lunedì 8 ottobre 2012

L'ITALIA CONTRO LA RISOLUZIONE SUI DIRITTI DEI CONTADINI

Italia si schiera contro la risoluzione sui diritti dei contadini 

Il 27 settembre scorso si è riunito a Ginevra il Consiglio dei Diritti dell'uomo dell'Onu che ha avviato la Risoluzione sulla "Promozione dei diritti umani dei contadini e di altri abitanti delle zone rurali", e che adesso deve solo attendere il via libera definitivo prima dal Consiglio e poi dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite.


Attraverso questa risoluzione, il Consiglio riconosce la necessità primaria di diffondere e mettere in atto uno strumento giuridico volto a unificare, in un solo testo, i diritti dei contadini, donne e uomini, integrando nuovi diritti come quello per la terra, per i semi e i mezzi di produzione o di informazione per le aree rurali.In base a quanto testimoniano i dati, il 50% delle persone in condizioni di insicurezza alimentare è composto da contadini, e l'80% vive comunque in aree rurali; di conseguenza diventa fondamentale che il Consiglio si impegni al massimo in questa causa importante.

A sostegno della risoluzione c'è anche il movimento internazione de La Via Campesina, che dal 2008 si batte per l'adozione di una dichiarazione che riconosca speciali diritti per i contadini e gli agricoltori.


Durante la seduta, alcuni Stati membri si sono espressi con un voto negativo in merito a quest'azione, tra questi Italia, Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia, Romania, Spagna e Stati uniti. In seguito a tale azione oppositiva del nostro Paese è stata presentata un’interrogazione parlamentare da parte del Senatore Francesco Ferrante in cui si chiede al Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali di conoscere i motivi che hanno indotto l'Italia a votare incomprensibilmente contro l'adozione della risoluzione del Consiglio dei Diritti dell'uomo delle Nazioni Unite sulla "Promozione dei diritti umani dei contadini e degli abitanti delle zone rurali. Nell’interrogazione si chiede anche “se non intenda comunque riconsiderare in sede ONU tale scelta per riparare a questa gravissima e incomprensibile decisione, che non solo lede l'immagine del nostro Paese, ma soprattutto nega i più basilari diritti civili e umani dei contadini e delle persone che vivono a migliaia nelle zone rurali del nostro Paese”.



Grazie per i commenti.

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