venerdì 31 ottobre 2014

SIAMO UOMINI O CAPORALI ?

Abbiamo smesso di lavorare per i caporali

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Il lavoro bracciantile, soprattutto nel meridione d’Italia, è spesso praticato da migranti che si affidano a caporali senza scrupoli. La loro speranza è di guadagnare qualche soldo per arrivare a fine giornata. Quasi sempre svolgono queste mansioni in attesa di una sistemazione un po’ più dignitosa, il tutto a fronte di turni di lavoro massacranti e con diritti pari a zero. A Bari, una recente iniziativa portata avanti dall’associazione Solidaria ha cercato di trovare un’alternativa a tutto questo, coinvolgendo le categorie sociali più deboli. L’obiettivo del progetto Netzanet, molto noto nella rete Genuino clandestino, è ambizioso: creare salsa di pomodoro e venderla senza seguire la tradizionale logica di mercato.

lunedì 27 ottobre 2014

NON DIMENTICARE IL RANA PLAZA. RISARCIMENTO FINORA SOLO PARZIALE

Campagne Mancano 20 milioni di dollari
Tessile, non c'è pace per le vittime del Rana Plaza.

In Bangladesh, nell'aprile del 2013 un crollo nel complesso di fabbriche tessili che lavorano come conto-terziste per l'Occidente provocò oltre mille morti e duemila feriti. Familiari e sopravvissuti aspettano dall'aprile del 2013 un risarcimento, che per il momento è stato solo parziale: molte delle imprese coinvolte, infatti, non hanno versato il proprio contributo al fondo gestito dalle Nazioni Unite. La denuncia di Clean Clothes Campaign

dalla  redazione di Altreconomia  - 24 ottobre 2014


Diciotto mesi dopo il crollo del Rana Plaza, fabbrica tessile del Bangladesh che lavorava come conto-terzista per importanti marchi europei, la Clean Clothes Campaign 
ha incontrato i sopravvissuti e  i familiari delle vittime, e -spiega un comunicato stampa diffuso oggi- “è rimasta sconcertata e profondamente addolorata dal numero di persone che non sono tuttora in grado di ritornare al lavoro e riscostruire la loro vita”.

venerdì 24 ottobre 2014

RIPENSIAMO IL MONDO

Ripensiamo il mondo

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Street art, Buenos Aires (fonte: graffitimundo.com). Alle biciclette e alla storia della mobilità, Ivan Illich ha dedicato uno dei suoi libri più noti “Elogio della bicicletta”

di Eugene J. Burkhart*
illEra una mattina dell’estate del 1973. Illich dirigeva il suo seminario «I limiti della crescita» a Cuernavaca, in Messico. Era seduto su un muretto che circondava la veranda della Casa Blanca, una costruzione stile vecchia fattoria, nell’area di quel luogo di apprendimento chiamato Centro de Documentación Intercultural (CIDOC). (…) Dal mio arrivo al CIDOC erano trascorse alcune settimane, nelle quali avevo tentato di inquadrare quel personaggio tanto contestato. Come molti altri, lo consideravo realmente intelligente; il suo intelletto era formidabile e sconcertante come nessun altro; era anche molto carismatico. La sua figura e la sua vivacità erano notevoli… ma non era solo un uomo di idee. Quello che aveva fatto al CIDOC era molto diverso dalle istituzioni educative che avevo conosciuto fino ad allora. Praticamente non c’era una struttura amministrativa né un personale stipendiato; tantomeno si offrivano crediti formativi o diplomi accademici. Tuttavia regnava nell’a ria una specie di devozione per l’apprendimento. Forse quel luogo somigliava più all’idea originaria di ciò che dovrebbe essere un’università che alle ambizioni delle sue controparti più convenzionali.

