martedì 30 ottobre 2012

PICCOLO E' MEGLIO


"Piccolo è meglio" Presentazione del libro a Pozzuoli (Napoli)

Giovedì 8 novembre, ore 18.00, Pozzuoli (Na), c/o Comunità Dedalo, Via Spiaggia Romana 41, Fusaro Bacoli


a cura di CortoCircuito Flegreo (http://cortocircuitoflegreo.blogspot.it/)
Con la partecipazone dell'autrice CHIARA SPADARO
Piccolo è meglio
di Chiara Spadaro
20 storie italiane di grandi “imprese” su piccola scala. Quando le dimensioni, le persone e la qualità della vita contano. Prefazione di Ilvo Diamanti

Un libro che racconta 20 storie di imprese, produzioni e progetti “minimi” e che descrive un modello economico e sociale proiettato “in direzione ostinata e contraria” rispetto al mainstream: quello delle produzioni agricole contadine, delle filiere corte, delle reti locali, delle imprese lillipuziane, dei piccoli Comuni virtuosi, dell’informazione indipendente, dei comitati contro lo scempio del paesaggio, delle “piccole opere”, del crowdfunding, dell’economia delle relazioni, infine, per usare un’espressione sintetica.

"Piccolo ed etico contro il mercato imperante". Leggi l'intervista a Chiara Spadaro sul blog "Piccole grandi imprese" di Luca Pagni, su repubblica.it
 

Grazie per i commenti.

martedì 23 ottobre 2012

SISTEMA INFORMATIVO SUL BIOLOGICO

Aziende biologiche, al via nuovo sistema informatizzazione



5 Ottobre 2012
Operativo dal 1 ottobre il SIB, sistema di informatizzazione delle aziende biologiche, che nasce con l’obiettivo di migliorare il sistema di garanzie che è alla base dello sviluppo del comparto. Il biologico, infatti, è un settore in espansione , con un crescente apprezzamento da parte dei consumatori ed un tessuto di aziende sempre più radicato sul territorio.
Il Sistema, che va ad integrare le funzionalità del SIAN (Sistema Informativo Agricolo Nazionale) utilizzandone anche le banche dati certificate, offre la possibilità alle imprese dell'agroalimentare di avviare in maniera telematica l'iter amministrativo per il riconoscimento dello status di operatore biologico, e permette di aumentare la trasparenza, rendere più efficiente il sistema di controllo per l'agricoltura biologica e ridurre il carico burocratico per gli operatori.
Grazie al nuovo sistema per il biologico, infatti, tutte le informazioni già contenute nel Fascicolo aziendale del SIAN non dovranno più essere trascritte ed inviate alle diverse Amministrazioni e agli Enti competenti, ma saranno tutte contenute nella nuova "notifica on line" che le renderà automaticamente disponibili a tutti gli utenti del sistema.
Il percorso previsto dal progetto di informatizzazione per il biologico prevede ancora altri passaggi: a breve verrà infatti sviluppata l'integrazione a livello nazionale dei sistemi informativi che alcune regioni hanno sviluppato in maniera autonoma proprio sul biologico.
Fonte: Mipaaf

Grazie per i commenti.

venerdì 19 ottobre 2012

L'OCCUPAZIONE DELLE TERRE


mercoledì 17 ottobre 2012

Occupy Farms: negli USA azione collettiva di riappropiazione e gestione della terra


Non c’è mai stata una rivoluzione senza una riforma agraria; è questo il principio su cui si poggia Occupy Farms (Of), nato sull’onda lunga newyorkese delle tende di Occupy Wall Street (…). Of nasce alla fine del 2011 come azione collettiva di servizio, quando i contadini del New England hanno cominciato a fornire agli occupanti di Wall Street cibo e sostegno; si è creato qualcosa che va oltre slowfood, oltre l’agricoltura biologica a chilometri zero, oltre le vacanze in campagna e oltre la sagra di paese, qualcosa che ha unito tutto questo e che oggi produce reddito e sosteniblità.

