciato da scienziati ed esperti di suolo agrario e forestale che assistono impotenti ad un costante degrado e ad una perdita irreversibile e transgenerazionale di una risorsa ambientale fragile ed essenzialmente non rinnovabile.
Risorsa al contempo assolutamente preziosa per il benessere sociale, ambientale ed economico del nostro Paese.
Il suolo produce beni e servizi non sostituibili: è risorsa fondamentale per la vita sulla Terra, è il supporto alla produzione agraria e forestale fornendo cibo, biomasse e materie prime, è riserva di patrimonio genetico, filtra e conserva l’acqua delle precipitazioni, è custode della memoria storica, nonchè elemento essenziale del paesaggio. È il principale deposito di carbonio delle terre emerse.
Nella società italiana l’importanza del suolo è poco percepita ed esso è sottoposto a pressioni ambientali crescenti determinate, e talvolta acuite, da uno sviluppo urbano non più sostenibile, da pratiche agricole e forestali inadeguate, da attività industriali. Tutto ciò sta degradando continuativamente, e spesso in maniera irreversibile, le insostituibili funzioni produttive ed ambientali del suolo. Il censimento ISTAT indica che dal 2000 al 2010 si sono persi oltre 300.000 ettari di superfici agricole. Riteniamo che l’attuale tasso di consumo e di degrado dei suoli determini conseguenze economiche gravissime per le nostre generazioni e ancora di più per quelle future.
Signor Presidente, ogni anno il degrado del suolo costa almeno 80 euro a ciascun abitante dell’Unione Europea. A livello comunitario, i costi annui per la società, quando quantificabili, ammontano a 3 miliardi di euro (fino a 6) per declino della materia organica, a 2 miliardi (fino a 17!) per contaminazione, a 1 miliardo (fino a 14!) per erosione, a circa 0,3 miliardi per salinizzazione. Per frane, compattazione, riduzione della biodiversità, impermeabilizzazione e consumo di suolo da urbanizzazione non sono disponibili stime attendibili, ma risulta evidente come i costi siano altissimi.
Stimato Presidente, noi riteniamo che sia imperativo intervenire urgentemente per proteggere i suoli del nostro Paese.
In Italia, dove il suolo è normato quasi esclusivamente per gli aspetti di difesa idrogeologica, solo alcuni anni fa si è iniziato a discutere di normative senza raggiungere, fino ad oggi, alcun risultato concreto. Noi ci rivolgiamo a Lei perchè si faccia promotore e garante di un’iniziativa parlamentare per varare una Legge Quadro sul Suolo. Ciò consentirebbe di implementare i contenuti della Strategia Tematica del Suolo dell’Unione Europea, garantendo le funzioni sociali, economiche ed ambientali del suolo, salvaguardandolo come risorsa per le generazioni future.
Il testo della lettera e tutta la documentazione ad essa collegata si trova sul sito: http://www.proteggiamoilsuolo.it/
Su questo sito sono ora aperte le sottoscrizioni a qualunque cittadino che, avendo a cuore la protezione del suolo agrario e forestale, intenda supportare questa iniziativa.
sabato 17 marzo 2012
CcF - Domenica 18 marzo GIARDINO DELL' ORCO
Domenica 18 marzo GIARDINO DELL' ORCO -
LAGO D'AVERNO POZZUOLI -NAPOLI -ITALIA
dalle 10:00 in poi
la mappa
Visualizzazione ingrandita della mappa
Meteo a Pozzuoli
Il lago....
LAGO D'AVERNO POZZUOLI -NAPOLI -ITALIA
dalle 10:00 in poi
la mappa
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Meteo a Pozzuoli
Il lago....
Saluti a tutti!
mercoledì 14 marzo 2012
LETTERA APERTA A COOP
Lettera aperta a COOP
UNO STRANO “NO” di COOP
Il decreto sulle liberalizzazioni, attualmente in attesa dell’esame alla Camera,
contiene l’art. 62 nel quale si stabilisce che le fatture per le merci alimentari
deperibili devono essere saldate entro 30 gg., quelle relative a merci alimentari
non deperibili entro 60 gg.
