lunedì 13 agosto 2012

TERRE FUTURE

Aggiornamenti su “Terre Future”a cura di Sabrina Menestrina








Un primo articolo sulla fondazione Terre Future era comparso sul primo notiziario 2012 scaricabile da www.biodinamica.org



La terra come bene comune è un tema sempre più rilevante nei pubblici dibattiti. L’Associazione Terre Future sta proprio in questi giorni sperimentando che alleanze allargate sono non solo più efficienti di uno stretto corporativismo, ma imprescindibili nel momento in cui si vuole cambiare qualcosa nel mondo. Il 22 giugno l’Associazione ha allargato la propria compagine sociale e il consiglio direttivo tra cui spiccano Sefea, Ass. Agricoltura Biodinamica, Cooperativa “Primavera”, Federbio, Fondazione Iris, Terre dell’Oasi WWF, Aiab e altri, in arrivo. Ricordo brevemente che lo scopo dell’associazione è la promozione di un utilizzo socialmente ed ecologicamente sostenibile della terra tramite un rapporto equilibrato tra uomo e natura, che rispetti il paesaggio e gli ecosistemi. Tale scopo verrà in particolare articolato su tre fronti:



1. promuovere e sostenere le attività in ambito rurale dedicate all’agricoltura biologica e biodinamica; 2. favorire la creazione di reti ampie di supporto alle iniziative di cui sopra (tra generazioni, tra città e campagna, tra agricoltori e consumatori, tra agricoltori e pianificatori, etc.);



3. sensibilizzare la collettività sul tema della terra e della sua corretta gestione.



In particolare, si vuole creare, nel contesto italiano, un’iniziativa che permetta nel lungo termine di sviluppare attività economiche in ambito rurale, costruendo attorno ad esse una rete di supporto che possa offrire servizi adeguati (finanziari, commerciali, formativi di accompagnamento, etc.) arrivando ad influenzare anche il dibattito politico sul tema agricolo.







La situazione italiana (si veda tabella riferita al 2010) parla di una perdita del 10% della superficie agricola in 10 anni e del 30 – 40% delle aziende agricole. In Italia, inoltre, il costo della terra per ettaro e 8 – 15 volte superiore rispetto alla Francia, per esempio.







Adattandosi alle necessità del contesto agricolo nazionale, l’iniziativa italiana vuole concentrarsi in particolare su 2 di queste:



1. difficoltà di accesso al credito



2. difficoltà di accesso alla terra



L’obiettivo è quello di individuare ed utilizzare uno o più strumenti adatti a dare una risposta a tali problematicità, attraverso la raccolta di risorse da poter impegnare su questi due fronti (donazioni – prestiti infruttiferi a lungo termine – raccolta di risparmio per acquisizione di terreni e erogazione di finanziamenti agevolati).



Questa iniziativa mira a sostenere gli agricoltori biologici/biodinamici in percorsi trasparenti che consentano la loro sopravvivenza. Tutte le fattorie saranno affittate agli agricoltori per lunghi periodi, con criteri e con regole speciali e non sarà prevista solo un’agricoltura biologica o biodinamica, ma anche la cura e manutenzione del territorio con le sue siepi, i suoi alberi, le vecchie strutture murarie, etc. Si sta ideando un nuovo contratto civile affinché gli agricoltori e gli “azionisti” di questo progetto si uniscano per creare un paesaggio orientato al futuro creando aree statutariamente vincolate all’agricoltura biologica e biodinamica. Questo è un progetto per salvare l’Italia e costruire il futuro del Paese e verrà ufficialmente presentato a fine ottobre al salone Terra Madre a Torino.







Per informazioni:



g.pinaffo@sefea.org ;



fabi.ion@gmail.com



Grazie per i commenti.

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