«Finalmente una legge per le fattorie sociali ma ora distinguiamo chi produce davvero»
Le aziende. Intervista a Marco Berardo Di Stefano, presidente della Rete italiana
Oggi in Italia sono attive nell’agricoltura sociale circa mille realtà distribuite su tutto il territorio nazionale. In tutta l’Europa si riconosce ormai un ruolo rilevante a questo peculiare tipo di aziende per il quale il Comitato economico e sociale europeo ha adottato, nel 2012, la seguente definizione: «Un insieme di attività che impiegano risorse agricole, sia vegetali che animali, al fine di creare prestazioni sociali nelle aree rurali o periurbane. In questo senso, scopo dell’agricoltura sociale è quello di creare le condizioni, all’interno di un’azienda agricola, che consentano a persone con esigenze specifiche di prendere parte alle attività quotidiane di una fattoria, col fine di assicurarne lo sviluppo e la realizzazione individuale e di migliorare il loro benessere».
Una di queste realtà è la tenuta Mazzocchio, a Pontinia, che ospita un centro di formazione, con 7000 metri quadrati di serre didattiche, dove ogni anno ragazzi con disabilità e persone a rischio di emarginazione frequentano un corso biennale per apprendere le tecniche dell’agricoltura, della zootecnia e della florovivaistica e acquisire la qualifica di «operatore polivalente dell’agricoltura». Intorno al centro di formazione si estende la Fattoria Solidale del Circeo, che produce ortaggi di stagione con certificazione biologica, destinati alle mense scolastiche, alla grande distribuzione e ai gruppi di acquisto solidali.
Il proprietario della tenuta Mazzocchio è Marco Berardo Di Stefano, classe 1974, nato da una famiglia di agricoltori insediata nell’agro Pontino dall’inizio del secolo, prima della bonifica integrale. Nel 1991 entra a far parte dell’associazione di volontariato «Fede e luce», movimento cristiano ecumenico che ha lo scopo di promuovere le relazioni fra le persone, con particolare riferimento ai portatori di handicap mentale e alle loro famiglie. La prima azienda agricola guidata da Di Stefano, specializzata nelle produzioni zootecniche e orticole, inizia la propria attività nel 1993. Dieci anni dopo promuove la cooperativa sociale di produzione e lavoro «Splende il sole!», con l’obiettivo di migliorare la vita delle persone disabili, che con il lavoro in campagna possono prendere coscienza delle proprie attitudini e capacità. Dal 2007 Marco Berardo Di Stefano è il responsabile del settore Fattorie Sociali all’interno di Confagricoltura, mentre nel 2011 è stato eletto presidente della Rete delle Fattorie Sociali, succedendo nella carica ad Alfonso Pascale.
Il proprietario della tenuta Mazzocchio è Marco Berardo Di Stefano, classe 1974, nato da una famiglia di agricoltori insediata nell’agro Pontino dall’inizio del secolo, prima della bonifica integrale. Nel 1991 entra a far parte dell’associazione di volontariato «Fede e luce», movimento cristiano ecumenico che ha lo scopo di promuovere le relazioni fra le persone, con particolare riferimento ai portatori di handicap mentale e alle loro famiglie. La prima azienda agricola guidata da Di Stefano, specializzata nelle produzioni zootecniche e orticole, inizia la propria attività nel 1993. Dieci anni dopo promuove la cooperativa sociale di produzione e lavoro «Splende il sole!», con l’obiettivo di migliorare la vita delle persone disabili, che con il lavoro in campagna possono prendere coscienza delle proprie attitudini e capacità. Dal 2007 Marco Berardo Di Stefano è il responsabile del settore Fattorie Sociali all’interno di Confagricoltura, mentre nel 2011 è stato eletto presidente della Rete delle Fattorie Sociali, succedendo nella carica ad Alfonso Pascale.
>Il 27 giugno scorso la Commissione Agricoltura della Camera ha approvato un testo unificato, derivato da diverse proposte di legge sull’agricoltura sociale. Signor Di Stefano cosa pensa del testo approvato?
>Una legge nazionale è necessaria per promuovere la crescita e lo sviluppo delle fattorie sociali, con misure che non gravino sulle casse dello Stato e risolvano i problemi meramente burocratici che oggi spesso ne ostacolano le attività. Il testo approvato accoglie gran parte delle nostre proposte ed è il frutto del costate ed approfondito confronto tra la commissione parlamentare e il mondo delle fattorie sociali italiane. Ringrazio, pertanto tutti i membri della commissione, in particolare il presidente Paolo Russo e il segretario Massimo Fiorio, per l’impegno che hanno messo nel realizzare tale risultato. Il provvedimento ora dovrà essere approvato dall’Aula, dunque c’è ancora spazio per migliorare il testo. I requisiti minimi dei soggetti e le modalità relative alle attività di agricoltura sociale dovrebbero restare quelli disposti dalla legge, senza rinviare ad un successivo decreto ministeriale. Il lungo e meditato confronto con il parlamento ha permesso la definizione di norme che possono ritenersi del tutto esaustive per individuare localmente i soggetti e i modi concreti di svolgimento delle attività. Infine, la norma riguardante le organizzazioni di produttori per prodotti dell’agricoltura sociale, per essere operativa e non costituire solo indicazione di principio, dovrebbe prevedere dimensioni minime che tengano conto dell’effettiva consistenza della produzione agricola delle fattorie sociali in Italia.
Quali difficoltà stanno intralciando il cammino della norma sull’agricoltura sociale?
I lavori della Commissione Agricoltura della Camera hanno risentito delle crisi succedutesi negli ultimi anni. È in atto un lavoro di mediazione tra le diverse istanze che vengono dal mondo sindacale ed associativo, la via per ora intrapresa dalla Commissione è stata quella di ascoltare le istanze di chi realmente opera, evitando di dare peso a posizioni meramente demagogiche. Le Regioni stanno decidendo in queste settimane come saranno utilizzati i finanziamenti europei per il periodo 2014–2020.
Quali sono le esigenze e le aspettative delle fattorie sociali?
Noi speriamo che sia data la possibilità di presentare domande per attività che si riferiscano a più di un fondo, in particolare al fondo sociale e al fondo per lo sviluppo rurale, perché le fattorie sociali svolgono funzioni di carattere sia sociale che produttivo.
Chi volesse acquistare prodotti dell’agricoltura sociale e sostenerne i progetti, dove potrebbe trovarli?
Può contattare le fattorie sociali, sulla pagina Facebook «Rete Fattorie Sociali» e noi lo metteremo in contatto con le realtà più vicine. Inoltre abbiamo aperto un portale per le consegne a domicilio, www.pensobio.it, che per ora è operativo sulla città di Roma.
Grazie per i commenti.
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