mercoledì 13 aprile 2011

Le visite itineranti ai produttori di Terra di Lavoro









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Domenica 10 aprile 2011 continuiamo le visite ai produttori per Corto Circuito Flegreo
Ci siamo recati in sette incontrandoci la mattina sotto una pioggerellina dispettosa che scoraggiava passeggiate in campagna, una visita itinerante per incontrare i produttori in Terra di Lavoro, provincia di Caserta.
La prima è la masseria di Elio Di Landa e Tiziana Gagliardi, al centro di Mondragone. Ci sembra strano che in pieno centro del paese si possa trovare un luogo coltivato ma dopo aver varcato il cancello ritroviamo su un’aia spaziosa la casa sulla destra e il fienile recuperato a sinistra, e tutt’intorno verde coltivato, reso più brillante dalla pioggerellina che continua a cadere. L’unico ad essere contento è Elio perché “così la terra si mantiene morbida”. Dopo un caffè consumato nella spaziosa cucina con un camino e forno a legna così spazioso che ci si può stare in piedi, Elio inizia il suo racconto, mescolato a date, ricordi, storie e coltivazioni. La masseria fu creata dal suo bisnonno all’inizio del 900 e poi suo nonno e, con un salto della generazione di suo padre, Elio che dal 2005 continua l’attività insieme a Tiziana, sua compagna. Elio, che oggi ha 32 anni, ci ha raccontato che ha raccolto tutte le conoscenze di suo nonno ed ha integrato le coltivazioni con la passione di un giovane che si è guardato molto intorno a sé. La casa ha un buon livello di autosufficienza perché ci mostra l’impianto di fitodepurazione che rimette in circolo tutte le acque reflue usate nella casa, insieme a quelle piovane, raccolte da una grande cisterna blu, la depurazione viene aiutata dalla Fragnitis Australians, un particolare tipo di canna che accelera la depurazione naturale, e che svetta con i suoi pennacchi dorati.
L’orto sinergico seminato con i prodotti di stagione viene concimato con il compost che Elio chiama “rapido” con un rapporto 1 a 30 di carbonio e azoto e che viene rivoltato ogni 3 giorni in modo da avere compost di qualità ogni 30 giorni; oltre l’orto sinergico ci sono altri pezzi di orto tradizionale che, a rotazione, diventano pollaio, in modo da dare maggiore fertilità alla terra. Una vigna piccola (vitigno autocnono Primitivo di Mondragone) gira tutt’intorno e divide i solchi coltivati creando una vista gradevole. Sparsi in modo casuale alcuni alberi da frutta (peschi, albicocchi, prugni) alla cui base Elio ha piantato il tanaceto, che combatte naturalmente i parassiti delle Drupacee.
Le nostra curiosità crea una folla di domande alle quali Elio e Tiziana rispondono pazientemente ma il tempo ci impone di andare, per continuare il nostro itinerario.