Of è una relazione dunque, una relazione tra chi occupa il suolo pubblico delle città e chi occupa la terra per lavorarla, per renderla viva; non stiamo parlando di contadini con zappa e vanga, o almeno non solo: parliamo di persone schiacciate nella loro attività dall’economia di mercato e dalla grande distribuzione, ma che grazie ad Of hanno dimostrato che lavorando la terra si può non solo sopravvivere, ma anche prosperare al di fuori dell’attuale sistema socio-economico: nessun sistema alimentare può sopravvivere se il profitto è prioritario alle necessità umane.

La ricerca di un mondo abbondante e sostenibile (…) la priorità non è più il desiderio ma la necessità delle persone. «Apprezziamo più l’acqua, la terra e l’aria più delle banconote della Federal Reserve – spiegano sul sito web di Occupy Farms – trasparenza, cooperazione, sostenibilità e reddito (non profitto) i valori fondanti.. Il nostro obiettivo è generare reddito e flussi economici per le comunità locali che ci circondano; chiediamo un clima positivo di uguaglianza, accettazione e convivenza civile tra tutte le persone….».





La formazione delle comunità locali sull’agricoltura sostenibile, che contribuisce a stabilire chiaramente la sovranità alimentare della comunità stessa, sono alla base delle occupazione delle fattorie, azioni che vogliono dichiaratamente creare gruppi di lavoro in fattoria e non occupazioni fini a se stesse.

L’iniziativa è esplosa come una bomba ad orologeria, dalla costa est degli Stati uniti si è propagata lungo la linea atlantica per sbucare addirittura dall’altra parte, in California (l’esempio di Occupy Farms più importante): il 22 aprile duecento attivisti hanno occupando il tratto di Gil, un appezzamento agricolo ad Albany in uso dall’Università della California Berkeley come laboratorio a cielo aperto; quello che sarebbe dovuto essere, nelle intenzioni dell’Università e di diverse Ong e attivisti, un punto di riferimento per l’agricoltura sostenibile, è diventato tuttavia il chiaro esempio dello sviluppo esclusivamente commerciale del suolo pubblico.

Compostaggio dei rifiuti, riciclo e riuso, colture locali, sfruttamento delle risorse naturali e cooperazione, l’occupazione è stata tuttavia osteggiata dall’Università stessa che ha visto in pericolo i finanziamenti per la ricerca.

Of tuttavia non è un banale movimento pirata che colpisce, lavora e scompare, ma un movimento che intende riavvicinare l’uomo alla natura, rendendo i concetti di sovranità alimentare e sostenibilità agricola e rifiutando l’attuale modello, che sfrutta intensamente le colture perseguendo la logica del profitto più feudale possibile.

http://occupyfarms.org/

Grazie per i commenti.

giovedì 18 ottobre 2012

FA LA COSA GIUSTA SICILIA






1à edizione in Sicilia
19-20-21  Ottobre 2012  PALERMO Cantieri Culturali alla Zisa
http://www.falacosagiustasicilia.org/index.php
Grazie per i commenti.

lunedì 8 ottobre 2012

L'ITALIA CONTRO LA RISOLUZIONE SUI DIRITTI DEI CONTADINI

Italia si schiera contro la risoluzione sui diritti dei contadini 

Il 27 settembre scorso si è riunito a Ginevra il Consiglio dei Diritti dell'uomo dell'Onu che ha avviato la Risoluzione sulla "Promozione dei diritti umani dei contadini e di altri abitanti delle zone rurali", e che adesso deve solo attendere il via libera definitivo prima dal Consiglio e poi dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite.


