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Sono ormai quotidiane le denunce di scempi nei confronti dell’ambiente ed in particolare verso gli alberi. Questo a causa di carenze nella conoscenza della loro importantissima funzione ambientale. Il progetto A SCUOLA DAGLI ALBERI da anni è attivo per colmare questa lacuna. Il racconto di Anna Cassarino ideatrice del progetto.

All’incirca 13 anni fa ho iniziato a chiedermi: esiste un modo per ridurre la pericolosità delle grandi piogge nel causare allagamenti e frane? E’ possibile abbassare la temperatura in città d’estate, senza usare i condizionatori d’aria, che consumano energia, inquinano e pur raffreddando all’interno, alzano la temperatura fuori? Si può ridurre l’inquinamento dell’aria e dell’acqua senza usare macchinari? Riusciremmo a preservare la bellezza del paesaggio, senza dover investire chissà quanto denaro? C’è la maniera di frenare la desertificazione, ridurre il consumo d’acqua, diminuire la fame nel mondo, avere una salute fisica e mentale migliore senza ospedali e medicinali? SI, SI e SI.
Questo e molto altro lo possono fare gli alberi, che sono sulla terra da 345 milioni di anni e cioè molto prima di altri esseri viventi. Sono loro, in buona parte, che hanno dato al nostro pianeta le caratteristiche che ha. Sono loro che hanno il maggior effetto benefico complessivo sull’ambiente, perché hanno un’estesissima rete di relazioni con diverse altre forme di vita, lavorando incessantemente con le foglie, coi rami, coi tronchi, con le radici su una superficie di parecchi metri,in altezza, profondità ed estensione. I meno longevi vivono almeno ottant’anni, ma ce ne sono che raggiungono i 500, i 1000, i 2000 e persino i 4000 e si formano un’esperienza davvero consistente, perché sono esseri viventi sensibili che interagiscono efficacemente con ciò che hanno intorno.
C’è ancora moltissima gente, però, che li considera solo come futuro legname, come oggetti da sfruttare, tutt’al più come ornamento, spesso come impicci. PERCHE’? Mi sono chiesta. Prima di tutto perché nella nostra istruzione l’educazione alla natura ha un posto irrisorio, molto al di sotto del necessario. Poi perché c’è comunque un baratro fra cultura umanistica e scientifica.
Per trarre il maggior beneficio dagli alberi occorre imparare alcune cose basilari e lo si può fare in maniera piacevole, avvicinandoci alla conoscenza dei vari aspetti della natura, e comprendere come questi interagiscono, anche quando non sembra affatto, con gli animali, i fenomeni naturali e la presenza umana. E’ questo ciò a cui pensavo, quando ho ideato e creato il progetto di formazione alla natura “A SCUOLA DAGLI ALBERI, che poi si è concretizzato sul sito in cui si possono trovare molte rubriche e articoli utili. Sul tema degli alberi ho poi scritto libri e svolto varie attività di sensibilizzazione, sia come artista che come scrittrice.
Una buona conoscenza di base, che aiuti a distinguere e a capire le funzioni dei diversi alberi, è indispensabile per fare le scelte giuste in fatto di ambiente. Infatti, per le piante come per gli esseri umani, occorre mettere quelle giuste nei posti giusti, (Far fare a un artista l’amministratore di condominio è un errore fatale e così è per le piante) perché se vengono messe nel posto sbagliato o trattate in modo inadeguato possono produrre un effetto opposto a quello desiderato.
Oggigiorno è soprattutto nei centri abitati che vanno messi a dimora gli alberi, in modo che esercitino il loro effetto positivo dove ce n’è più bisogno. Succede invece spesso che gli alberi vengano massacrati da mutilazioni che si osano chiamare potature, da abbattimenti irragionevoli, dal danneggiamento delle radici per eccessiva compressione e tagli a causa di lavori stradali, collocamento di tubature, da errori o assenza di pianificazione, da trascuratezza. E’ anche per questo che avvengono cadute di rami o di alberi interi.
Tutti noi possiamo contribuire a cambiare le cose, con una miglior cultura di base sugli alberi e la natura, che possiamo poi diffondere a nostra volta. Creando un terreno migliore, potranno formarsi cittadini migliori ad ogni livello.
Sopra: Ippocastano a Rocca Malatina  (MO), sotto: Tiglio ad Orino (VA)

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