Nel giornalino distribuito in questi giorni ai soci nei negozi COOP (Consumatori –
Marzo 2012 - pag. 11) compare un commento nel quale si afferma che questa
misura “nell’impostazione originaria non è che un regalo alle grandi
multinazionali e così non ha niente dello spirito liberale, è solo un’ingessatura e un
irrigidimento del mercato” ed ancora “nel confronto che abbiamo avuto in questi
giorni anche il mondo agricolo ha convenuto sulle nostre considerazioni”.
Da diversi anni anche il mondo dell’Economia Solidale (in esso in particolare i
Gruppi d’acquisto Solidali ed i Distretti di Economia Solidale) si interroga sui
processi di attuazione di una sovranità alimentare nei territori finalizzata ad un
accorciamento delle filiere, ad una difesa delle terre agricole e dell’integrità dei
suoli e delle falde, ad un riconoscimento dignitoso per il lavoro dei contadini, a
processi di certificazione della qualità co-partecipati da produttori e consumatori.
Ciò premesso, vorremmo osservare che:
1. il popolo dei ‘soci’ Coop è costituito da settori sociali ai quali anche
l’economia solidale rivolge le sue proposte;
2. la storia ed i valori da cui proviene COOP, le Società di Mutuo Soccorso di
fine ‘800, sono quegli stessi cui si richiamano le realtà dell’Economia
Solidale, proponendo un nuovo mutualismo;
3. I produttori, specialmente se piccoli o medi, sono attualmente in una
condizione di grande debolezza e dipendenza nei confronti della grande
distribuzione che, forte del suo peso, può imporre il prezzo, pagando poco
e tardi;
4. Lo strangolamento dei produttori attiva lo sfruttamento dei lavoratori,
spesso immigrati;
5. Se il mercato è formato da forti e da deboli, l'assenza di leggi non è libertà,
ma licenza al sopruso;
6. Vi sono paesi europei (es. la Francia) che già applicano i medesimi obblighi
nei pagamenti che il decreto liberalizzazioni introdurrebbe in Italia.
Visto e considerato quanto sopra, ci domandiamo:
1. Perché Coop, che si definisce corretta e riceve attestazioni di prestigio
nell’ambito dell’eticità (v. medesimo bollettino, pag. 22) è critica nei
confronti del provvedimento, uniformando la propria posizione con il resto
della grande distribuzione che non si comporta in modo corretto?
2. Perchè Coop, che si dichiara difensore dei piccoli produttori si scaglia
contro un provvedimento che per una volta protegge i deboli contro i forti?
3. Se Coop si comporta correttamente, perché teme un provvedimento che
non fa nient'altro che obbligare tutti ad allinearsi a ciò che lei dice di fare
già?
4. Possiamo conoscere con quali tempi COOP paga i suoi fornitori, in
particolare quelli locali?
5. Possiamo conoscere chi “del mondo agricolo ha convenuto sulle...
considerazioni” di COOP?
A noi sembra che un'impresa che si dichiara etica, come asserisce Coop, deve
essere felice quando la legge interviene per garantire i diritti dei deboli. Non
dovrebbe rimanere dunque nel coro della grande distribuzione, ma allearsi con i
piccoli produttori per sostenere il provvedimento già approvato al Senato.
13 marzo 2012
Primi firmatari:
Sergio Venezia, Francesco Gesualdi, Antonio Perna, Andrea di Stefano, Amalia
Navoni, Sandra Cangemi, Ersilia Monti, Roberto Cuda, Franco Zecchinato, Davide
Biolghini, Matteo Sandon, Bruno Sebastianelli, Giuseppe Vergani, Vincenzo
Vasciaveo.
Per aderire e sottoscrivere questa lettera basta andare su:
http :// www . firmiamo . it / lettera - aperta - a - coopGrazie per i commenti.