Attraverso questa risoluzione, il Consiglio riconosce la necessità primaria di diffondere e mettere in atto uno strumento giuridico volto a unificare, in un solo testo, i diritti dei contadini, donne e uomini, integrando nuovi diritti come quello per la terra, per i semi e i mezzi di produzione o di informazione per le aree rurali.In base a quanto testimoniano i dati, il 50% delle persone in condizioni di insicurezza alimentare è composto da contadini, e l'80% vive comunque in aree rurali; di conseguenza diventa fondamentale che il Consiglio si impegni al massimo in questa causa importante.

A sostegno della risoluzione c'è anche il movimento internazione de La Via Campesina, che dal 2008 si batte per l'adozione di una dichiarazione che riconosca speciali diritti per i contadini e gli agricoltori.


Durante la seduta, alcuni Stati membri si sono espressi con un voto negativo in merito a quest'azione, tra questi Italia, Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia, Romania, Spagna e Stati uniti. In seguito a tale azione oppositiva del nostro Paese è stata presentata un’interrogazione parlamentare da parte del Senatore Francesco Ferrante in cui si chiede al Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali di conoscere i motivi che hanno indotto l'Italia a votare incomprensibilmente contro l'adozione della risoluzione del Consiglio dei Diritti dell'uomo delle Nazioni Unite sulla "Promozione dei diritti umani dei contadini e degli abitanti delle zone rurali. Nell’interrogazione si chiede anche “se non intenda comunque riconsiderare in sede ONU tale scelta per riparare a questa gravissima e incomprensibile decisione, che non solo lede l'immagine del nostro Paese, ma soprattutto nega i più basilari diritti civili e umani dei contadini e delle persone che vivono a migliaia nelle zone rurali del nostro Paese”.



Grazie per i commenti.

venerdì 5 ottobre 2012

SEMINIAMO DISOBBEDIENZA

Seminiamo disobbedienza


da "Comune-info "
28 settembre 2012



A giudicare dal numero di adesioni, l’«evento» creato su facebook ha già rotto il silenzio di media e imprese dell’agroindustria. Migliaia di persone hanno fatto rimbalzare sul web l’appuntamento «Disobbedienza civile per proteggere i nostri semi tradizionali», che di fatto propone lo scambio di semi dal 2 al 16 ottobre, dichiarato illegale dall’Ue. Per fortuna, lo scambio libero dei semi avviene già ovunque: uno dei paesi in cui è più diffuso resta la Grecia (leggete qua questo bellissimo reportage. «La rivoluzione degli orti»).



Una sentenza del 12 luglio della Corte di giustizia Ue ha infatti confermato il divieto di commercializzare le sementi delle varietà tradizionali e diversificate che non sono iscritte nel catalogo ufficiale europeo. «Fin dal 1998 è in vigore una direttiva della Comunità europea che riserva la commercializzazione e lo scambio di sementi alle ditte sementiere, le note multinazionali, vietandolo agli agricoltori – scrivono on line i promotori della protesta planetaria – Ciò che i contadini hanno fatto per millenni è diventato così, di colpo, un delitto. Con questa sentenza sono messe fuorilegge anche le associazioni di volontari impegnati nel recupero delle varietà antiche e tradizionali». Per questo, l’anniversario della nascita di Gandhi (2 ottobre), ha spiegato Vandana Shiva nei giorni scorsi, è un’ottima occasione per proporre azioni di disobbedienza civile contro le leggi ingiuste sulla libertà di commerciare i semi.



Ricordiamo che è possibile registrarsi al sito Seedfreedon.it qui e inserire i dettagli delle iniziative organizzate. Il calendario ufficiale delle due settimane di azione è invece qui. I promotori dell’evento in Italia hanno anche messo a disposizione una miniguida in italiano che è possibile leggere in questa pagina.



