lunedì 21 febbraio 2011

Una bella giornata

Ieri al CortoCircuito flegreo è stata una bella giornata.

Partecipata, condivisa e con qualche spunto innovativo.

Al centro le Relazioni. Le relazioni di reciprocità, di solidarietà , di cooperazione , di collaborazione leale e reciproca.
La presentazione del libro “ IL CAPITALE DELLE RELAZIONI” a cura della rivista Altreconomia con la presenza di Massimo Acanfora ci ha dato lo stimolo per approfondire le ragioni, le motivazioni che spingono al rafforzamento “ responsabile” delle reti. Da dove nascono i gas ( gruppi di acquisto solidale), i DES ( distretti di economia solidale ) , e le varie reti di economia solidale che in questi anni hanno realizzato interessanti progetti di filiera corta e , in certi casi, rappresentano dei veri agenti di cambiamento sociale e valorizzazione delle risorse del territorio? Ci siamo interrogati e, credo abbiamo fatto un passo avanti verso quelle relazioni di fiducia e cooperazione che vogliamo costruire. C’è molta strada da fare.
Anche nell’incontro trimestrale abbiamo ribadito cosa intendiamo per trasparenza dei rapporti, tracciabilità delle produzioni, autoregolamentazione dei comportamenti. Chiarezza , insomma.
E , ancora una volta, come si costruire una fiducia concreta tra persone. E, quanto sia necessario costruirla per sottrarsi alla mercificazione del mercato.
Volevamo, in qualche modo, stimolare “ provocare i produttori, e anche i frequentatori di CortoCircuito a dichiarare, o quantomeno a definire il proprio impegno nella costruzione della rete. Ne sono uscite delle proposte interessanti. Caratterizzare le visite programmate con dei momenti di sostegno, formazione, comprensione delle realtà produttive. Ciò potrà essere molto utile anche per immaginare e progettare delle filiere corte di settore con numeri significativi e ricadute vantaggiose per tutti, produttori e consum-attori.

A tutti auguriamo un buen vivir.

mercoledì 16 febbraio 2011

Anche in caso di pioggia

La presentazione del libro "IL CAPITALE DELEL RELAZIONI" a cura di Altreconomia edizioni alle 13,00 e la riunione trimestrale dei produttori e consum-attori consapevoli di CortoCircuito alle 15,30 si terranno anche in caso di pioggia alle Stufe di nerone.

Prendiamoci cura 20 Febbraio 2011

Assemblea trimestrale dei Produttori e Cittadini consum-attori di CortoCircuito Flegreo 20 Febbraio 2011.
Vi prego di leggere il report della riunione precedente già inviata a tutti.

Punti all’ OdG:

1) CortoCircuito Flegreo è un cantiere sociale? Se non ancora, può diventarlo?.. Abbiamo sempre detto dall’inizio Aprile 2010 che CortoCircuito flegreo aspira ad essere molto di più di un mercato contadino, di un simpatico evento mensile di incontro tra persone attente ad alcuni temi;
Già essere una compiuta filiera corta locale , di relazione tra produttori responsabili e cittadini consapevoli implica una determinata organizzazione, responsabilizzazione, e impegno. Ancora diverso e più impegnativo è pensare di diventare un cantiere sociale per la sostenibilità ambientale , per le buone pratiche ecologiche, alimentari, agricole che riguardano lo sviluppo locale auto sostenibile.
Non è necessario avere una identità precostituita, ma fondamentale è sapere in quale percorso si è inseriti, ed avere chiara la dimensione ed il livello di collaborazione e responsabilità che si vuole attuare.
Pertanto chiediamo a tutti coloro che vogliono bene a CortoCircuito di esprimersi a tal riguardo. Abbiamo pensato la volta precedente che la nascita di una associazione della filiera corta flegrea possa aiutare tale percorso. Ma ciò non è automatico e non basta formalizzare una esperienza per farle fare il salto di qualità.
Apriamo una discussione seria in tal senso.
2) Autoregolamentazione. Prezzo Giusto. Maggiore Partecipazione dei Produttori.
A partire dal chiarimento sul 1 punto , si possono affrontare alcune questioni fondamentali che riguardano i contenuti, le modalità di svolgimento del mercato, l’autenticità dei gesti e dei comportamenti. Cose che tradizionalmente, necessitano di REGOLAMENTAZIONI (ci riferiamo alla bontà dei prodotti, alla loro tracciabilità, a come si fa il prezzo, al grado di partecipazione e collaborazione dei produttori alla crescita/miglioramento dell’esperienza CortoCircuito, etc…).
Ma noi abbiamo fatto una scelta di campo. Abbiamo impostato tutte le nostre relazioni sulla fiducia. E ciò , se da un lato comporta meno carte, meno controlli, assenza di “sanzioni”, dall’altro implica uno SFORZO DI RELAZIONE .
Che mi auguro tutti vogliamo fare. Apriamo una discussione seria in tal senso. E impegniamoci a far seguire scelte e decisioni in seguito a tali discussioni.
3) Varie ed eventuali ( ………………….)

