martedì 10 giugno 2014

APRITE QUELLE PORTE


APRITE QUELLE PORTE - piccolo report Tavola rotonda  " La Scuola che vorrei"  Pozzuoli 1 Giugno 2014

A margine di un partecipato e felice incontro sui Sistemi di Garanzia Partecipativa in Italia, che ha evidenziato le determinazione  e le competenze degli attori dell'economia solidale e sociale, anche del Sud, nel fare rete e costruire modelli organizzativi “ altri” rispetto ai sistemi di mercato ma ugualmente efficienti e che , adesso, richiedono sempre più una legittimazione culturale e popolare prima che legislativa,
Dicevo a margine,...
si è svolta una Tavolo rotonda, a prima occhiata, una po' a lato dell'economia solidale.
Ma come già diciamo da tempo , i percorsi vanno intrecciati e connessi per costruire una visione del cambiamento organica.
Le porte delle Scuole Italiane vanno aperte al più presto in una fase storica esiziale per la scuola stessa e va iniziato un dialogo, un confronto, sulle prassi, sulle relazioni e sui metodi che renda sempre più permeabile al territorio ,e che magari restituisca  al territorio attraverso l'elaborazione scolastica, tutti quei contenuti e quelle esperienze che mettono in pratica un idea di sostenibilità ambientale e sociale, di costruzione di comunità e di nuovo umanesimo in simbiosi con la natura.

Dalla tavola rotonda su “la scuola che vorrei”, partecipatissima da una sessantina di persone di varia estrazione , molte facce nuove provenienti dal mondo dell’educazione, compresa la dirigente scolastica cilentana agguerritissima, veramente ecoequobiosolecc..., nasce (o si consolida?) un percorso che vede l’ES ed il mondo della scuola cominciare a camminare a braccetto per costruire assieme un nuovo modello di futuro. Al suo interno le appassionate animatrici del gruppo scuole/SIP ,vari animatori territoriali e genitori indisponibili ad accettare lo status quo.
Alcune proposte per dare continuità e concretezza a questi percorsi: intanto un raccordo più forte tra le esperienze, molta attenzione alle peculiarità territoriali da cui attingere le idee di lavoro, costituire gruppi di lavoro locali con animatori territoriali e operatori scolastici, ma sopratutto genitori,
Costituire reti di operatori scolastici che la mandino a dire al Ministero con le sue circolari “senza emozioni”, e tanto altro. Riprendere il discorso e le proposte sulle mense biologiche e su metodi didattici che interagiscano con il territorio ( nel senso anche di terra e natura). Insomma FARE RETE. e lavorare insieme per aprire quelle porte attualmente chiuse.
RESSUD
Grazie per i commenti.

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