sabato 23 giugno 2012
Resoconto Incontro Coop. Accesso alla Terra Villa Torre BO
RESOCONTI
GRUPPI DI LAVORO
GRUPPO
1 : FUNZIONAMENTO DELLA COOPERATIVA
Al
gruppo di lavoro hanno partecipato circa 30 persone venute a
conoscenza dell'incontro per vie diverse (GAS, Amici della terra –
Ozzano Emilia, Campiaperti, mercati Vag e Savena, Terra di Nettuno,
gerilla gardening). La maggior parte delle persone presenti si è
dichiarata incuriosita o interessata dall'idea di azionariato
popolare per l'acquisto di terre agricole ma con una conoscenza
superficiale del progetto, quindi siamo partiti dalla spiegazione del
funzionamento della futura cooperativa.
Sintesi:
la cooperativa raccoglie i risparmi dei soci, i soldi raccolti
vengono investiti per comprare fondi agricoli ( terreni e fabbricati)
da dare in affitto – calmierato- ad aspiranti contadini e pastori.
Gli aspiranti contadini presentano un progetto, indicando anche il
podere dove hanno intenzione di insediarsi; un comitato formato da
agricoltori esperti e consumatori critici valuta se il progetto è
sostenibile economicamente e coerente con i principi ambientali ed
etici della cooperativa. Se la valutazione è positiva il fondo
viene acquistato e i contadini si insediano. I poderi così
acquistati rimangono di proprietà della cooperativa ma gestiti
autonomamente dagli affittuari. Una volta esaurito il progetto
agricolo il podere viene assegnato a nuovi aspiranti contadini. I
soci finanziatori possono ritirare le proprie quote sociali.
La
discussione ha sottolineato alcuni aspetti positivi del progetto:
- il ruolo della cooperativa di collegamento tra città e campagna, tra contadini e consumatori;
- il valore culturale del progetto, che richiama ognuno a interessarsi di cosa succede della terra e a farsene carico;
- l'importanza che si preservino collettivamente delle terre dove praticare agricoltura biologica di prossimità anche nel futuro, quando le terre potrebbero costare più di ora
- l'attrattiva di usare i propri risparmi per comprare terra in un momento di crisi economica. Diverse persone hanno detto che in questo momento, nonostante la cooperativa non possa dare interessi sulle quote sociali (che vorrebbe dire speculare sulla proprietà della terra) e non possa garantire l'adeguamento dei depositi al tasso di inflazione (può valutare se rivalutare il capitale sociale a seconda del bilancio ma non può garantirlo) rimane comunque un deposito sicuro (quale investimento è oggi più sicuro della terra agricola?) e senza spese di gestione.
Poi
ci si è soffermati parecchio sull'interazione
tra soci finanziatori e soci affittuari, tutti
d'accordo sul fatto che la relazione non possa essere soltanto di
natura economica. La proposta, uscita dal laboratorio di
progettazione di febbraio, di fissare un paio di visite l'anno ai
poderi finanziati è stata giudicata insufficiente. Si deve
trovare un modo per favorire la conoscenza e costruire una relazione
diretta tra le parti in causa (finanziatori e affittuari), senza
interferire con l'autonomia di gestione dell'attività
agricola. Per fare questo è stato proposto di trovare modalità
simili al wwofing, per permettere di avere la collaborazione dei soci
nei momenti di massima attività agricola senza avere problemi
legali. La questione è da approfondire, certo è che per
la riuscita e la continuità del progetto sarà
fondamentale trovare il modo di far sentire i soci finanziatori
direttamente coinvolti nei progetti, e questo dovrà passare
attraverso relazioni personali e conoscenze dirette. In caso
contrario si rischia che dopo l'iniziale momento di entusiasmo per la
novità si spenga l'interesse dei finanziatori e il progetto,
che si basa su un costante aumento della comunità di
risparmiatori, si areni.
Altri
spunti di riflessione:
- valore delle quote sociali: qualcuno propone di fissare un valore più alto di quello ipotizzato (50-100 €) per stimolare una responsabilità maggiore da parte dei finanziatori.