giovedì 23 ottobre 2014

CONTRO I CALIFFI DEL NEOLIBERISMO RITORNO ALLA TERRA

L'INCHIESTA

Agroalimentare, l’ultimo fronte del neoliberismo

E’ sul fronte agroa­li­men­tare il neo­li­be­ri­smo in crisi gioca la sua ultima par­tita. Se fosse altri­menti, si capi­reb­bero meno le logi­che di quell’accordo tran­sa­tlan­tico che costringe ad acro­ba­zie di pro­nun­cia: il Ttip. In gioco sono i bre­vetti su cibi e sementi, la pos­si­bi­lità di sfon­dare il muro pro­te­zio­ni­sta euro­peo e intro­durre final­mente, senza obbligo di eti­chetta, ali­menti gene­ti­ca­mente modi­fi­cati o sem­pli­ce­mente imbot­titi di ormoni e anti­bio­tici, non­ché l’abolizione delle deno­mi­na­zioni geo­gra­fi­che. Insomma, come ha spie­gato bene una pun­tata di Report qual­che giorno fa, si tratta di divi­dere i con­su­ma­tori in due: da una parte la massa di chi man­gia pro­dotti a basso costo e altret­tanto carente qua­lità, dall’altra un’élite attenta ai cibi bio­lo­gici ed ecosostenibili.Un mec­ca­ni­smo che aumenta i pro­fitti di pochi e pro­duce sfrut­ta­mento del lavoro: nelle cam­pa­gne ita­liane già oggi, senza il Ttip, migliaia di migranti lavo­rano per due euro all’ora.
E’ que­sto il tavolo da ribal­tare e un paese come l’Italia, dove la civiltà con­ta­dina ha sedi­men­tato una cul­tura che con­ti­nua a rispun­tare qua e là in forme impre­vi­ste, ha tutte le carte in regola per far­cela. La par­tita si gioca non solo nelle stanze chiuse della poli­tica ma pure sul campo, come dimo­strano i con­ta­dini e alle­va­tori afri­cani e dell’America Latina che da oggi saranno a Torino per par­te­ci­pare a Terra madre. Si tratta di recu­pe­rare saperi e pro­dotti, abi­tuare palati, scon­fig­gere i Mac Donald’s con le focac­ce­rie come è acca­duto qual­che anno fa ad Alta­mura (vedere, per cre­dere, il film Focac­cia blues di Nico Cira­sola), orga­niz­zare bioresistenze.
Resta un nodo di fondo: rita­gliarsi uno spa­zio den­tro e ai mar­gini del mer­cato o restarne radi­cal­mente al di fuori? I “nuovi con­ta­dini” ita­liani riman­gono in gran parte all’interno. Altri, per dirla con il filosofo-saggista-poeta ame­ri­cano Hakim Bey, creano delle “zone tem­po­ra­nea­mente auto­nome”, dove le logi­che del capi­tale riman­gono alla porta. Quello che cam­bia, in ogni caso, è l’aspetto etico della pro­du­zione, il rifiuto dell’industria agroa­li­men­tare che sfrutta allo stesso tempo i lavo­ra­tori e la natura, offrendo pro­dotti a basso costo e ancora più scarsa qua­lità, e la crea­zione di pro­pri canali distri­bu­tivi: Genuino clan­de­stino, Terra Terra, Slow Food, le bot­te­ghe di Libera con i pro­dotti pro­ve­nienti dai ter­reni con­fi­scati alla mafia, i Gruppi d’acquisto soli­dale che soprat­tutto in Brianza si sono strut­tu­rati in Distretti nei quali pro­dut­tori e con­su­ma­tori si incon­trano senza media­zioni, le ormai con­so­li­date reti del Com­mer­cio equo e soli­dale o legate al bio­lo­gico, i punti ven­dita dei cibi e dei vini pro­dotti sui ter­reni con­fi­scati alla mafia, i far­mers mar­ket, i mer­ca­tini orga­niz­zati nei cen­tri sociali, la Città dell’Altra eco­no­mia a Roma. Quella che si va con­fi­gu­rando è una sorta di società alter­na­tiva che si autor­ga­nizza e cre­sce nel cor­pac­cione con­su­mi­sta (nono­stante la crisi eco­no­mica) del Bel­paese. E’ la nostra trin­cea con­tro l’avanzata dei nuovi califfi del neoliberismo.
Grazie per i commenti.

