APRITE QUELLE PORTE - piccolo report Tavola rotonda " La Scuola che vorrei" Pozzuoli 1 Giugno 2014
A margine di un partecipato e felice
incontro sui Sistemi di Garanzia Partecipativa in Italia, che ha evidenziato le determinazione e le competenze degli attori
dell'economia solidale e sociale, anche del Sud, nel fare rete e
costruire modelli organizzativi “ altri” rispetto ai sistemi di
mercato ma ugualmente efficienti e che , adesso, richiedono sempre
più una legittimazione culturale e popolare prima che legislativa,
Dicevo a margine,...
si è svolta una Tavolo rotonda, a
prima occhiata, una po' a lato dell'economia solidale.
Ma come già diciamo da tempo , i
percorsi vanno intrecciati e connessi per costruire una visione del
cambiamento organica.
Le porte delle Scuole Italiane vanno
aperte al più presto in una fase storica esiziale per la scuola
stessa e va iniziato un dialogo, un confronto, sulle prassi, sulle
relazioni e sui metodi che renda sempre più permeabile al
territorio ,e che magari restituisca al territorio attraverso l'elaborazione
scolastica, tutti quei contenuti e quelle esperienze che mettono in
pratica un idea di sostenibilità ambientale e sociale, di
costruzione di comunità e di nuovo umanesimo in simbiosi con la
natura.
Dalla
tavola rotonda su “la
scuola che vorrei”,
partecipatissima da una sessantina di persone di varia estrazione ,
molte facce nuove provenienti dal mondo dell’educazione, compresa
la dirigente scolastica cilentana agguerritissima, veramente
ecoequobiosolecc..., nasce (o si consolida?) un percorso che vede
l’ES ed il mondo della scuola cominciare a camminare a braccetto
per costruire assieme un nuovo modello di futuro. Al suo interno le
appassionate animatrici del gruppo scuole/SIP ,vari animatori
territoriali e genitori indisponibili ad accettare lo status quo.
Alcune
proposte per dare continuità e concretezza a questi percorsi:
intanto un raccordo più forte tra le esperienze, molta attenzione
alle peculiarità territoriali da cui attingere le idee di lavoro,
costituire gruppi di lavoro locali con animatori territoriali e
operatori scolastici, ma sopratutto genitori,
Costituire
reti di operatori scolastici che la mandino a dire al Ministero con
le sue circolari “senza emozioni”, e tanto altro. Riprendere il
discorso e le proposte sulle mense biologiche e su metodi didattici
che interagiscano con il territorio ( nel senso anche di terra e
natura). Insomma FARE RETE. e lavorare insieme per aprire quelle
porte attualmente chiuse.
RESSUD
Grazie per i commenti.
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