- Super-finanziatori: per permettere la costruzione di una relazione diretta finanziatore-affittuario pensavamo di permettere il finanziamento mirato di un podere – anche se solo simbolico visto che la propietà è indivisa . Ma se un unico socio arrivasse a possedere quote della cooperativa per centinaia di migliaia di euro, magari più della metà del valore di un podere, si potrebbe creare un problema di sbilanciamento nella relazione tra soci e affittuari? Dal punto di vista tecnico poi un superfinanziatore metterebbe a rischio l'intera cooperativa in caso di ritiro delle quote?
- Ristrutturazione immobili: punto critico del progetto da chiarire con l'analisi di fattibilità economica, che faremo seguiti da mag6 da settembre a gennaio. Da considerare l'ipotesi di puntare sulla bioedilizia, in particolare sulle case di paglia, per abbassare i costi di costruzione.
- Possibilità di ottenere facilitazioni dal punto di vista politico grazie al percorso del CRESER.
GRUPPO
2: CRITERI PER LA VALUTAZIONE DEI PROGETTI AGRICOLI DEGLI ASPIRANTI
CONTADINI
Presenti
una quindicina di persone.
Abbiamo
elaborato dei criteri di massima, su ogni punto ci sarà
bisogno di lavorare e approfondire.
Li
abbiamo divisi in vincolanti per il progetto e in preferibili o che
aumentano il “punteggio”.
- Che il metodo sia di agricoltura biologica e contadina (non industriale). Questo criterio sarà vincolante.
- Che il progetto abbia una apertura verso la comunità e il territorio ( con la produzione rivolta alla popolazione locale, e aperta alle visite in azienda ). Questo criterio sarà vincolante.
- Che il progetto sia collettivo e sociale. Non vincolante, ma può dare dei punti in più al progetto.
- Che il lavoro dei dipendenti non sia mai di sfruttamento e che punti alla massima occupazione possibile. Vincolante.
- Che ci sia un piano di distribuzione dei prodotti rivolto alla comunità locale. Che si prediliga la vendita diretta., e la vendita ai soci della Cooperativa Accesso alla Terra. (dibattito sulla compravendita dei prodotti non propri). Vincolante.
- Che ci sia un legame con Campi Aperti. Preferibile.
- Che il progetto presentato non abbia dimensioni eccessive. Che si prediligano piccole realtà. Preferibile.
Ci
sono state discussioni su chi dovrà fare parte del comitato,
in che percentuale ci dovranno essere dei tecnici, degli appartenenti
al circuito dell’economia solidale e dei finanziatori della coop.
GRUPPO
3: CSA - Community Supported Agriculture – (ASC) AGRICOLTURA
SUPPORTATA DALLA COMUNITA
Una
decina di partecipanti. Si è presentato il progetto di Roberto
Risi di creare un'azienda con l'appoggio di una rete di consumatori e
si è spiegato in che cosa consiste la ASC e dove si è
sviluppato (vedi
allegato
CSA_Risi).
Sono
emerse domande sulla possibilità di sviluppo del progetto a
livello locale e sulle forme a cui si e' risposto che il progetto si
costruisce insieme e quindi la forma è da sviluppare in fasi
successive. L'iniziativa desta interesse.
Si
discute sulla possibilità reale di fare fare ore sui campi
agli associati ASC (co-produttori) per le difficoltà delle
norme sulla sicurezza in Italia (mentre in altri paesi questo è
possibile).
Ci
si aggiorna sulla possibilità di partecipare alle prossime
riunioni per chi vorrà seguire questo progetto.