Poco fuori Mondragone la strada inizia a salire dolcemente mostrandoci le colline, la Cresta del Gallo e il Monte Massico, siamo arrivati alla tenuta di Oscar Cangiano, allevatore e coltivatore, insieme a suo fratello Gaetano e alla sua compagna Anna. Lo spazio più vasto è occupato dall’allevamento di bovini, di razza marchigiana, di suini tipici casertani, galline e caprette. Le mucche sono lì beate a crogiolarsi nel terreno e al sole, che intanto ha bucato le nuvole. “Non è l’orario giusto per disturbarle” dice Oscar invitandoci ad essere silenziosi e intanto ce le mostra con grande orgoglio, ci indica il vitellino che succhia dalla madre, nato da appena 10 giorni e ci racconta della personalità di Savona, la mucca “dominante” che osserva gli ospiti con curiosità e si concede alla macchina fotografica. Tutt’intorno al recinto dei bovini, grandi balle rotonde di foraggio. In fondo lo spazio si apre in forma quadrata seminato a grano, il Serpico adatto per la panificazione. E’ la prima semina di grano che Oscar fa e ci mostra la ricchezza delle piantine seminate a spaglio, quindi molto compatte e molto verdeggianti.
L’altro lato della tenuta è tutta ad ortaggi, stanno venendo su zucchine e fave, piselli e insalate; le seminate per l’estate, melanzane, peperoni, patate, mostrano ancora la loro tenera età. Le coltivazioni sono tutte concimate con lo stallatico prodotto dalle mucche.
Ci aspetta un bel fuori programma: Oscar aveva già messo in cottura il latte per fare il formaggio ed ci invita ad entrare nel laboratorio per vedere le fasi della cottura. Mettiamo i nasi nei pentoloni in ebollizione, in uno di questi si sta elaborando la ricotta e bisogna rimestare delicatamente per evitare la formazione del caglio.
Intanto Anna ci aspetta in casa per farci assaggiare il formaggio, accompagnato da pane, vino e olive. Chiacchieriamo amabilmente con i nostri ospiti ma soprattutto vogliamo sapere come nasce quest’esperienza. Oscar è un simpatico affabulatore e non si fa pregare: all’inizio degli anni 90 dal quartiere di Santa Lucia, a Napoli, dove lavorava nell’officina meccanica di suo padre, con il fratello Gaetano sognavano una campagna dove iniziare l’esperienza di allevatore. Di domenica in domenica cercavano il posto giusto e lo trovarono lì dove inizia “la montagna di Mondragone”, anche la ricerca di una mandria da comprare non era cosa facile ma con l’aiuto di un macellaio della zona riuscirono a comprare una mucca gravida e quello fu l’inizio…..poi il toro da monta...e poi via via le altre bestie fino a diventare produttori di latte, che ancora riusciva ad avere un mercato in grado di farli vivere, prima che la politica dell’Europa con la storia delle quote latte, non mettesse in ginocchio i produttori. Oscar e suo fratello hanno assorbito con passione curiosa il sapere dei vecchi allevatori della zona, fino ad imparare dalla vecchia “zì Paolina” l’arte di fare il formaggio seguendo i ritmi dei cicli del sole e della luna.
Resteremmo lì ancora per godere di questa bella ospitalità ma dobbiamo andare. Prima però Oscar sparisce nel laboratorio caseario per regalare ad ognuno di noi una bella ricottina calda calda.

Riprendiamo il cammino verso Casale di Carinola, salendo fino a 300 mt s.l.m. attraverso colline morbide che salgono a Sessa Aurunca e ad un bivio segnalato da una madonnina ci inoltriamo nel lungo viale che ci porta al Casale La Masseria, una vecchia casa dipinta di giallo che Eleonora Venturelli ha preso in affitto, con la terra intorno, da poco meno di due anni. Si entra nello spiazzo erboso antistante la casa con due pini monumentali che ci danno un’accoglienza sicura. Due grandi gazebo bianchi e un’enorme tavola apparecchiata con semplicità ci preannunciano quanto golosa sarà questa visita. Eleonora, agronoma, quarantacinquenne, ci racconta che da un certo momento in poi della sua vita ha deciso di sperimentare la pratica della sua professione : “prendere la zappa in mano”e così di esperienza in esperienza, cercando una terra da zappare, per poi seminare e raccogliere, è passata da Cuma a Ischitella fino ad approdare qui e decidere di investire le sue energie e dare corpo alle sue passioni. La terra qui è abbastanza dura e per coltivare occorre fatica e costanza, ci sono i filari di viti che delimitano gli spazi per l’orto e in fondo oggi un trionfo di ciliegi in fiore. Eleonora raccoglie e conserva tutto: dai pomodori alla zucca, dalle melanzane ai peperoni, dalle prugne ai fichi, mettendo a disposizione il suo prodotto finito sotto forma di conserve, gelatine, marmellate, patè. Abbiamo accolto l’invito a restare a pranzo da lei: non vi racconteremo di cosa abbiamo gustato per non farvi stizzire troppo!
Eleonora fa accoglienza per gli ospiti a pranzo, e in estate anche a cena, offrendo sia i suoi prodotti che quelli della rete dell’agricoltura biologica solidale, li trasforma seguendo la sapienza di antiche ricette mescolate all’alchimia della sua fantasia. Vi consigliamo di andarla a trovare!

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