Lettera aperta a COOP
UNO STRANO “NO” di COOP
Il decreto sulle liberalizzazioni, attualmente in attesa dell’esame alla Camera,
contiene l’art. 62 nel quale si stabilisce che le fatture per le merci alimentari
deperibili devono essere saldate entro 30 gg., quelle relative a merci alimentari
non deperibili entro 60 gg.
Nel giornalino distribuito in questi giorni ai soci nei negozi COOP (Consumatori –
Marzo 2012 - pag. 11) compare un commento nel quale si afferma che questa
misura “nell’impostazione originaria non è che un regalo alle grandi
multinazionali e così non ha niente dello spirito liberale, è solo un’ingessatura e un
irrigidimento del mercato” ed ancora “nel confronto che abbiamo avuto in questi
giorni anche il mondo agricolo ha convenuto sulle nostre considerazioni”.
Da diversi anni anche il mondo dell’Economia Solidale (in esso in particolare i
Gruppi d’acquisto Solidali ed i Distretti di Economia Solidale) si interroga sui
processi di attuazione di una sovranità alimentare nei territori finalizzata ad un
accorciamento delle filiere, ad una difesa delle terre agricole e dell’integrità dei
suoli e delle falde, ad un riconoscimento dignitoso per il lavoro dei contadini, a
processi di certificazione della qualità co-partecipati da produttori e consumatori.
Ciò premesso, vorremmo osservare che:
1. il popolo dei ‘soci’ Coop è costituito da settori sociali ai quali anche
l’economia solidale rivolge le sue proposte;
2. la storia ed i valori da cui proviene COOP, le Società di Mutuo Soccorso di
fine ‘800, sono quegli stessi cui si richiamano le realtà dell’Economia
Solidale, proponendo un nuovo mutualismo;
3. I produttori, specialmente se piccoli o medi, sono attualmente in una
condizione di grande debolezza e dipendenza nei confronti della grande
distribuzione che, forte del suo peso, può imporre il prezzo, pagando poco
e tardi;
4. Lo strangolamento dei produttori attiva lo sfruttamento dei lavoratori,
spesso immigrati;
5. Se il mercato è formato da forti e da deboli, l'assenza di leggi non è libertà,
ma licenza al sopruso;
6. Vi sono paesi europei (es. la Francia) che già applicano i medesimi obblighi
nei pagamenti che il decreto liberalizzazioni introdurrebbe in Italia.
Visto e considerato quanto sopra, ci domandiamo:
1. Perché Coop, che si definisce corretta e riceve attestazioni di prestigio
nell’ambito dell’eticità (v. medesimo bollettino, pag. 22) è critica nei
confronti del provvedimento, uniformando la propria posizione con il resto
della grande distribuzione che non si comporta in modo corretto?
2. Perchè Coop, che si dichiara difensore dei piccoli produttori si scaglia
contro un provvedimento che per una volta protegge i deboli contro i forti?
3. Se Coop si comporta correttamente, perché teme un provvedimento che
non fa nient'altro che obbligare tutti ad allinearsi a ciò che lei dice di fare
già?
4. Possiamo conoscere con quali tempi COOP paga i suoi fornitori, in
particolare quelli locali?
5. Possiamo conoscere chi “del mondo agricolo ha convenuto sulle...
considerazioni” di COOP?
A noi sembra che un'impresa che si dichiara etica, come asserisce Coop, deve
essere felice quando la legge interviene per garantire i diritti dei deboli. Non
dovrebbe rimanere dunque nel coro della grande distribuzione, ma allearsi con i
piccoli produttori per sostenere il provvedimento già approvato al Senato.
13 marzo 2012
Primi firmatari:
Sergio Venezia, Francesco Gesualdi, Antonio Perna, Andrea di Stefano, Amalia
Navoni, Sandra Cangemi, Ersilia Monti, Roberto Cuda, Franco Zecchinato, Davide
Biolghini, Matteo Sandon, Bruno Sebastianelli, Giuseppe Vergani, Vincenzo
Vasciaveo.
Per aderire e sottoscrivere questa lettera basta andare su:
http :// www . firmiamo . it / lettera - aperta - a - coopGrazie per i commenti.
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