GRUPPO
4: ASPIRANTI CONTADINI
Una
ventina di partecipanti. La discussione è stata libera, con un
giro di presentazioni, molti hanno desiderio di avviare un'attività
agricola. Carlo
e Michele contadini di Campiaperti hanno racconta la loro esperienza
di diventare agricoltori, con le difficoltà del caso, hanno
spiegato le lunghissime tempistiche per riconvertire un terreno
convenzionale a biologico. Fondamentale è stato il percorso
della vendita diretta tramite quella che poi è diventata
l'associazione Campiaperti, che permette a piccole aziende di
sopravvivere. Hanno introdotto il tema della trasformazione in
azienda, anch'essa fondamentale per la sopravvivenza di piccole
aziende, soprattutto all'inizio, raccontando anche della campagna
Genuino Clandestino, per la libera trasformazione dei prodotti
contadini, che cerca di proporre alternative alle norme sulla
trasformazione, più coerenti rispetto alla piccola agricoltura
familiare. Campiaperti consente la vendita di prodotti trasformati in
azienda, come pane, conserve, ecc. perché questo può
aiutare molto, specie nella prima fase di avvio.
Enrico, di Ciccio GAS, Finale Emilia racconta della loro esperienza comunitaria di recupero di due ettari, nella bassa, di proprietà di uno dei GAS; coltivati a grani antichi e trasformati per fare il pane. Nella bassa c'è il problema della terra troppo sfruttata, che diventa improduttiva, ma anche dell'abbandono, di mantenere un legame col territorio da parte di chi la prende in affitto, cosa che fanno le “nuove agricolture” e le reti di distribuzione locali come i GAS. In questo caso si fa anche formazione, insieme alla cooperativa La Collina, di Reggio Emilia, sulla panificazione, sui sovesci, per avvicinare nuove persone all'agricoltura. Si è parlato anche qui, come nel gruppo 3, del rischio che si corre in Italia nel far lavorare altre persone in azienda, che complica le cose quando qualcuno, per diverse ragioni, vuole avvicinarsi a questo mestiere o sostenere attivamente dei progetti. Si è proposta una modifica alla normativa, sulla stregua di Genuino Clandestino. Si è ricordato che le aziende sotto i 7.500 euro all'anno hanno agevolazioni fiscali e del fatto che anche in Campiaperti ci sono molti “agricoltori di fatto”. Per le tasse dipende anche dalle caratteristiche del terreno (collina / montagna essendo meno redditizie pagano meno). L'INPS è la cosa più onerosa. Carlo sottolinea come per il successo di un'azienda sia fondamentale il supporto dei cittadini/consumatori, oltre alla diversificazione (se qualche produzione va storta qualcun'altra andrà meglio, ma consente anche una maggiore offerta ai mercati). Inoltre sottolinea il legame stretto, quasi fisico, con la terra, tipico di questo lavoro, specie nei momenti di massima attività come primavera – estate, quando è impossibile allontanarsi dai propri campi. Isabella pone la questione che Campiaperti/Accesso alla terra possono rappresentare una sorta di “banca delle competenze” in questo settore, per facilitare l'inserimento in agricoltura. Si potrebbero trovare risorse per attività di tutoraggio o formule per cui andare a lavorare presso aziende della rete per un periodo. Filippo sottolinea che bisogna individuare quali aziende della rete potrebbero ospitare tirocinanti per un periodo, anche uno o due giorni la settimana per osservare attività diverse. Finora questo è avvenuto in modo informale, frequentando l'associazione, i mercati, conoscendo le persone, domandando, anche se poi ogni zona, ogni podere ha le sue caratteristiche. Michele ricorda che se il progetto è collettivo, composto da persone competenti o attive, che vogliono impegnarsi attivamente nel progetto, è più facile dividersi il peso, soprattutto organizzativo. La diversità di attività arricchisce l'azienda, gestirla in pochi è una difficoltà mentale più che fisica, suddividersi il carico organizzativo aiuta. Certo all'inizio non si possono ricavare redditi per tutti, consiglia di partire gradualmente e con redditi esterni. Carlo fa notare come l'attività agricola sia un'attività di tipo creativo-artistico. Sulle scelte comunitarie consiglia di dotarsi di spazi “sufficienti, Michele fa notare come nei momenti di massima criticità, ad esempio per problemi economici, è facile che la situazione