giovedì 10 febbraio 2011

ecco le risposte al nostro questionario

Ecco i Risultati del
QUESTIONARIO X I PARTECIPANTI/ADERENTI/SIMPATIZZANTI DI CORTOCIRCUITO.

1) ritieni che il mercato contadino e l’esperienza sociale di cortocircuito flegreo soddisfi le tue necessita’ e i tuoi bisogni di ricerca di cibo genuino ,di relazioni partecipative e di conoscenza e trasparenza.
1) Poco (0) 2) abbastanza (8) 3) molto (19) 4) si può fare di più (20)

2) hai letto il manifesto di cortocircuito? sai cosa e’ una filiera corta di relazione ? se si, quanto ne condividi i principi?
1)poco (1) 2)abbastanza (9) 3)molto (30) 4) si può fare di più (7)
se no vieni a prendere il manifesto alla accoglienza o collegati a http://cortocircuitoflegreo.blogspot.com

3) pensi sia possibile attraverso queste esperienze , modificare le irrazionalità e le ingiustizie del mercato convenzionale che impoverisce i produttori a vantaggio delle multinazionali e produce speculazioni , sofisticazioni alimentari e impoverimento ambientale con le colture intensive, gli ogm e il resto.??
1)poco (3) 2)abbastanza (11) 3)molto (14) 4)si può fare di più (15)

4) daresti un tuo contributo ( in termini di tempo, e/o consulenza , ingegno e supporto finanziario) se CortoCircuito flegreo decisse di costituirsi in Associazione di promozione sociale ed ecologica.
1) No (2) 2) in parte (16) 3) si (22) 4) si deve fare di più (5).

Grazie per il tempo regalatoci.
Firma.
Una lettura senza pretese: su 100 questionari distribuiti agli aderenti/partecipanti/simpatizzanti di cortocircuito flegreo ne sono stati restituiti compilati 45. ( circa 50%) .
Il posizionamento principale delle risposte è nella 1 domanda MOLTO soddisfacente rispetto ai bisogni vari; con ampie possibilità di fare meglio (20)
nella 2 domanda prevale una risposta di forte condivisione ( abbastanza e molto condivisi i principi);
nella 3 domanda c’è più equilibrio, anche se prevale il senso di utilità di tali esperienze ( 3 e 4 risposta);
la 4 domanda era quella che più ci interessava e sostanzialmente era una richiesta di impegno rivolta al pubblico di cortocircuito: la risposta è stata significativa : IN PARTE 16 risposte e SI 22 risposte.
Ci sentiamo soddisfatti e aspettiamo di verificare tra il dire e il fare.

Lettera ai GAS

Cari Gas,

trovate qui sotto il messaggio di lancio di una ricerca sui Gas svolta dall'interno.
Questa ricerca è stata presentata al gruppo di lavoro sulla comunicazione al convegno di Osnago ed è ora pronta a partire.
Pensiamo infatti che sia importante vedere come ci rappresentiamo.

Seguiranno altri messaggi, a partire dagli indirizzi mail indicatii nell'archivio dei gruppi sul sito retegas.

Se la risposta sarà calorosa ... al prossimo convegno Gas/Des dell'Aquila potremo vedere cosa esce da questo "autoscatto".

A presto

Andrea Saroldi


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Car*,
a giorni prenderà avvio (dopo un lungo lavoro preparatorio) la prima
ricerca nazionale sui GAS e le Reti di Economia Solidale promossa dal Tavolo
RES e dall'Università di Bergamo, intitolata "Dentro il capitale delle relazioni".

Scopo della ricerca è l'analisi quantitativa e qualitativa dei circuiti
alternativi di produzione e consumo, intesi come reti sociali che promuovono
attivamente, con il coinvolgimento delle comunità locali, pratiche
innovative di co-produzione, stili di vita e modelli sostenibili di
produzione e di distribuzione.