UNO STRANO “NO” di COOP
Il decreto sulle liberalizzazioni, attualmente in attesa dell’esame alla Camera,
contiene l’art. 62 nel quale si stabilisce che le fatture per le merci alimentari
deperibili devono essere saldate entro 30 gg., quelle relative a merci alimentari
non deperibili entro 60 gg.
Nel giornalino distribuito in questi giorni ai soci nei negozi COOP (Consumatori –
Marzo 2012 - pag. 11) compare un commento nel quale si afferma che questa
misura “nell’impostazione originaria non è che un regalo alle grandi
multinazionali e così non ha niente dello spirito liberale, è solo un’ingessatura e un
irrigidimento del mercato” ed ancora “nel confronto che abbiamo avuto in questi
giorni anche il mondo agricolo ha convenuto sulle nostre considerazioni”.
Da diversi anni anche il mondo dell’Economia Solidale (in esso in particolare i
Gruppi d’acquisto Solidali ed i Distretti di Economia Solidale) si interroga sui
processi di attuazione di una sovranità alimentare nei territori finalizzata ad un
accorciamento delle filiere, ad una difesa delle terre agricole e dell’integrità dei
suoli e delle falde, ad un riconoscimento dignitoso per il lavoro dei contadini, a
processi di certificazione della qualità co-partecipati da produttori e consumatori.
Ciò premesso, vorremmo osservare che:
1. il popolo dei ‘soci’ Coop è costituito da settori sociali ai quali anche
l’economia solidale rivolge le sue proposte;
2. la storia ed i valori da cui proviene COOP, le Società di Mutuo Soccorso di
fine ‘800, sono quegli stessi cui si richiamano le realtà dell’Economia
Solidale, proponendo un nuovo mutualismo;
3. I produttori, specialmente se piccoli o medi, sono attualmente in una
condizione di grande debolezza e dipendenza nei confronti della grande
distribuzione che, forte del suo peso, può imporre il prezzo, pagando poco
e tardi;
4. Lo strangolamento dei produttori attiva lo sfruttamento dei lavoratori,
spesso immigrati;
5. Se il mercato è formato da forti e da deboli, l'assenza di leggi non è libertà,
ma licenza al sopruso;
6. Vi sono paesi europei (es. la Francia) che già applicano i medesimi obblighi
nei pagamenti che il decreto liberalizzazioni introdurrebbe in Italia.
Visto e considerato quanto sopra, ci domandiamo:
1. Perché Coop, che si definisce corretta e riceve attestazioni di prestigio
nell’ambito dell’eticità (v. medesimo bollettino, pag. 22) è critica nei
confronti del provvedimento, uniformando la propria posizione con il resto
della grande distribuzione che non si comporta in modo corretto?
2. Perchè Coop, che si dichiara difensore dei piccoli produttori si scaglia
contro un provvedimento che per una volta protegge i deboli contro i forti?
3. Se Coop si comporta correttamente, perché teme un provvedimento che
non fa nient'altro che obbligare tutti ad allinearsi a ciò che lei dice di fare
già?
4. Possiamo conoscere con quali tempi COOP paga i suoi fornitori, in
particolare quelli locali?
5. Possiamo conoscere chi “del mondo agricolo ha convenuto sulle...
considerazioni” di COOP?
A noi sembra che un'impresa che si dichiara etica, come asserisce Coop, deve
essere felice quando la legge interviene per garantire i diritti dei deboli. Non
dovrebbe rimanere dunque nel coro della grande distribuzione, ma allearsi con i
piccoli produttori per sostenere il provvedimento già approvato al Senato.
13 marzo 2012
Primi firmatari:
Sergio Venezia, Francesco Gesualdi, Antonio Perna, Andrea di Stefano, Amalia
Navoni, Sandra Cangemi, Ersilia Monti, Roberto Cuda, Franco Zecchinato, Davide
Biolghini, Matteo Sandon, Bruno Sebastianelli, Giuseppe Vergani, Vincenzo
Vasciaveo.
Per aderire e sottoscrivere questa lettera basta andare su:
http :// www . firmiamo . it / lettera - aperta - a - coopGrazie per i commenti.