GENUINO CLANDESTINO : INCONTRO NAZIONALE A PESARO

24-25-26 OTTOBRE: INCONTRO NAZIONALE – PESARO
Categories: GeneralINCONTRI NAZIONALI


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PROGRAMMA DEFINITIVO

IL BUON CIBO CI SALVERA'

L'INCHIESTA

Carlo Petrini: il buon cibo salverà il pianeta

Intervista. Da oggi fino a lunedì prossimo Torino ospita il Salone del Gusto e Terra Madre, la manifestazione internazionale più complessa e completa che esiste in tema di cibo nella sua eccezione più ampia possibile. Per Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, questo sistema alimentare ormai non funziona più: "La produzione sostenibile è una questione di giustizia sociale". E l'Expo lo convince sempre di meno: "Per noi è una occasione importante ma purtroppo è stato perso troppo tempo e temo che ancora non sia stata messa a fuoco la tematica più importante"
Fino a lunedì Torino ospita il Salone del Gusto e Terra Madre. I numeri sono impres­sio­nanti: i pro­dut­tori che nutrono il mondo si ritro­vano nel mer­cato più grande, 80mila metri qua­drati, davanti alla pla­tea più nume­rosa, 200 mila visi­ta­tori. Ma i numeri non dicono tutto. «E’ la mani­fe­sta­zione inter­na­zio­nale più com­plessa e com­pleta che esi­ste sul tema del cibo di qua­lità e soste­ni­bile», dice Carlo Petrini, l’inventore di Slow Food.

martedì 21 ottobre 2014

SERVIZIO CIVILE REGIONALE


20/10/2014 - Approvato il Bando di Servizio civile autofinaziato con fondi regionali per la selezione di n. 836 volontari da impiegare in Campania.
Le domande vanno presentate entro e non oltre le ore 14.00 del 14 novembre 2014.