si esasperi, consiglia dunque che le persone che creano un gruppo abbiano una certa serenità/consapevolezza delle difficoltà. Si è parlato dell'edificabilità se si possiede terreno agricolo: l'agricoltore ha diritto a costruire 100 mq di casa, ma deve dimostrare di avere un tot. di giornate, che dipende anche dai comuni. Si è parlato di quanta terra ci vuole e quanto può costare: se si è molto piccoli è meglio rimanere “clandestini”. Di solito per 5.000 metri di orto, che già possono garantire un minimo di reddito per una persona, ci vuole un ettaro, per gestire le rotazioni e tutelare la fertilità del terreno. Carlo: è fondamentale conoscere molto bene la tua terra, è una cosa che si costruisce con molto tempo. Lui dopo tanti anni si considera un contadino medio/scarso. Coltivare biologico è una strada sconosciuta, quello che funziona da uno non funziona da un altro, tutti gli anni ci si inventa qualcosa. ASC Agricoltura Sostenuta dalla Comunità locale Cosa si intende per ASC (agricoltura sostenuta dalla comunità locale) e come funziona? Con l’abbreviazione ASC (agricoltura sostenuta dalla comunità locale) si intende una strategia innovativa per: • Valorizzare le risorse agricole locali e il loro potenziale occupazionale; • Favorire la comunicazione fra gli agricoltori e i consumatori; • Sviluppare il rifornimento di cibo a km zero; • Favorire la crescita culturale ed indirizzare ad un consumo etico e consapevole; • Tutelare il diritto alla sicurezza alimentare; • Incoraggiare una corretta gestione del territorio e il rispetto dell'ambiente; • Creare un'alternativa ad un sistema di produzione, distribuzione e consumo basato esclusivamente sul profitto. • Riconoscere, valorizzare e utilizzare le esperienze di coltivatori e produttori che lavorano in piccole aziende. In breve, si tratta di una agricoltura realizzata tramite una stretta cooperazione tra contadini/aziende agricole (biologiche) ed un gruppo di consumatori. A differenza di altri tipi di cooperazione come i ´GAS´, il coinvolgimento e la responsabilita' degli associati e' piu' profondo. ASC è una associazione di mutuo impegno tra una azienda agricola e una comunità di sostenitori. I sostenitori dell’associazione coprono le spese di gestione annue dell’azienda attraverso l’acquisto di una parte del raccolto stagionale. I membri dell’associazione si impegnano, con un contratto, a sostenere l’azienda per tutta la stagione e si assumono i costi, i rischi e ricavi della produzione, insieme al produttore stesso. Gli associati contribuiscono all’acquisto di semi, fertilizzanti, alla manutenzione delle attrezzature, aiutano nel lavoro. In cambio l’azienda fornisce, al massimo delle proprie possibilità, una fornitura di freschi e sani prodotti di stagione . Essere parte dell’associazione significa instaurare una responsabile relazione tra le persone e il cibo che mangiano, il territorio sul quale questo cresce e coloro che lo coltivano. La relazione di sostegno mutualistico tra gli agricoltori locali e gli associati della stessa comunità, contribuisce a rendere il funzionamento dell’azienda agricola economicamente stabile, assicura ai membri della comunità un prodotto di miglior qualità, a prezzo equo. Come funziona la ASC Denaro, associati e amministrazione Un agricoltore o coltivatore, con il sostegno di un comitato di gestione, stila un budget che riporta i costi di produzione annuali. Questo budget include gli stipendi, i costi di distribuzione, gli investimenti per l’acquisto dei semi e per gli attrezzi, i pagamenti dei terreni, la manutenzione dei macchinari etc.... L'ammontare delle spese è quindi diviso per il numero di associati che saranno riforniti dall’azienda. In base a questa divisione viene determinato il costo di ogni quota del raccolto. Una quota è solitamente concepita per fornire il fabbisogno settimanale di verdura di una famiglia composta da quattro persone (anche se il quantitativo può variare). Gli associati prenotano e acquistano le loro quote e versano una somma forfettaria ancora prima della semina, all’inizio della stagione, o in varie rate lungo il periodo di produzione. Le spese di produzione sono quindi coperte ed i coltivatori iniziano a ricevere reddito appena inizia il lavoro. In cambio dei propri investimenti, gli