Tra le azioni possibili proposte segnaliamo l’idea di dichiarare la propria associazione o azienda «Zona dei semi liberi», organizzare la proiezione di video come Sacred economy (di Charles Eisenstein, con sottotitoli in italiano), aderire e promuovere eventi con il proprio Gruppo di acquisto solidale, organizzare una cena sociale con prodotti dell’orto, scrivere lettere e petizioni alle istituzioni locali su questi temi e altre. Come redazione di Comune-info suggeriamo anche di contattare gruppi di guerilla gardening e orti urbani,



Grazie per i commenti.

martedì 2 ottobre 2012

FLOP DELLE PRIVATIZZAZIONI AGRICOLE

lunedì 1 ottobre 2012

Flop delle privatizzazioni agricole


Flop delle privatizzazioni agricole solo 80 milioni dai terreni di Stato

PAOLO FREDIANI ROMA - Dovevano essere sei miliardi di euro, un tesoretto da portare direttamente a riduzione del debito pubblico. Invece, il governo rischia di raccogliere solo briciole. Nel lungo elenco di norme approvate dal Parlamento ma ancora in attesa di decreto attuativo, c' è anche quell' articolo7 della legge di Stabilità dell' anno scorso che prevede la vendita dei terreni agricoli di proprietà del Demanio. Era il novembre 2011, e a capo dell' esecutivo c' era ancora Silvio Berlusconi. La Coldiretti aveva da poco presentato uno studio che, sulla base dei dati Istat e Inea disponibili allora, stimava in 330mila ettari le superfici coltivabili in mano pubblica, per un valore medio di 18.500 euro. Il governo di centrodestra, che di lì a poco si sarebbe dimesso, aveva deciso di cogliere la palla al balzo e vendere le terre per fare cassa. Dopo mesi di ritardi, il ministero delle Politiche agricole ha concluso un primo censimento delle aree che possono essere cedute, e la distanza tra le aspettative e la realtà difficilmente poteva essere più grande. Gli immobili da vendere sono 1853 - a cui se ne sommano 65 da affittare -, per un totale di 60mila ettari. Inoltre, il valore stimato dei terreni è di 82 milioni di euro. Una cifra che, se confermata, difficilmente potrebbe scalfire un debito pubblico che sfiora i 2mila miliardi. Il ministero presieduto da Mario Catania prende le distanze: «Non sono stati i nostri uffici a prevedere sei miliardi di entrate, e l' articolo 7 della legge Stabilità non riporta alcuna cifra». Alcuni terreni potrebbero essere sfuggiti al censimento e il valore di alcuni immobili potrebbe essere sottostimato. Dal conteggio inoltre, sono escluse le aree in mano agli enti locali, che possono dare mandato all' Agenzia del demanio di vendere le loro terre. Ma è difficile aspettarsi grandi sorprese: «Stato, Regionie Comuni non posseggono molti terreni di valore - dice Roberto Pretolani, vicedirettore del dipartimento di Economia e politica agraria dell' università Statale di Milano -. Normalmente la pubblica amministrazione si fa carico di aree difficili da vendere, perché soggette a forti vincoli su ciò che si può costruire, o perché adibite ad attività poco redditizie, come i pascoli». Nel censimento dei terreni cedibili, portato avanti da Ismea e dall' Agenzia del demanio, c' è un altro dato che desta preoccupazione. Per evitare svendite del patrimonio pubblico e speculazioni, la legge ha previsto che gli immobili di valore superiore ai 100mila euro debbano essere venduti con asta pubblica e non con trattativa privata. Peccato che, secondo le prime stime, a valere meno di 100mila euro siano 1738 aree agricole su 1853. A fare da argine agli abusi, rimangono le norme che prevedono il diritto di prelazione per i giovani agricoltori e che, per vent' anni, ai terreni non possa essere attribuita una destinazione urbanistica diversa da quella agricola. Resta da vedere come la materia sarà trattata nel decreto attuativo, di cui si attende la pubblicazione dal 30 giugno.
Grazie per i commenti.

