lunedì 30 maggio 2011

L'uomo che piantava gli alberi

«Un contadino senza terra non è più un uomo». Sono parole di Ndogou Fall, presidente del Roppa, rete delle organizzazioni contadine e dei produttori dell’ Africa occidentale [alla quale aderiscono oltre 30 milioni di contadini] scomparso di recente. A lui è stato dedicato il Festival delle Terre, ottava edizione del Festival Internazionale Audiovisivo della Biodiversità, la rassegna di cinema e non solo, promossa da Crocevia e Mediateca delle Terre. Quattro giorni alla Città dell’Altra Economia di Roma, a Testaccio, dal 19 al 22 maggio, per raccontare attraverso proiezioni, ma anche convegni e tavole rotonde come i piccoli produttori di cibo stanno resistendo, da una parte all’altra del pianeta, dal Sahel alla Siberia, dalle Langhe all’Amazzonia, alla devastazione delle risorse naturali e all’appropriazione e all’accaparramento da parte dei grandi soggetti industriali delle loro terre.

Ne è risultato un racconto corale di storie di resistenza e di lotta per il pane e la dignità, dove protagonisti sono stati i contadini che, come ricordato da Antonio Onorati, presidente del Centro Internazionale Crocevia, «se da un lato sono i primi difensori dell’agrobiodiversità, dall’altro sono coloro che più soffrono la crisi alimentare e più subiscono i danni ecologici. Laddove di fronte all’aumento delle povertà e dell’insicurezza alimentare i governi ripropongono le stesse inefficaci ricette e si rendono complici della distruzione del pianeta».

La rassegna di cinema proposta, 29 opere tra documentari, film d’inchiesta e reportage, suddivisa nelle tre categorie: Doc Italia, Indigeni!Racconti di dignità e Terre Resistenti, ha portato le testimonianza delle lotte e delle esperienze di coloro – organizzazioni di contadini, popoli indigeni, pescatori, artigiani, giovani, donne – che si battono in difesa della terra in cui vivono e della biodiversità, laddove le battaglie si somigliano da un capo all’altro del pianeta, come del resto i soprusi e le violazioni dei diritti umani. Ma è proprio dai piccoli produttori di cibo che arrivano anche la soluzioni e le alternative per la salvaguardia del pianeta.

A vincere il Premio Bioversity dell’ottava edizione del Festival Internazionale Audiovisivo della Biodiversità è stato The Man Who Stopped the Desert di Mark Dodd, l’incredibile storia di Yacouba Sawadogo, un contadino che da solo in Burkina Faso ha difeso la terra dall’avanzata del deserto piantando centinaia di alberi. Yacouba Sawadogo, la versione reale del protagonista del libro di Jean Giono [«L'uomo che piantava gli alberi», Salani], ha strenuamente evitato la tragedia ed è diventato un pioniere dell’agricoltura. Vince dunque la storia di un uomo coraggioso e visionario che ha salvato da solo la vita a centinaia di persone dell’Africa occidentale. A giudicare i film in concorso una giuria di esperti: Italo Spinelli, docente, regista ed esperto di cinema e teatro, fondatore e direttore di Asiaticafilmmediale; Lucas Caravia, documentarista e curatore di rassegne in Italia e in Uruguay; Jeremy Cherfas, biologo di Bioversity International.

Il primo premio della Categoria Doc. Italia è stato assegnato a A tutto Tonno di Antonio Bellia che racconta una delle pratiche di pesca più diffuse nel Mar Mediterraneo ma anche una delle più crudeli. La Giuria ha assegnato a Langhe doc – Storie di eretici nell’Italia dei Capannoni di Paolo Casalis la menzione speciale. Nel documentario il racconto di una porzione di territorio italiano, che diventa simbolo della resistenza a forme di sfruttamento intensivo delle risorse. Per la Categoria Indigeni! Racconti di Dignità! ha vinto il primo premio Terras di Maya Da-Rin, un documentario sulla presenza e l’influenza della frontiera sulla vita delle persone che vivono tra il Brasile, la Colombia e il Perù. Sempre dal Brasile il documentario che ha ricevuto la menzione speciale: «Battle for Xingu» di Iara Lee, che racconta l’importanza del fiume Xingu per la sopravvivenza di diecimila indigeni minacciata dalla costruzione di una diga, che il governo brasiliano porta avanti nonostante la resistenza della popolazione. A Farmer’s Struggle di Zhao Liang vince nella sezione Terre Resistenti. Anche in questo film la storia della lotta di uomo in un’area colpita dalla desertificazione in Cina. All’uzbecko Dimitri Udovicki con Aral- Death of Sea la menzione speciale assieme ad Antonio Pacor per il documentario La Via Campesina in movimento. Di particolare importanza la sezione fuori concorso: La terra è di chi la lavora, una serie di proiezioni video prodotte da Promedios, un’ associazione che dal 1998 lavora in stretta collaborazione con le comunità autonome zapatiste.

Tante piccole grandi storie che fanno viaggiare attraverso i cinque continenti per dare voce alle popolazioni che si fanno carico di produrre il cibo per noi tutti: i piccoli produttori che meriterebbero una maggiore attenzione perché mai come oggi le questioni agricole ed alimentari sono fondamentali per la sopravvivenza del pianeta e di chi lo abita.

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