venerdì 17 ottobre 2014

TTIP : LE CONSEGUENZE PER L'AGRICOLTURA

TTIP: le conseguenze per l’agricoltura


Il negoziato per il Partenariato Transatlantico per Commercio e Investimenti, meglio noto con l’acronimo TTIP, è anche sotto esame della commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo. Lo scorso mese, infatti, questa ha presentato i risultati di un report sull’analisi dei suoi potenziali effetti sul mercato dei prodotti agricoli europei. Gli Stati Uniti, sebbene partner importante per l’Unione Europea, non rappresentano una quota elevata dell’import/export di prodotti agricoli dell’Unione. Per tutti gli anni ’90 l’UE aveva una bilancia commerciale in deficit, ma, in particolare a partire dal 2012, la tendenza si è invertita. Nel 2012 gli Stati Uniti rappresentavano la destinazione del 5% delle esportazioni UE di prodotti agricoli lordi, l’UE l’8% di quelle americane.
Dando uno sguardo all’interno dell’Unione Europea, si nota uno scenario molto variegato. Tra gli Stati membri, Francia, Paesi Bassi, Germania, Italia e Spagna sono i principali esportatori. In termini percentuali invece, la Croazia, la Lettonia e la Lituania vedono una grande parte dei loro prodotti agricoli andare oltremare (attorno al 20%). Il principale importatore in termini di valore delle importazioni è invece la Germania (circa 20 miliardi di euro) seguita da Paesi Bassi e Regno Unito. In termini di fetta di mercato, invece, Danimarca, Portogallo, Croazia e Spagna vedono le percentuali più elevate.
Le differenze tra Stati membri non si fermano qui: diverso peso hanno le importazioni e le esportazioni di
prodotti lavorati e non, e diversa è la bilancia commerciale. C’è chi vede più importazioni rispetto alle
esportazioni e chi viceversa. Il TTIP riguarderà quindi in maniera differente i diversi Stati membri, situazione
che ovviamente complica ulteriormente i già controversi negoziati. Le differenze sono poi sensibili anche da
prodotto a prodotto. L’esportazione di prodotti agricoli rappresenta, nel totale dell’export verso gli USA, circa il 6,6%. Di questa quota, l’1.4% sono prodotti non lavorati, il 5,4% prodotti lavorati. Il valore totale è pari a 111 miliardi di euro. Tra le due sponde dell’Atlantico le tariffe doganali per i prodotti agricoli sono ancora elevate, se comparate ad altri settori industriali, sebbene abbiano subito riduzioni nel corso del tempo. Le tariffe doganali più significative imposte dagli Stati Uniti sono quelle sul tabacco, sui prodotti lattiero caseari e sullo zucchero. Le tariffe UE, invece, sono più alte per la carne e per prodotti lattiero caseari.
Oltre alle tariffe doganali, il commercio tra USA e UE è condizionato dalla presenza di Misure non tariffarie
(MNT), ambigue e politicamente sensibili. Tra le MNT, due tipi in particolare condizionano il commercio
transatlantico: misure sanitarie e fitosanitarie (SPS) ed ostacoli tecnici al commercio (OTC). Ad oggi,
praticamente tutti i prodotti sono affetti da almeno una MNT, andando ad incidere tanto sulla commercializzazione o no di un prodotto, quanto sul volume commercializzato.
Il rapporto della commissione AGRI evidenzia che per quanto riguarda il settore agricolo, saranno in particolare gli USA a vedere un aumento delle loro importazioni dall’Unione Europea. Per l’UE ci si potrà aspettare un aumento delle esportazioni nel settore dei prodotti lattiero caseari, del vino e degli alcolici, dello zucchero e del biodiesel. Scenari nefasti invece sono previsti per il settore delle vacche da latte. Conseguenze negative,
sebbene di entità minori, sono ravvisabili per etanolo, pollame e alcuni cereali.
In particolare, sottolinea il report, le conseguenze negative si avranno qualora l’accordo non venga
accompagnato da una convergenza regolamentare su numerose questioni, tra cui OGM, utilizzo di ormoni e
ractopamina per accelerare la crescita di bovini, trattamenti per debellare agenti patogeni nella carne , pesticidi e additivi alimentari. Alla base di queste divergenze vi sono due differenti approcci: l’UE usa il principio di
precauzione, mentre gli Stati Uniti si affidano alle prove scientifiche per adottare restrizioni al commercio. L’UE lascia l’onere della prova alle aziende, mentre gli USA alle agenzie nazionali. Le questioni ancora aperte sono
perciò ancora tante. Alcuni passi in avanti sono già stati fatti, ad esempio l’accordo sul mutuo riconoscimento
dei prodotti biologici a partire dal giugno 2012. La partita però resta ancora aperta, ed i gruppi di interesse da una e dall’altra parte dell’Oceano svolgono e vogliono svolgere un ruolo chiave.
Grazie per i commenti.

martedì 14 ottobre 2014

IL CIBO AL FORUM UNIVERSALE DELLE CULTURE

FORUM  UNIVERSALE DELLE CULTURE

Le culture del cibo delle aree interne della Campania riserve di biodiversità e di gusto nel Mediterraneo.

A cura di Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della Piccola e Media Impresa
Mostra d'Oltremare
Da: Giovedì, 16 Ottobre 2014 A: Domenica, 19 Ottobre 2014
Cultura, spettacoli, gastronomia, dibattiti con i protagonisti dei Territori 
Dal 16 al 19 ottobre – Mostra d’oltremare – Padiglione 10 - AB

Programma X Municipalità (Fuorigrotta – Bagnoli)

Giovedi 16 ottobre 
ore 18 – Inaugurazione – intervengono:

Nino Daniele – Assessore Comune di Napoli
Giorgio de Francesco – Presidente X Municipalità Comune di Napoli
Daniele Pitteri – Commissario Fondazione Forum
Giuseppe Oliviero – Presidente CNA Napoli

Ore 19.30 – Mostra su “La storia dell’Alimentazione Mediterranea – Mostra su “le rotte del grano per la pasta” a cura dell’associazione “Oltre il giardino”

Ore 20.00 – Animazione teatrale da “il teatro di Eduardo De Filippo” a cura dell’associazione di volontariato “Primavera”

Ore 20.30 – La compagnia della Qualità presenta:
IL CILENTO – “storie, prodotti e produttori, cibi nel piatto dal luogo dove è nata la Dieta mediterranea.”
I legumi più buoni: Zuppa di fagioli e Zuppa di ceci di Cicerale