La novità della ricerca non risiede solo nell'ampiezza dello sguardo,
che abbraccia l'intero territorio nazionale ed entrambi i versanti
dell'attività economica (produzione e consumo), ma anche nel coinvolgimento
diretto, a tutti i livelli, della rete nazionale dei GAS e dei DES: per questo
abbiamo voluto chiamarla "con-ricerca", un processo generatore di saperi nel
quale le pratiche oggetto di studio sono esplorate dagli stessi protagonisti,
con il supporto metodologico di ricercatori esperti.

Il primo passo della con-ricerca, indispensabile per garantire la
rappresentatività dei risultati e la buona riuscita dell'operazione,
consiste nella costruzione di un elenco attendibile e quanto più
possibile completo dei GAS attivi sul territorio nazionale.
Il punto di partenza per questa fase sarà l'insieme dei GAS registrati
sul sito retegas.org alla fine del 2010. Tutti i referenti dei GAS
registrati riceveranno, nei prossimi giorni:
- l'elenco dei GAS registrati nella loro provincia di riferimento, allo
scopo di integrarlo e/o aggiornarlo;
- l'invito a collaborare alla ricerca, ed in particolare ad individuare
il/i referente/i provinciali (o locali, per le province più grandi) della
ricerca.

Grazie della collaborazione.

Tavolo RES - Area Formazione e Ricerca

Domenica 20 febbraio a CortoCircuito flegreo Presentazione del libro :"IL CAPITALE DELLE RELAZIONI"

Cinquanta storie che raccontano come nasce un Gas, una “filiera corta” o un Distretto di economia solidale

In Italia sono ormai un migliaio i “gruppi d'acquisto solidali”: persone che fanno la spesa insieme, scegliendo prodotti “etici” e creando relazioni di fiducia con chi li produce. Ma i Gas sono solo la “rete” più nota: questo libro è una straordinaria raccolta di esperienze di “reti di economia solidale”, un movimento che si batte per trasformare l'attuale sistema e per una nuova economia, che abbia per base il “capitale delle relazioni”. Come avviare allora un Gas nel proprio condominio o ufficio, come progettare una “filiera corta” insieme al contadino del campo accanto, “saltando” gli intermediari? Quali sono gli strumenti essenziali per passare dai grandi centri commerciali a una “Piccola Distribuzione Organizzata”, e quali semplici passi muovere per organizzare nella propria città una fiera del consumo critico e sostenibile? Come formarsi e informarsi e soprattutto come “mettere in rete” queste iniziative, con l'obiettivo di costituire sul proprio territorio un vero e proprio “Distretto di economia solidale”? Uno sguardo concreto sull'economia delle relazioni in Italia.

Il Tavolo per la Rete italiana di economia solidale promuove lo sviluppo dei Des, Distretti di economia solidale, per favorire nascita e sviluppo di esperienze d'economia solidale.
Il libro raccoglie i contributi di 35 autori, rappresentativi del movimento italiano e globale.

lunedì 7 febbraio 2011

Mandillo dei semi 2011

Visite ai Produttori di Cortocircuito flegreo

Anche nel 2011 Continuano le visite programmate
Ascolta con webReader
“Stringete la mano che vi nutre”
Continuano le visite programmate ai produttori di Corto Circuito flegreo.

Dal mese di Gennaio 2011 continuano le visite programmate. Le visite avranno carattere conviviale, informale e saranno improntate alla modalità dello scambio, della conoscenza e del consolidamento delle relazioni. Si potrà ,quindi, collaborare, scoprire, degustare, informarsi, giocare, divertirsi.
Invitiamo gli amici di CortoCircuito ad unirsi alle visite.



prossima Visita il 13 Febbraio a BAGNOLI presso L’azienda agricola Balestrieri Polverino (Peppino) località Monte Santangelo ;
Partenza ore 9 in punto da Pozzuoli Metropolitana

Poi il 13 Marzo a MARANO DI NAPOLI presso gli autoproduttori Melania e Piero Napolano – Associazione culturale TerraeNotae ;