Economie solidali La bozza di nuova legislazione Ue entro il 2012
La diversità nei campi è la ricchezza dell'agricoltura
Let's Liberate Diversity è il network europeo contro le colture uniformi, i brevetti sulle sementi, le produzioni intensive e gli organismi geneticamente modificati. Le organizzazioni che ne fanno parte si sono riunite in Scozia, dal 9 all'11 marzo. Presenti anche l'Italia, con la Rete semi rurali che insieme alle ong Acra e Crocevia ha parlato della campagna "Semi locali, semi legali"
di Luca Martinelli - 13 marzo 2012
"L'agricoltura in Italia è un settore 'arretrato', fatto soprattutto di piccole aziende. E questo, per noi, è solo un vantaggio”. Riccardo Bocci, coordinatore della Rete semi rurali, ne è convinto: “Nelle nostre campagne c'è ancora moltissima 'diversità', e questa è la chiave di volta per il futuro. L'Italia, al di fuori della Pianura Padana, è piena di sacche di resistenza. Nel nostro Paese, inoltre, non esistono forti ditte sementiere, e in questo siamo avvantaggiati rispetto, ad esempio, alla Francia e alla Germania”.
Dal 9 all'11 marzo, Bocci e la Rete semi rurali, un network di 18 realtà italiane impegnate per la valorizzazione della biodiversità nei campi, sono stati tra gli animatori di Let's Liberate Diversity Scotland 2012, l'incontro annuale tra le reti e le organizzazioni europee che lavorano per “liberare la diversità nei campi”, contro le colture uniformi, i brevetti sulle sementi, l'agricoltura intensiva e gli organismi geneticamente modificati. “Parliamo di 'diversità' -spiega Bocci- perché dal punto di vista semantico la prima parola porta con sé qualcosa di diverso rispetto al concetto di 'varietà'”. Con l'appuntamento scozzese, Let's Liberate Diversity ha continuato il proprio giro d'Europa: nel 2011, gli attivisti per le sementi locali si erano incontrati in Ungheria. Il primo, nel 2005, era stato ospitato dai francesi della Réseau Semences Paysannes. All'Italia era toccato nel 2008, quando gli attivisti di tutta Europa si erano dati appuntamento ad Ascoli Piceno. “L'obiettivo di questi incontri, che inizialmente è stato conoscerci, nel tempo è diventato costruire una piattaforma comune, perché tutti condividiamo la stessa legislazione in materia di sementi” racconta Bocci. Per gli italiani della Rete semi rurali, alla lobby sulla Commissione europea, che in questi mesi sta discutendo la revisione della legislazione sementiera, si affianca una campagna nazionale: “Due anni fa -spiega Bocci-, l'Italia ha riconosciuto ai contadini il diritto di vendere piccole quantità di sementi della varietà da conservazione. Prima, la legislazione riconosceva il diritto di vendere semi solo alla ditte sementiere. È un risultato importante, che purtroppo resta solo sulla carta”. Ciò che manca è un decreto applicativo. Ed è per questo che a ottobre 2011, insieme alle ong Acra e Crocevia, Rete semi rurali ha promosso una campagna d'informazione e di pressione sul ministero dell'Agricoltura, “Semi locali, semi legali”. “Dal ministero ancora nessuna risposta” sottolinea Bocci, che per questo motivo a metà febbraio 2012 ha indirizzo una lettera al ministro dell'Agricoltura Mario Catania. “Chiediamo un incontro e un confronto”, a partire da un'articolata proposta di decreto: se il ministero non ha il tempo di scrivere le “Disposizione applicative per l'attuazione dell'esercizio del diritto previsto dall'articolo 19-bis, comma 6 della legge 25 novembre 1971, n. 1096” (quello relativo alla vendita da parte degli agricoltori di varietà da conservazione), può sempre prendere spunto dal testo ricevuto dalla Rete semi rurali. Lo ha ricevuto, in copia, in allegato alla lettera.