associati del ASC ricevono una cassetta di prodotti freschi, di stagione, coltivati localmente e biologici una volta a settimana dalla primavera all’inizio dell’inverno o anche oltre. Le coltivazioni sono effettuate in successione per provvedere al continuo approvvigionamento settimanale di diversi ortaggi. Siccome le coltivazioni si alternano nel corso dell’anno, le forniture settimanali cambiano di quantità e tipologia di prodotto, rispecchiando la locale stagione produttiva e le condizioni di coltivazione. Le ASC variano considerevolmente a seconda della natura dell’azienda, delle pratiche agricole e degli obbiettivi dell’azienda e della comunità. Talvolta viene richiesto dalle aziende un pagamento extra per le consegne a domicilio, ma la maggior parte delle ASC invitano i membri a visitare le aziende e accolgono volentieri lavoratori volontari. Talvolta sono accettate quote lavorative (la fornitura di 3 o 4 ore di aiuto sotto forma di lavoro) in cambio di uno sconto sulle quote di prodotto. La gestione della proprietà tende ad essere molto flessibile, in alcuni casi compartecipata da un azionariato popolare a piccole quote. Oltre alla proprietà privata, c'è l'affitto del terreno con canoni di affitto strutturati come in un normale programma di gestione. Ogni ASC si sforza col tempo di mettere in atto un'operazione totalmente sostenibile, sia dal punto di vista economico che da quello ambientale, sviluppando il concetto concreto di economia equa e solidale. Distribuzione e gestione. Anche le modalità di distribuzione sono differenti. Alcune aziende hanno un gruppo di distribuzione che pesa e impacchetta le parti che vengono poi ritirate dagli associati presso l’azienda e i punti di distribuzione, altre preparano le cassette per ciascun associato e provvedono al recapito presso punti distribuzione definiti. Molti i vantaggi ottenuti dall’approccio di marketing diretto dell'ASC: oltre alla ripartizione del rischio, e al pagamento anticipato dei costi dell’azienda, altri, non meno importanti, sono il minimo sperpero della produzione agricola, il minor bisogno di stoccaggio a lungo termine dei prodotti, altri casi prevedono l'utilizzo delle eccedenze come possibile trasformazione in prodotti da conservare per le stagioni fredde quando il fresco e la varietà dei prodotti diminuisce. In alcuni casi i ricavi dalla vendita di questi prodotti sono integrati nella creazione del bilancio amministrativo dell'anno successivo. Un gruppo di gestione composto da produttori, distributori ed amministratori ed alcuni membri dell'ASC costituiscono in genere il corpo decisionale che definisce gli obiettivi a breve e lungo termine, elabora il bilancio, promuove e organizza eventi ed incontri annuali, crea le newsletter per i membri e promuove tutte le azioni che possano portare al massimo livello possibile la comunicazione tra l’azienda e i suoi associati. Perchè è importante l’agricoltura supportata dalla comunità locale? • Il marketing diretto dell'ASC offre ai produttori il più ampio ritorno sui propri prodotti. • Il metodo dell'ASC mantiene gli investimenti in cibo all’interno della comunità locale, e contribuisce al mantenimento e alla stabilizzazione della produzione alimentare regionale. • L' ASC promuove la comunicazione e cooperazione tra produttori locali. • L' ASC sostiene la biodiversità nel territorio e la diversità dell’agricoltura attraverso la salvaguardia dei piccoli agricoltori che producono un’ampia varietà di prodotti. • Sono opportunità di dialogo tra produttori e consumatori. • Creano un senso di responsabilità sociale e di amministrazione del territorio a livello locale. • L' ASC pone direttamente la faccia degli agricoltori sul cibo, e aumenta la conoscenza di come, dove e grazie a chi il nostro cibo viene prodotto. • Formare un ASC può essere un tassello per migliorare la qualità della vita spendendo più tempo per la condivisione e meno denaro in modo inutile e consumistico. Fonti: http://www.amap-aquitaine.org/index.php?option=com_content&task=view&id=30 http://blog.urgenci.net/?p=749 http://www.cotejardins.org/index.php?option=com_frontpage&Itemid=1 http://www.haricots.org/gas http://www.cocagne.ch/cms/comment-ca-marche
Grazie per i commenti.
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