mercoledì 14 marzo 2012

LETTERA APERTA A COOP

Lettera aperta a COOP


UNO STRANO “NO” di COOP

Il decreto sulle liberalizzazioni, attualmente in attesa dell’esame alla Camera,

contiene l’art. 62 nel quale si stabilisce che le fatture per le merci alimentari

deperibili devono essere saldate entro 30 gg., quelle relative a merci alimentari

non deperibili entro 60 gg.

Nel giornalino distribuito in questi giorni ai soci nei negozi COOP (Consumatori –

Marzo 2012 - pag. 11) compare un commento nel quale si afferma che questa

misura “nell’impostazione originaria non è che un regalo alle grandi

multinazionali e così non ha niente dello spirito liberale, è solo un’ingessatura e un

irrigidimento del mercato” ed ancora “nel confronto che abbiamo avuto in questi

giorni anche il mondo agricolo ha convenuto sulle nostre considerazioni”.

Da diversi anni anche il mondo dell’Economia Solidale (in esso in particolare i

Gruppi d’acquisto Solidali ed i Distretti di Economia Solidale) si interroga sui

processi di attuazione di una sovranità alimentare nei territori finalizzata ad un

accorciamento delle filiere, ad una difesa delle terre agricole e dell’integrità dei

suoli e delle falde, ad un riconoscimento dignitoso per il lavoro dei contadini, a

processi di certificazione della qualità co-partecipati da produttori e consumatori.

Ciò premesso, vorremmo osservare che:

1. il popolo dei ‘soci’ Coop è costituito da settori sociali ai quali anche

l’economia solidale rivolge le sue proposte;

2. la storia ed i valori da cui proviene COOP, le Società di Mutuo Soccorso di

fine ‘800, sono quegli stessi cui si richiamano le realtà dell’Economia

Solidale, proponendo un nuovo mutualismo;

3. I produttori, specialmente se piccoli o medi, sono attualmente in una

condizione di grande debolezza e dipendenza nei confronti della grande

distribuzione che, forte del suo peso, può imporre il prezzo, pagando poco

e tardi;

4. Lo strangolamento dei produttori attiva lo sfruttamento dei lavoratori,

spesso immigrati;

5. Se il mercato è formato da forti e da deboli, l'assenza di leggi non è libertà,

ma licenza al sopruso;

6. Vi sono paesi europei (es. la Francia) che già applicano i medesimi obblighi

nei pagamenti che il decreto liberalizzazioni introdurrebbe in Italia.

Visto e considerato quanto sopra, ci domandiamo:

1. Perché Coop, che si definisce corretta e riceve attestazioni di prestigio

nell’ambito dell’eticità (v. medesimo bollettino, pag. 22) è critica nei

confronti del provvedimento, uniformando la propria posizione con il resto

della grande distribuzione che non si comporta in modo corretto?

2. Perchè Coop, che si dichiara difensore dei piccoli produttori si scaglia

contro un provvedimento che per una volta protegge i deboli contro i forti?

3. Se Coop si comporta correttamente, perché teme un provvedimento che

non fa nient'altro che obbligare tutti ad allinearsi a ciò che lei dice di fare

già?

4. Possiamo conoscere con quali tempi COOP paga i suoi fornitori, in

particolare quelli locali?

5. Possiamo conoscere chi “del mondo agricolo ha convenuto sulle...

considerazioni” di COOP?

A noi sembra che un'impresa che si dichiara etica, come asserisce Coop, deve

essere felice quando la legge interviene per garantire i diritti dei deboli. Non

dovrebbe rimanere dunque nel coro della grande distribuzione, ma allearsi con i

piccoli produttori per sostenere il provvedimento già approvato al Senato.

13 marzo 2012

Primi firmatari:

Sergio Venezia, Francesco Gesualdi, Antonio Perna, Andrea di Stefano, Amalia

Navoni, Sandra Cangemi, Ersilia Monti, Roberto Cuda, Franco Zecchinato, Davide

Biolghini, Matteo Sandon, Bruno Sebastianelli, Giuseppe Vergani, Vincenzo

Vasciaveo.

Per aderire e sottoscrivere questa lettera basta andare su:

http :// www . firmiamo . it / lettera - aperta - a - coopGrazie per i commenti.

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