lunedì 27 dicembre 2010

Buon Natale di rinascita!


Ci siamo! Si sta per celebrare anche quest'anno il Natale . Mentre in gran parte del paese diluvia e la corsa all'ultimo regalo impazza, le pancie si preparano alle grandi abbuffate, i parenti che non sopportiamo sono pronti ad accoglierci e milioni di imballaggi, ottimo cibo e improbabili regali saranno trasformati entro poche ore in spazzatura.
Ma è questo il Natale? "Ma no", mi dicono in molti. Il Natale è una festa religiosa, celebra la nascita di Gesù! "Ah sì? Ok, ma allora perché addobbi un albero? Perché celebri la nascita fagendo agonizzare un pino nel tuo salone o producendo quintali di rifiuti?"
Gesù non era nato in una grotta? Non è il massimo simbolo della sobrietà?
"Ma no", mi risponde qualcun altro! Il Natale è una festa pre-cristiana . Si festeggiava la fine dell'inverno e il trionfo della luce sul buio. "Ah sì? Ma allora perché fai il presepe? Conosci la simbologia che sta dietro l'albero? Perché celebri il trionfo della luce procudendo quintali di rifiuti e abbuffandoti di cibo?"
Ok, non dico che sia per tutti così, ma vi giuro che quando passeggio per la mia città , la sensazione che milioni di persone compiano dei gesti in modo totalmente automatico e non consapevole mi travolge.
Mi chiedo: in quanti sanno cosa stanno facendo? In quanti conoscono il simbolo dell'albero di Natale o fanno il presepe perché ci credono? In quanti si domandano che fine faranno gli imballaggi dei regali? Perché per festeggiare bisogna mangiare più del necessario? Perché si fanno regali anche a persone di cui non ci importa niente? Chi ci obbliga?
Io non sono contrario alla festa del Natale. Amo i rituali, amo il senso di gioia che può accompagnarsi a delle persone che si amano e si ritrovano per celebrare qualcosa. Ma non riesco più a muovermi senza chiedermi il perché delle cose, non riesco più a gioire se prima non sono certo che la mia gioia non si basi sulla sofferenza e sulla morte. Sofferenza di un albero, di animali allevati in modo atroce, di cinesi schiavizzati per produrre i nostri regali a basso costo, di foreste tagliate per incartare i pacchetti...
Allora, il mio invito, il nostro invito, è che questo sia un Natale all'insegna del Cambiamento! Cerchiamo di fare solo ciò che ci va. Rifiutiamo le convenzioni, facciamo regali solo a chi abbiamo voglia di farli. Incartiamoli con dei vecchi giornali. Quando è possibile, regaliamo il nostro tempo, la nostra attenzione. Interroghiamoci sul senso dei nostri gesti. Riscopriamone la sacralità. E, almeno per queste "feste", proviamo a preparare un pasto che non sia basato sul dolore e sulla tortura.
Vi lascio ad una serie di approfondimenti sul tema.
Buon Natale di rinascita!

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