TERRE RESISTENTI


lunedì 1 ottobre 2012

Terre Resistenti a Reggio Emilia


TERRE RESISTENTI 13/14 OTTOBRE 2012 REGGIO EMILIA – CASA BETTOLA

In giugno si è avviato ad Empoli un percorso di riflessione e rilancio sul nodo individuato come la t/Terra al tempo della crisi. L’incontro ha aperto uno spazio di confronto sulla terra intesa sia come pianeta Terra, sia come territorio, luogo di vita e di lavoro, di produzioni sociali e materiali. Un nodo dove si intrecciano temi come la ricerca di modelli di produzione e consumo alternativila salvaguardia del territorio e il paesaggiola lotta alla precarietà e lo sfruttamento dei lavoratori migrantila tutela dell’ambiente e la biodiversità.

In luglio il percorso ha proseguito con le giornate di approfondimento a Monopoli.
Il terzo appuntamento di Terre Resistenti a Reggio Emilia in ottobre sarà un occasione per incontrarsi tra agricoltori, attivisti, gruppi di acquisto solidali, spazi sociali e tutte/i coloro che sono interessati ad affrontare il tema, per condividere idee e pratiche e sviluppare nuove esperienze tra progettualità e conflittualità.   
Affronteremo l’agricoltura o in senso più ampio - la terra - come una questione che non riguarda solo gli agricoltori o chi abita il contesto rurale, ma un argomento che riguarda tutte/i coloro che subiscono le conseguenze sociali ed ambientali dei processi di produzione e consumo ad essa legati. Quando parleremo di agricoltura parleremo anche di precarietà e sfruttamento del lavoro vivo, di inquinamento e accaparramento di beni comuni, del territorio e devastazione del paesaggio. Affronteremo quindi la terra come qualcosa che appartiene a tutte/i; qualcosa a cui fare fronte insieme tra mondo rurale e mondo urbano, tra chi lavora la terra e chi da essa si nutre, per mettere in questione un modello di sviluppo che si dimostra sempre meno sostenibile da un punto di vista economico, sociale ed ecologico.         
Cercheremo di contestualizzare il tema al momento storico che stiamo attraversando, la crisi profonda e sistemica, ed analizzare se la terra può esserneuna via di uscita dal basso, un punto di partenza per coltivare una reale alternativa. Dopo anni che sempre più piccole aziende hanno chiuso mentre grandi aziende ne hanno assorbito i terreni, vogliamo discutere come possiamo invertire questa tendenza; come rivendicare la terra per lavorare, produrre e creare ambiti di mercato autogestito e prefigurare quello che può essere un mondo che si va felicemente a sganciare da un concetto di sviluppo capitalistico.
Affronteremo le pratiche di movimenti cresciuti in questi anni che si esprimono sempre di più in contesti locali, tra loro altamente differenziati. Ma che fanno riferimento ad un pensiero globale, che fa si che queste pratiche non corrono il rischio di cadere in un localismo corporativo. Uno  sguardo su come lotte in difesa della terra e il territorio in luoghi e continenti diversi possono essere collegati.  
Durante l’iniziativa ci sarà spazio per condividere esperienze concrete, apparentemente diversi tra loro, che nel nodo della t/Terra possono trovare un comune; orti urbani, mercati autogestiti, bio-osterie sociali, comitati in difesa della terra, cooperative agricole ed esperienze di coproduzione.
Tra gli incontri di approfondimento ci saranno momenti conviviali accompagnati dalle cucine delle bio-osterie di alcuni spazi sociali; momenti preziosiper tessere relazioni tra esperienze e territori diversi.  