Ore 21.00 – spettacolo “Cilento Tarant” – gruppo folkloristicco

Venerdi 17 ottobre
Ore 10 – Il Museo del mare incontra le scuole: Le Mostre “Il Viaggio di Enea nei campi Flegrei” e “Il viaggio di Ulisse in Campania” a cura del prof. Antonio Mussari

Ore 10.30 – Il racconto del latte “Nobile” e dello yogurt “Nobile” a cura della Compagnia della Qualità srl

Ore 11 – laboratorio per bambini “racconti di viaggi dal Mediterraneo” a cura dell’associazione Bottega del Liocorno

Ore 12 – la Compagnia della Qualità presenta: 
L’alta Irpinia ed il sannio – Dove cresce il buon latte per i grandi formaggi – La storia del latte nobile modello per tutto il paese

Ore 18.30 – apertura degli stands
Ore 21 – spettacolo: Orchestra Multietnica Mediterranea

Sabato 18 ottobre
Ore 10 – Il museo del mare incontra le scuole: Le Mostre “Il Viaggio di Enea nei campi Flegrei” e “Il viaggio di Ulisse in Campania” a cura del prof. Antonio Mussari
Ore 10.30 - Il racconto del latte “Nobile” e dello yogurt “Nobile” a cura della Compagnia della Qualità srl
Ore 11 – apertura degli stands

Ore 12 - la Compagnia della Qualità presenta: Dall’alto casertano al sannio – le migliori carni in tavola

Ore 19 - animazione a cura di Zi Riccardo e le donne della Tamorra di Somma Vesuviana – gruppo folkloristico

Ore 20 – Nobili…dolci pensieri – Fabrizio Manconi e Armando Scaturchio presentano “La regina Pastiera” il “Re babà” e la “principessa sfogliatella”

Ore 21 – spettacolo “Zi Riccardo e le donne della Tamorra di Somma Vesuviana” – gruppo folkloristico

Domenica 19 
Ore 10 – Il museo del mare incontra le scuole: Le Mostre “Il Viaggio di Enea nei campi Flegrei” e “Il viaggio di Ulisse in Campania” a cura del prof. Antonio Mussari

Ore 10.30 - Il racconto del latte “Nobile” e dello yogurt “Nobile” a cura della Compagnia della Qualità srl

Ore 11 – laboratorio per bambini “racconti di viaggi dal Mediterraneo” a cura dell’associazione Bottega del Liocorno

Ore 11 – apertura degli stands

Ore 12 – Dall’area Flegrea vini ricchi di gusto e storia

Ore 19 – spettacolo: Parole e musiche del secolo
d’oro della Canzone Napoletana – Posteggiatori chic – Doleres Melodia ed ercole Vivace con Amedeo Colella



Tutti i giorni
Mercato dei prodotti tipici della Campania e incontri con i produttori
8 stands gastronomici 
Tutte le mattine il racconto del latte e dello yogurt nobile
Braceria con suino nero e marchigiana
I formaggi podolici alla brace
La cucina dei territori: menu giornaliero con i piatti dei diversi territori


Patrocini
Comune di napoli – Fondazione Forum delle Culture – Mostra d’Oltremare
Organizzazione
Confederazione nazionale dell’artigianato – associazione provinciale di Napoli
Collaborazioni 
Museo del mare Napoli – Associazione Oltre il giardino – ANFOSC – La Compagnia della Qualità srl – Consorzio Artigianapoli scrl

lunedì 13 ottobre 2014

TUTTI A TERRA


Grazie per i commenti.

mercoledì 1 ottobre 2014

Le primizie....


Violentate nel silenzio dei campi a Ragusa
Il nuovo orrore delle schiave rumene
Cinquemila donne lavorano nelle serre della provincia siciliana. Vivono segregate in campagna. Spesso con i figli piccoli. Nel totale isolamento subiscono ogni genere di violenza sessuale. Una realtà fatta di aborti, “festini” e ipocrisia. Dove tutti sanno e nessuno parla





Violentate nel silenzio dei campi a Ragusa 
Il nuovo orrore delle schiave rumene
VITTORIA (RG) - «Possono prendere il mio corpo. Possono farmi tutto. Ma l’anima no. Quella non possono toccarmela».