venerdì 22 maggio 2015

HUNGRY FOR RIGHTS

Diffondere i sistemi agro-alimentari alternativi: il progetto Hungry for Rights

È ormai evidente che i sistemi globalizzati basati sulla produzione agricola industriale non si sono 
dimostrati in grado di garantire la sicurezza alimentare a livello mondiale. Basti pensare che in 
Europa, dove nei supermercati e lungo la catena di distribuzione viene buttato il 50% di cibo 
commestibile, sono ben 16 milioni i cittadini che dipendono dagli aiuti alimentari.


Un modo per ovviare alla debolezza delle politiche internazionali in materia di cibo è, però, possibile. 
Sono infatti possibili (e sono anzi sempre più praticati) modelli di produzione, distribuzione e 
consumo alternativi a quello tradizionale. Si tratta di esperienze formali e non, come i Gruppi di 
Acquisto Solidale o gli orti urbani, capaci di diversificare le fonti alimentari, creare nuove 
opportunità di lavoro e mantenere intatte le aree rurali, preservandone la biodiversità.
Tecnicamente, stiamo parlando dei sistemi agro-alimentari alternativi (AFS – Alternative Food 
Systems), reti a base comunitaria caratterizzate da prossimità territoriale e da un’organizzazione 
sociale orientata alla condivisione.

È proprio a partire da una riflessione su queste pratiche locali dal basso che nasce il progetto Hungry for Rights, che vuole contribuire a rafforzare una diffusa consapevolezza su alcune tematiche chiave dello sviluppo, a partire dagli AFS come soluzioni locali dal basso per contrastare la fame e allo stesso tempo promuovere la coesione sociale.
L’idea alla base del progetto è che all’interno dell’agenda mondiale per la sicurezza alimentare,
 questi modelli costituiscano un’alternativa credibile di fronte alle difficoltà nate dalla 
globalizzazione del commercio. Partendo da queste questioni di fondamentale importanza sia 
per i paesi in via di sviluppo che per i paesi del nord del mondo, il progetto persegue un 
processo educativo e di apprendimento reciproco che mantiene costante una prospettiva Nord-
Sud.
È previsto infatti un intenso percorso formativo di capacity building rivolto a 100 attori chiave in 
Italia, Francia, Regno Unito, Cipro, Lituania e Senegal, che avranno il compito di facilitare nei
 propri Paesi la creazione dal basso di una rete di soggetti capace di promuovere un nuovo
 approccio alle politiche agricole e alimentari. I catalyst di ogni Paese , faranno poi sentire la 
propria voce all’interno delle agende nazionali ed europee, lavorando in rete per poter influire 
sulle scelte che riguardano la produzione, la distribuzione e il consumo sostenibile di cibo.
www.expodeipopoli.it 
Grazie per i commenti.

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