PROGRAMMA

SABATO 13 OTTOBRE

16.00 Tavola rotonda – Coltivare idee e pratiche per la terra, il territorio e l’ambiente

Idee globali:
·         Terra come terreno di intervento politico trasversale - tra territori, ambiente, paesaggio, precarietà e lavoro migrante: Lab t/Terra, antiaccademia ribelle dei georgofili  
·         La terra come opportunità contro la crisiArmando  de Matthaeis – Comunità in Resistenza, Empoli
·         Dal territorio ai territori, dalla terra alla Terra – un sguardo globale: Domenico Muchignat -  Yabasta, Bologna

Pausa con pizza del Forno Comune


Esperienze locali: 

      Terra bene comune da difendere: Rete Acqua Suolo, Reggio Emilia
·         Orti collettivi nello spazio urbano: GAS-Tonati, Reggio Emilia
·         Mercati autogestiti e osterie sociali – luoghi delle utopie concrete: Domenico Fantini, Mercantiniera, Parma
·         Un campo di grano collettivo: Silvana Cattani , Pregnano sul Secchia, Modena
·         Una società agricola in comune: Marino Musina - Cooperativa La vigna solidale, Oltrepò Pavese

Dibattito pubblico:
Sono invitati agricoltori, attivisti, associazioni, GAS, spazi sociali e tutte/i coloro che vogliono scambiare idee, pratiche e progetti intorno al nodo della t/Terra.
20.00 Cena delle BiOsterie Sociali

BiOsteria - Casa Cantoniera Autogestita, Parma
Osteria Otromundo – CSA Intifada, Empoli
Osteria Casa Bietola – Casa Bettola, Reggio Emilia
21.30 Concerto con Lapis Train
tra sonorità musicali e ritmiche, dalla bossa nova, al jazz e al funk rock

DOMENICA 14 OTTOBRE

11.00 Tavoli di discussione tematici  - Costruire tessuti resistenti tra mondo rurale e mondo urbano
·         GAS e mercati autogestiti
·         BiOsterie sociali
13.00 Pranzo dall’Osteria Casa Bietola


INFO
Per chi viene da fuori città sarà possibile pernottare tra sabato e domenica contattandoci via mail o telefono:
Simon:               331 6403513      
Giuliano:             331 1231909      
Durante le due giornate ci saranno spazi e laboratori dedicati ai bambini.

Come arrivare:
Casa Bettola – Casa Cantoniera Autogestita
Via Martiri della Bettola 6, Reggio Emilia
Dalla Stazione Ferroviaria
1. Bus numero 5 verso Rivalta, prima fermata in Via Martiri della Bettola, dopo il ponte di S.Pellegrino
(Circa 15 min)
2. Bus numero 4 verso Coviolo – Chiesa, prima fermata in Via Bismantova, dopo il ponte di S.Pellegrino
(Circa 15 min)
Sito:

Grazie per i commenti.

lunedì 1 ottobre 2012

OCCUPY THE SEEDS

Vandana Shiva: “Occupiamo i semi, disobbediamo alle leggi ingiuste”


L’attivista e scienziata indiana Vandana Shiva lancia un appello sul web per prendere parte a due settimane d’azione globale per la salvaguardia della libertà delle sementi. Dal 2 ottobre, compleanno di Gandhi, al 16 ottobre, Giornata Mondiale dell’Alimentazione, Shiva invita le attiviste e gli attivisti del mondo a disobbedire alle leggi ingiuste dei brevetti sulla vita che ostacolano la capacità degli ecosistemi di auto-rigenerarsi, e quindi la stessa libertà di sopravvivenza umana, perché “non può esserci sovranità alimentare senza sovranità sui semi”.


“Attualmente cinque grandi multinazionali controllano già il 75 per cento dell’approvvigionamento mondiale dei semi” ricorda Shiva, che il 9 ottobre alle 10.30 interverrà anche a Palazzo Valentini a Roma

“Possiamo disobbedire in modo creativo - dice nel suo video-appello tradotto in molte lingue -, possiamo disobbedire salvando e scambiando semi che non siano stati brevettati dalle multinazionali… disobbedendo a quel tipo di leggi che vogliono rendere i nostri semi illegali”.

Per firmare la dichiarazione di Vandana Shiva: http://seedfreedom.in/declaration/

L’evento su Facebook delle due settimane di azione: https://www.facebook.com/events/436131536428020/


Per aggiungere le vostre azioni al calendario globale: http://seedfreedom.in/events/community/add



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