Grazie per i commenti.
La diversità nei campi è la ricchezza dell'agricoltura
Let's Liberate Diversity è il network europeo contro le colture uniformi, i brevetti sulle sementi, le produzioni intensive e gli organismi geneticamente modificati. Le organizzazioni che ne fanno parte si sono riunite in Scozia, dal 9 all'11 marzo. Presenti anche l'Italia, con la Rete semi rurali che insieme alle ong Acra e Crocevia ha parlato della campagna "Semi locali, semi legali"
di Luca Martinelli - 13 marzo 2012
"L'agricoltura in Italia è un settore 'arretrato', fatto soprattutto di piccole aziende. E questo, per noi, è solo un vantaggio”. Riccardo Bocci, coordinatore della Rete semi rurali, ne è convinto: “Nelle nostre campagne c'è ancora moltissima 'diversità', e questa è la chiave di volta per il futuro. L'Italia, al di fuori della Pianura Padana, è piena di sacche di resistenza. Nel nostro Paese, inoltre, non esistono forti ditte sementiere, e in questo siamo avvantaggiati rispetto, ad esempio, alla Francia e alla Germania”.
Dal 9 all'11 marzo, Bocci e la Rete semi rurali, un network di 18 realtà italiane impegnate per la valorizzazione della biodiversità nei campi, sono stati tra gli animatori di Let's Liberate Diversity Scotland 2012, l'incontro annuale tra le reti e le organizzazioni europee che lavorano per “liberare la diversità nei campi”, contro le colture uniformi, i brevetti sulle sementi, l'agricoltura intensiva e gli organismi geneticamente modificati. “Parliamo di 'diversità' -spiega Bocci- perché dal punto di vista semantico la prima parola porta con sé qualcosa di diverso rispetto al concetto di 'varietà'”. Con l'appuntamento scozzese, Let's Liberate Diversity ha continuato il proprio giro d'Europa: nel 2011, gli attivisti per le sementi locali si erano incontrati in Ungheria. Il primo, nel 2005, era stato ospitato dai francesi della Réseau Semences Paysannes. All'Italia era toccato nel 2008, quando gli attivisti di tutta Europa si erano dati appuntamento ad Ascoli Piceno. “L'obiettivo di questi incontri, che inizialmente è stato conoscerci, nel tempo è diventato costruire una piattaforma comune, perché tutti condividiamo la stessa legislazione in materia di sementi” racconta Bocci. Per gli italiani della Rete semi rurali, alla lobby sulla Commissione europea, che in questi mesi sta discutendo la revisione della legislazione sementiera, si affianca una campagna nazionale: “Due anni fa -spiega Bocci-, l'Italia ha riconosciuto ai contadini il diritto di vendere piccole quantità di sementi della varietà da conservazione. Prima, la legislazione riconosceva il diritto di vendere semi solo alla ditte sementiere. È un risultato importante, che purtroppo resta solo sulla carta”. Ciò che manca è un decreto applicativo. Ed è per questo che a ottobre 2011, insieme alle ong Acra e Crocevia, Rete semi rurali ha promosso una campagna d'informazione e di pressione sul ministero dell'Agricoltura, “Semi locali, semi legali”. “Dal ministero ancora nessuna risposta” sottolinea Bocci, che per questo motivo a metà febbraio 2012 ha indirizzo una lettera al ministro dell'Agricoltura Mario Catania. “Chiediamo un incontro e un confronto”, a partire da un'articolata proposta di decreto: se il ministero non ha il tempo di scrivere le “Disposizione applicative per l'attuazione dell'esercizio del diritto previsto dall'articolo 19-bis, comma 6 della legge 25 novembre 1971, n. 1096” (quello relativo alla vendita da parte degli agricoltori di varietà da conservazione), può sempre prendere spunto dal testo ricevuto dalla Rete semi rurali. Lo ha ricevuto, in copia, in allegato alla lettera.
Grazie per i commenti.
giovedì 8 marzo 2012
domenica 4 marzo 2012
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