venerdì 4 febbraio 2011

ACQUA BENE COMUNE . INIZIA LA CAMPAGNA REFERENDARIA

SABATO 5 febbraio MAGNAFORUM all’ARTGARAGE di Pozzuoli - viale Bognar. Ore 21
Vedremo il film" Il pianeta verde" di Coline Serreau.
Ascolteremo un po’ di musica del maestro Vincenzo Aulitto.
Qualche assaggio a fantasia di Antonella e il vino di Don Nicola.
L’ingresso è a sottoscrizione per raccogliere fondi per la campagna che accompagna il referendum per abolire la privatizzazione dell’acqua e il PROFITTO dalle tariffe.
...Accadueò: un legame irriproducibile tra 2 atomi d’idrogeno e uno di ossigeno. Siamo fatti per lo piu’ d’acqua, aria e terra ne sono pieni. La vita stessa nasce nell’acqua. Se l’acqua, bene comune, diventa merce, possiamo essere comprati a peso.
La lotta contro la privatizzazione dell’acqua e per riaffermare la gratuità dei beni comuni, è la madre di tutte le battaglie e si sta svolgendo in tutto il mondo. Le guerre oggi si combattono per l’acqua. “Come si può comprare o vendere il cielo o il colore della terra! E’ un’idea strana:la freschezza dell’aria o il brio dell’acqua non ci appartengono, perciò come potete comprarli!” Cosi’ rispondeva il capo degli indiani americani di Seattle al governo degli USA che voleva comprare una vasta area del loro territorio.
La terra se la sono presa, le quote d’aria si commerciano meglio del grano, l’acqua la stanno privatizzando in tutto il mondo….è ora e ce movere!
Per informazioni sui quesiti referendari:
http://www.acquabenecomune.org/

mercoledì 2 febbraio 2011

LA LIBERTA' DI CONSUMARE E IL SUO LIMITE

LA LIBERTÀ DI CONSUMARE E IL SUO LIMITE
Editoriale di Altreconomia febbraio 2011


Secondo Confcommercio, nel biennio 2008-2009 i consumi delle famiglie italiane hanno registrato una contrazione media annua del 2,1%, compiendo un “pauroso salto indietro” fino ai livelli del 1999. Dovremmo rallegrarcene?
Quanto eravamo diversi nel 1999! E quante cose sono accadute! Eppure sin da allora abbiamo sempre affermato: non sono i consumi che misurano il benessere degli individui.
Il loro aumento non si traduce linearmente in un aumento della felicità. Anzi, già allora -Francesco Gesualdi l’ha detto meglio di tutti- sapevamo bene che l’iperproduzione e il conseguente iperconsumo arricchiscono pochi soggetti, lasciando dietro di sé devastazione ambientale, sociale, personale.
In questi anni si è parlato molto di nuovi indicatori di benessere alternativi al Prodotto interno lordo. Sono necessari e non lo mettiamo in dubbio.
Noi infatti abbiamo sempre preferito contrapporre al sistema quella che abbiamo definito “l’economia della sazietà”: meno consumi, più benessere, giustizia, sostenibilità.
Fin qui è tutto chiaro, ma sarebbe ipocrita pensare che, con questo sistema economico e a queste condizioni, la riduzione dei consumi sia un fatto da salutare con entusiasmo. Che ci piaccia o no, oggi meno consumi vuol dire meno soldi e quindi meno lavoro. Ovvero meno certezze, più precarietà.
Questo è il grande ricatto del sistema. Questo è il motivo per cui la costruzione di un’altreconomia è necessaria e urgente.
E sta crescendo, nelle centinaia di gruppi d’acquisto solidali, nel commercio equo, nella filiera corta, nella finanza etica.
A questa riflessione vorremmo però aggiungerne un’altra.
Ovvero: nel dibattito sul benessere non si può escludere il tema della libertà. E dei suoi limiti.
Esistono senz’altro molte attività di consumo che ci portano benessere, e ci sentiremmo privati di una libertà se qualcuno ci vietasse, ad esempio, di prendere un volo low cost. Eppure la mia libertà finisce dove inizia quella degli altri, e non possiamo approfittarne solo perché l’attuale sistema politico economico ci mette nelle condizioni di farlo (e a volte ci obbliga pure), grazie alla finanza predatoria o al neoimperialismo commerciale.
Non ho il diritto di consumare, sprecare e inquinare quanto voglio, solo perché posso permettermelo. Che ci piaccia o no, farlo significa ledere i diritti di qualcun altro: oggi -nel Sud del mondo e in quel Sud che ci sta accanto e che chiamiamo “migranti” e “giovani precari”- e in futuro, quando consegneremo ai nostri figli un pianeta depredato. Questa è una libertà illusoria, imposta da un sistema che in realtà ci rende schiavi.
La libertà prevede un limite, un vincolo -come quando si cammina mano nella mano con la persona amata-, che tuttavia non diminuisce il mio benessere, semmai lo aumenta.
Questa è la vera responsabilità cui siamo chiamati tutti noi e sono chiamate istituzioni e soprattutto imprese. Ecco la vera “responsabilità sociale d’impresa”. Il resto sono solo chiacchiere.